Niente italiano, ma è tra le 15 lingue che sono "in lavorazione" — quindi non dovrebbe tardare ad arrivare
Piccola nota: tra le novità IA di Google Documenti, c'è un "suggeritore", un cervello elettronico che può suggerire idee per proseguire una storia o un racconto. Utile per gli scrittori — mi viene da dire "mediocri", non tanto perché avere bisogno di un aiuto o di un suggerimento sia da mediocri, ma perché temo che i suggerimenti forniti siano più o meno omogenei nella sostanza (d'altronde, le IA si sviluppano su tonnellate e tonnellate di esempi)
Ecco qualcosa che farà sicuramente discutere: Bard su Google Search genera una grande schermata di testo, creata "pescando" informazioni da decine di siti, lasciando le fonti a una schermatina a fianco, poco visibile. Certo, questa è la schermata desktop — la maggior parte delle ricerche oggi si fanno su mobile, quindi dovremo vedere quale sarà il design su quel formato. Da utente e da """editore""", preferisco di gran lunga l'approccio di Bing, che integra le fonti direttamente nel testo, nella forma di note
Mi spiego meglio: siamo abituati a scrollare decine di siti web alla ricerca della risposta migliore alla nostra domanda. Bard cosa fa? Elimina questa necessità, facendo questa ricerca per noi e comprimendo le informazioni di cui abbiamo bisogno in una risposta breve ed esplicativa.
Ma...
Ma non fa solo quello. Trasforma l'esperienza di ricerca in una chat, che è poi l'UI che oggi vediamo con più frequenza e con la quale siamo più abituati a interagire. Certo, non piacerà a tutti. Ma mi viene da dire che ha le potenzialità per diventare la modalità di fruizione del web più usata, in futuro. Il problema è: che fine fanno i produttori di contenuti, i siti web, le riviste che vengono saccheggiate da queste IA? Dovranno costruire "fortini" di utenti ultra-fidelizzati, creare un'esperienza di comunità distinguibile e personale, puntare sempre di più sugli eventi di persona. Non vedo altro modo
Ma...
Ma non fa solo quello. Trasforma l'esperienza di ricerca in una chat, che è poi l'UI che oggi vediamo con più frequenza e con la quale siamo più abituati a interagire. Certo, non piacerà a tutti. Ma mi viene da dire che ha le potenzialità per diventare la modalità di fruizione del web più usata, in futuro. Il problema è: che fine fanno i produttori di contenuti, i siti web, le riviste che vengono saccheggiate da queste IA? Dovranno costruire "fortini" di utenti ultra-fidelizzati, creare un'esperienza di comunità distinguibile e personale, puntare sempre di più sugli eventi di persona. Non vedo altro modo