Il nuovo acronimo ABUSA (Anywhere But U.S.A.) sintetizza una tendenza d’investimento: il focus si sposta dagli Stati Uniti al resto del mondo. Le borse globali, esclusi gli USA, hanno toccato un massimo storico, mentre le azioni statunitensi sono tornate al livello di inizio anno dopo un recupero dai minimi post-Liberation Day. Tuttavia, il rendimento piatto degli USA è poco rispetto all’11% di crescita (in dollari) delle borse estere.
Gli investitori si chiedono se la sotto-performance USA sia solo una correzione delle aspettative esagerate sull’eccezionalismo americano o l’inizio di un declino relativo. L’autore ritiene sia un mix, ma è più convinto della prima ipotesi.
A fine 2024, l’eccezionalismo USA era al culmine: l’elezione di Trump, la fiducia in un vantaggio ineguagliabile in innovazione e finanza, e il dominio delle aziende americane (due terzi dell’indice MSCI All-Country World e tutte le 10 società più preziose) alimentavano l’ottimismo. L’economia USA cresceva più delle altre nazioni industrializzate, e il dollaro era al massimo dall’Accordo del Plaza del 1985. Ma questa fiducia era eccessiva.
Non serve considerare gli USA un disastro per notare che gli investitori trascuravano i mercati esteri. Nonostante la forza di aziende come Microsoft e Apple e margini di profitto elevati, il mercato USA era sopravvalutato: a dicembre 2024, le azioni erano a 23 volte gli utili futuri, contro 14 altrove. Anche con più aziende in settori in crescita, il divario era eccessivo, richiedendo una correzione.
I dazi di Trump e i cambiamenti globali, in parte motivati dalla paura di questi dazi, hanno innescato la correzione. L’idea che gli USA perderanno il primato è meno solida, ma alcuni vantaggi si sono erosi: il soft power è calato, i dazi danneggiano le catene globali, i trattati commerciali sono meno affidabili, e le università d’élite attirano meno talenti stranieri. Tuttavia, gli USA mantengono supremazia militare, catene più resilienti, un mercato di consumo forte e università di alto livello.
La spesa in deficit ha temporaneamente gonfiato la crescita USA, ma il debito pubblico crescente è insostenibile. In Europa, la Germania investe in armamenti e infrastrutture, e l’UE promette meno burocrazia. In Cina, si spera che i dazi spingano il consumo interno, anche se i progressi sono stati lenti.
La leadership tecnologica USA è meno unica: DeepSeek in Cina offre IA a basso costo, e il paese avanza nelle batterie per auto elettriche. Il dominio tecnologico è ciclico, come mostrano Nokia, BlackBerry o il Giappone negli anni ’80.
Le previsioni di utili USA sono scese dal 13% all’8% per i prossimi 12 mesi, mentre nel resto del mondo sono salite da zero all’8%. Gli USA mantengono vantaggi: demografia, gestione aziendale, margini e autosufficienza energetica. Gli utili previsti sono quattro volte quelli del 2008, contro un resto del mondo fermo ai livelli del 2011.
In sintesi, l’eccezionalismo USA è ancora prezzato, ma il resto del mondo offre opportunità. ABUSA segnala un’attrattiva crescente per i mercati esteri, senza implicare un declino definitivo degli Stati Uniti.