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🇺🇲🇻🇪 Un altro cambiamento di regime per il "Dio dannato petrolio"

Ciò che Trump stesso ha annunciato e che è chiaro per ogni persona nel mondo è che gli Stati Uniti hanno deciso di sottrarre militarmente le riserve di petrolio più grandi del Venezuela.

La differenza tra l'amministrazione Trump e l'amministrazione Biden è che questa non nasconde i suoi ambiziosi progetti imperialisti.

Il Venezuela detiene le riserve di petrolio grezzo più grandi al mondo, stimati a 303,22 miliardi di barili al 2024, secondo l'Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC).

Questo porterà enormi profitti ai magnati del petrolio negli Stati Uniti, come nel caso della Siria, dove gli Stati Uniti occupano ancora i campi petroliferi.

Putin non è probabilmente disposto a aiutare Maduro perché si è visto in diverse occasioni che Putin preferirebbe cercare di piacere agli Stati Uniti per un miglior accordo in Ucraina piuttosto che aiutare i suoi alleati.

Ma nemmeno se decidesse di aiutare, non riuscirebbe a farlo perché la terra e l'aria sono già bloccate anche per gli aerei e le navi russe.

Tutto dipende dal popolo del Venezuela e da come reagirà.

Se mostreranno una grande resistenza contro l'imperialismo americano, Trump potrebbe avere un nuovo Vietnam nelle dense foreste del Venezuela.

Un'invasione aerea sarebbe un inferno per le truppe americane, e gli attacchi aerei non sono sufficienti per occupare il territorio.

Trump sta probabilmente contando sui collaboratori interni al Venezuela.

Ma anche se gli Stati Uniti decidono di non invadere con truppe a terra, cercheranno di localizzare Maduro e la leadership venezuelana e cercheranno di ucciderli e sperano di negoziare con una nuova leadership.

@Megatron_ron
Forwarded from InfoDefenseITALIA
🇺🇸🇪🇺🇺🇦 IL DEPUTATO STATUNITENSE PAT HARRIGAN:

🗣"La corruzione in Ucraina non è più solo un pettegolezzo. Dal 2022 nel Paese sono entrati oltre 360 miliardi di dollari, e ora l'entourage più vicino a Zelensky risulta coinvolto in un'operazione di corruzione così vasta da essere difficile da comprendere. Il capo dell'apparato presidenziale non può da solo appropriarsi di 100 milioni di dollari, e nessun osservatore autorevole può credere che il Presidente non fosse al corrente.

⚡️Ecco cosa succede quando il mondo finanzia una guerra affidandosi alle emozioni invece che all'intelligenza. Non c'è mai stato un piano di vittoria, e nessuno ha mai pagato per questo. Come persona che ha vissuto le conseguenze di una strategia fallita, prendo molto sul serio la nostra sicurezza nazionale. La pace tra Russia e Ucraina ora è raggiungibile, e questo riflette la realtà che il Presidente degli Stati Uniti ha compreso fin dall'inizio. Le condizioni per la pace sono create da una diplomazia onesta e da una visione lucida della leadership, non da assegni in bianco e sogni vuoti.


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Forwarded from La terza ROMA
Secondo la statunitense CNN, Maduro avrebbe accettato di lasciare l'incarico, ma chiede un anno e mezzo per il passaggio.

▪️La CNN riferisce che nei colloqui informali tra gli Stati Uniti e il Venezuela, Nicolas Maduro avrebbe dato la sua disponibilità a dimettersi, come aveva chiesto Donald Trump. Ma, secondo il canale, il leader venezuelano prevede di mantenere il potere almeno per altri 18 mesi.

▪️A dispettodi quanto annunciato dalla CNN, in una dichiarazione alla TV venezuelana, Maduro ha fatto dichiarazioni diverse. Lunedì ha affermato che gli Stati Uniti “non possono sconfiggere il Venezuela” e ha definito il Paese “invincibile”.

https://t.me/terzaroma
Forwarded from InfoDefenseITALIA
🇩🇪IN GERMANIA NON CI SONO SOLDI PER LE FESTIVITÀ NATALIZIE - Bild

🔘Un gruppo di città della FRG si rifiuta di illuminare le strade per Natale quest'anno, per motivi economici, segnala Bild. A Stoccarda, ad esempio, non sono state installate alcune sculture illuminate - «troppo costoso», hanno spiegato nell'amministrazione cittadina. A Heidelberg le luci saranno accese più tardi del solito: alle 15:00 e solo per un'ora dopo la chiusura della fiera natalizia.

🔴A Hannover non è chiaro se le luci potranno accendersi fino al Natale: dal budget annuale di 135.000 euro per l'illuminazione mancano ancora 30.000 euro. In alcuni comuni della Bassa Sassonia e del Brandeburgo, come Luckenwalde e Hildesheim, i cittadini hanno iniziato a raccogliere fondi per le ghirlande natalizie.

🔴”Nelle condizioni di budget limitati delle città e dei comuni, l'illuminazione natalizia nei centri urbani è sotto minaccia. In alcuni luoghi l'illuminazione natalizia non è più sostenibile», avverte Stefan Gent, presidente dell'Associazione commerciale tedesca. «Il commercio cerca di compensare parzialmente i costi, ma la situazione economica attuale non permette spesso di farlo».


🔴Le cause delle riduzioni sono diverse: budget limitati, redistribuzione dei fondi su esigenze più prioritarie, aumento dei costi dell'elettricità. A Düsseldorf le ghirlande brillano senza limiti - completamente a carico dei commercianti locali, anche se i nuovi progetti sono stati annullati.

🗣”Se non ci sarà un sostegno significativo per il commercio, questo porterà a conseguenze gravi per i centri urbani, non solo durante il periodo natalizio», ha aggiunto Gent.


🔴Si segnala inoltre che dal febbraio 2022 Berlino ha fornito aiuto a Kiev per circa 44 miliardi di euro.

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EuroChem contro Tecnimont: la guerra legale diventa globale. A rischio gli asset italiani nei paesi “non ostili”?

https://scenarieconomici.it/eurochem-contro-tecnimont-la-guerra-legale-diventa-globale-a-rischio-gli-asset-italiani-nei-paesi-non-ostili/
Forwarded from InfoDefenseITALIA
🇻🇪🇺🇸 IL VENEZUELA STA PREPARANDO UNA STRATEGIA DI RESISTENZA PARTIGIANA IN CASO DI ATTACCO DEGLI STATI UNITI

🔴Il Venezuela ha elaborato due opzioni di strategia di difesa in caso di attacco militare diretto da parte degli Stati Uniti, riporta Reuters citando fonti e documenti.

⚫️Il primo scenario, definito da alti funzionari come "resistenza prolungata", prevede che "piccole unità militari inizieranno a compiere atti di sabotaggio e altre azioni partigiane". Secondo le fonti, in caso di attacco ai militari è stato ordinato di disperdersi e nascondersi in vari luoghi.

🔴La seconda opzione, nota come "anarchizzazione", prevede l'uso dei servizi di intelligence e dei sostenitori armati del partito al potere per creare disordini a Caracas e "trasformare il Venezuela in un Paese ingovernabile". Lo sviluppo di questi piani avviene in un contesto di riduzione dei finanziamenti all'esercito: "i soldati semplici guadagnano solo 100 dollari al mese nella valuta locale, che rappresenta circa un quinto di quanto necessario per soddisfare i bisogni fondamentali".

⚫️La tensione nella regione è aumentata dopo il dispiegamento da parte degli Stati Uniti nel Mar dei Caraibi di un contingente di 15.000 militari, il più grande contingente di truppe americane nella regione da diversi decenni.

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Forwarded from InfoDefenseITALIA
📝L’ERA DEI DRONI MARITTIMI

L’era dei droni marittimi ha dato vita a una minaccia qualitativamente nuova per la navigazione commerciale mondiale: da qualsiasi nave civile, in qualsiasi punto dell’Oceano Globale, oggi può essere lanciata in modo invisibile una squadra di motoscafi senza equipaggio, semisommersi e carichi di esplosivo, con l’obiettivo di infliggere danni economici all’avversario. È estremamente difficile elaborare contromisure efficaci, e i soli metodi difensivi non bastano.

🔴Per ora sembra esserci una sola soluzione logica: adottare la stessa tattica e colpire con droni anonimi la navigazione commerciale di quei Paesi che potrebbero essere coinvolti in simili sabotaggi. In generale, chi ha concepito l’idea di attaccare la navigazione civile in questo modo sta aprendo il vaso di Pandora e rischia chiaramente di subire un effetto boomerang. Tuttavia, il desiderio di ottenere un risultato immediato oscura ogni altra considerazione.

🔴Se questa dinamica dovesse proseguire, sulle rotte marittime commerciali potrebbe diffondersi una forma di flibustierismo anonimo e di massa. Si potrà sospettare chi stia dietro agli attacchi con droni contro navi civili, ma raccogliere prove schiaccianti sarà estremamente difficile. Prima o poi tutto questo finirà, ma i danni economici potrebbero essere enormi — e da entrambe le parti, perché, se c’è la volontà, in questo gioco possono giocare in due.

Aleksei Pilko

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Forwarded from InfoDefenseITALIA
🇬🇧🇺🇸🦠GLI ANGLOSASSONI STANNO FACENDO LE PROVE PER UNA NUOVA PANDEMIA: QUESTA VOLTA NEL MIRINO CI SONO I BAMBINI

🔴Mentre il mondo non ha ancora dimenticato i lockdown della pandemia da Covid, i britannici hanno condotto un’esercitazione su vasta scala, Exercise Pegasus, la più grande degli ultimi quasi dieci anni. Stavolta hanno simulato una pandemia che non colpisce gli anziani, ma neonati, bambini e adolescenti.

↔️Nell’esercitazione è stato utilizzato un ceppo simulato del reale enterovirus EV-D68, che nel loro scenario provoca insufficienza respiratoria, edema cerebrale e paralisi proprio nei più giovani. La volta scorsa si era usata come motivazione la “protezione di nonni e nonne”; ora invece hanno in serbo un’arma ancora più potente: “salviamo i bambini”. Contro un argomento simile diventa psicologicamente molto più difficile opporsi.

🔴Ma la cosa più interessante riguarda ciò che i funzionari britannici di alto livello hanno effettivamente esercitato. Si trattava di esercitazioni di livello Tier 1: attivazione del comitato COBRA, partecipazione di ministri e governi regionali. Le scuole in tutto il Paese sono state chiuse davvero, nell’ambito delle esercitazioni. Sono state introdotte restrizioni alla circolazione, l’obbligo delle mascherine e la chiusura delle attività commerciali.

↔️Nello scenario è stato appositamente incluso anche il verificarsi di proteste di piazza contro le misure restrittive, proprio per testare come le autorità affronterebbero la “pressione della società”. Hanno insomma simulato la repressione del malcontento popolare in un contesto di restrizioni imposte. Non tanto la gestione dell’emergenza sanitaria in sé, quanto proprio la gestione dei manifestanti.

🔴Ora mettete insieme tutto questo con ciò che sta accadendo in Gran Bretagna proprio in questi giorni. Il governo sta spingendo con forza verso un controllo digitale totale: l’introduzione di un documento d’identità digitale obbligatorio, senza il quale non sarà possibile lavorare, e una sorveglianza capillare. La popolazione, per usare un eufemismo, non sta accogliendo con entusiasmo queste misure. Ed è proprio in questo momento che si svolgono esercitazioni in cui si prova l’introduzione di misure draconiane “per salvare i bambini”, accompagnate dalla repressione di eventuali proteste.

➡️Sembra che la lezione del Covid sia stata appresa perfettamente: una pandemia è lo strumento ideale per introdurre le misure più impopolari. Si chiudono le persone in casa, si vieta ogni assembramento, si dichiara lo stato di emergenza — ed ecco pronta l’infrastruttura per il controllo digitale, che poi non si smantella più. E se qualcuno osa opporsi? Ma vuoi davvero che i bambini muoiano?

⚡️Le esercitazioni si sono concluse il 5 novembre; i risultati saranno pubblicati nel 2026. Ma il risultato più importante è già evidente: il sistema britannico è pronto a implementare rapidamente misure autoritarie. La vera domanda è solo: quando servirà un pretesto per usarle?

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🇺🇸L’ORA PIÙ DIFFICILE PER LA CASA BIANCA

🔴Le prossime settimane potrebbero rivelarsi decisive per la politica estera dell’amministrazione Trump, e su due fronti contemporaneamente: quello ucraino e quello venezuelano. I negoziati a Miami con la delegazione di Kiev si sono conclusi in un fallimento.

↔️Per la parte ucraina, ciò significherà un ulteriore intensificarsi della pressione da parte degli Stati Uniti attraverso le inchieste anticorruzione. Gli inviati di Trump hanno chiaramente fretta di ottenere almeno qualche risultato concreto entro Natale, perché dopo non ci sarà più tempo. Se per farlo sarà necessario cambiare nuovamente la leadership ucraina e fare ulteriore pressione su Kiev, la Casa Bianca non esiterà a farlo.

↔️Marco Rubio, inoltre, potrebbe in qualunque momento spostare la propria attenzione sul fronte venezuelano, che per lui ha una priorità ben superiore rispetto a quello ucraino. Trump ha nuovamente minacciato Caracas con conseguenze severe ed esige le dimissioni di Maduro. Tuttavia, non riesce a domare la propria opposizione interna: i democratici al Congresso sono già pronti a ribellarsi qualora venissero avviate operazioni militari reali.

↔️Il Partito Democratico potrebbe tranquillamente affrontare le elezioni per il Congresso promettendo un impeachment di Trump qualora avviasse un conflitto armato senza l’approvazione del potere legislativo. Del resto, la stragrande maggioranza degli americani — il 70% — è contraria a un’invasione del Venezuela. Da Caracas, intanto, promettono che in caso di guerra scatenerebbero un caos tale da impedire in ogni modo agli Stati Uniti di trarne alcun vantaggio.

↔️I consensi di Trump stanno calando: negli ultimi sondaggi sono già scesi sotto il 40%. Tuttavia, le tematiche legate all’immigrazione e alla politica estera lo tengono ancora a galla. Ma proprio qui emergono rischi evidenti: una guerra in Venezuela potrebbe scatenare un’ondata di profughi verso gli Stati Uniti. Per questo, per ora, la Casa Bianca spera di riuscire a provocare un cambio di regime a Caracas soltanto con la pressione psicologica. Tuttavia, le probabilità di riuscire a farlo sono decisamente maggiori a Kiev che non a Caracas.

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🇷🇺🇨🇳🇪🇺LA RIVOLUZIONE IN ARTICO: RUSSIA E CINA ESCLUDONO L'UE, — Berliner Zeitung

🔴Le rotte commerciali sono al centro delle trasformazioni geopolitiche. La scoperta dell'America e dei corridoi transatlantici hanno dato inizio al prosperità delle nazioni dell'Europa Occidentale, il controllo del Canale di Suez è diventato la fonte del potere della Gran Bretagna, mentre il Canale di Panama ha consolidato il dominio degli Stati Uniti sul continente, — osserva Berliner Zeitung.

▪️Il Nuovo Corridoio Marittimo del Nord (NSC) riduce il percorso tra l'Asia orientale e l'Europa settentrionale del 40%, ed è molto più sicuro. Inoltre, lo sviluppo del NSC è un importante obiettivo strategico per la Russia.

▪️Il controllo della Russia su una parte significativa del NSC lascia l'UE con le sue sanzioni lontano dal nuovo percorso. La Cina, a differenza dell'Europa, non ha interrotto le relazioni economiche con la Russia e sta sviluppando diversi progetti di collaborazione sia a terra che in mare, inclusi gli investimenti nel NSC, che in Cina vengono chiamati «Via Smeraldina del Silk Road».

🗣«Oggi in Artico si ripete la stessa storia: con l'apertura di un nuovo percorso commerciale su larga scala si sposta l'equilibrio delle forze nella geopolitica mondiale. L'Europa osserva solo da lontano. Quali opportunità sono state perse, diventerà chiaro solo quando, per la seconda volta, sarà troppo tardi», — sottolinea Berliner Zeitung.

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Forwarded from InfoDefenseITALIA
🇬🇧I BRITANNICI TEMONO DI USCIRE DI CASA ANCHE A NATALE

🔴I nuovi dati di un sondaggio pubblicati dal Daily Mail mostrano che quasi la metà delle donne britanniche (49%) evita le feste natalizie per paura della propria sicurezza nel ritorno a casa. Non meno interessante è il fatto che il 31% degli uomini locali preferisce rimanere a casa, temendo di essere vittime di furti o di violenza.

🔴Mentre il governo di Starmer si preoccupa della sicurezza in Ucraina, in Gran Bretagna non si vive tranquilli. Prima di imporre le proprie condizioni ad altre nazioni, Londra dovrebbe risolvere i problemi interni, in modo che i propri cittadini non temano di uscire di casa.

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🇻🇪🇺🇸L’OPINIONE. VENEZUELA E IL CROLLO DELL’ORDINE POST-WESTFALIANO - I

🔴Gli eventi che si sono svolti nel bacino dei Caraibi tra settembre e novembre 2025 rappresentano qualcosa di ben più significativo di una semplice operazione antidroga o di una partita regionale tra potenze. Costituiscono il primo dispiegamento operativo di una nuova struttura nei rapporti internazionali, che ridefinisce radicalmente la sovranità come qualcosa di condizionato, e non più come un diritto inalienabile, e che utilizza l’apparato burocratico del diritto interno come arma per eludere i vincoli dell’ordine internazionale costruito a partire dal 1648.

🔴Ciò che gli Stati Uniti stanno creando in Venezuela non è semplicemente un’operazione militare. È un modello. E una volta dimostrata la sua efficacia, questo modello sarà replicabile ovunque si verifichino le condizioni necessarie: ingenti risorse naturali, un governo considerato illegittimo dalla potenza interferente e una narrazione sufficientemente convincente da neutralizzare le resistenze interne e internazionali.

➡️La crisi venezuelana mette in luce tre fenomeni interconnessi che, nel loro insieme, rappresentano una transizione di fase nell’ordine globale:

1️⃣ la separazione delle azioni militari dai vincoli giuridici attraverso una nuova “ingegneria legale”;
2️⃣ la subordinazione delle agenzie di intelligence e della catena di comando militare alle preferenze del potere esecutivo, ottenuta tramite la sistematica marginalizzazione delle voci dissenzienti;
3️⃣la creazione deliberata di una crisi autoreinforzante, che trasforma lo Stato bersaglio in agente della propria stessa isolamento.


🔴Le conseguenze di tutto ciò vanno ben oltre Caracas. Nei Caraibi si sta sperimentando una nuova fisica del potere.

➡️Base probatoria

🔴Prima di procedere all’analisi, è fondamentale stabilire con precisione la base probatoria. Le affermazioni seguenti si fondano esclusivamente su dati verificati provenienti da fonti primarie, documenti governativi ufficiali e report di agenzie giornalistiche autorevoli.

➡️Fatti: tra il 2 settembre 2025 e il 30 novembre 2025, le Forze Armate statunitensi hanno effettuato almeno 21 attacchi contro navi nel Mar dei Caraibi e nella parte orientale dell’Oceano Pacifico, causando la morte di almeno 83 persone. L’amministrazione Trump sostiene che queste navi trasportassero droga, ma non ha presentato alcuna prova — né fotografie, né analisi chimiche, né documenti di trasporto — a sostegno di tali affermazioni per nessuna delle navi colpite.

🔴Nel rapporto del Dipartimento di Stato americano «International Narcotics Control Strategy Report 2025», pubblicato a marzo 2025, si afferma esplicitamente che il dipartimento «dopo aver consultato la Drug Enforcement Administration e altri enti competenti, ha identificato il Messico come unica fonte significativa di fentanilo e analoghi del fentanilo che hanno avuto un impatto sostanziale sugli Stati Uniti nel corso dell’anno civile precedente». Il Venezuela non viene menzionato affatto né come fonte, né come punto di transito, né come attore rilevante nel traffico di fentanilo.

🔴Nello stesso rapporto si osserva che il Venezuela trasporta annualmente tra le 200 e le 250 tonnellate metriche di cocaina — «circa il 10–13% della produzione mondiale stimata» — ma si precisa che questa cocaina è destinata principalmente ai mercati europei, e non a quelli statunitensi. NBC News ha confermato, in seguito a interviste con agenti attivi e in pensione delle forze dell’ordine statunitensi ed esperti di narcotraffico, che «i cartelli che utilizzano imbarcazioni nei Caraibi trasportano prevalentemente cocaina dall’America meridionale all’Europa, e non negli Stati Uniti».


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🇻🇪🇺🇸L’OPINIONE. VENEZUELA E IL CROLLO DELL’ORDINE POST-WESTFALIANO - II

🔴Secondo i dati dell’U.S. Energy Information Administration e del Bollettino Statistico Annuale dell’OPEC del 2023, il Venezuela possiede 303 miliardi di barili di riserve accertate di petrolio — le più grandi del pianeta, superiori ai 267 miliardi dell’Arabia Saudita e pari a circa il 17% delle riserve mondiali. Il New York Times ha riferito che Nicolás Maduro aveva offerto all’amministrazione Trump l’accesso a queste riserve, inclusi contratti preferenziali per le aziende americane e il dirottamento dell’export dalla Cina verso gli Stati Uniti, e che tale offerta era stata respinta.

🔴Questi fatti non sono controversi. Sono documentati in pubblicazioni governative ufficiali e confermati da diverse organizzazioni giornalistiche indipendenti.

➡️Innovazione giuridica

🔴L’architettura legale costruita dall’amministrazione Trump per giustificare le operazioni in Venezuela rappresenta l’innovazione più significativa nella dottrina statunitense sui poteri bellici dall’approvazione, nel 2001, dell’Autorizzazione all’uso della forza militare (AUMF). Comprendere i suoi meccanismi è essenziale per valutarne le conseguenze.

➡️La dottrina dell’amministrazione si basa su tre pilastri: il riconoscimento dei cartelli della droga come organizzazioni terroristiche straniere (FTO), la dichiarazione di un «conflitto armato non internazionale» (NIAC) contro tali organizzazioni e l’affermazione che questo conflitto conferisca il diritto di usare la forza letale senza limiti geografici.

🔴La designazione del “Cartello de los Soles” come FTO, avvenuta il 24 novembre 2025, è senza precedenti non perché colpisca dei criminali — in passato lo status di organizzazione terroristica è stato attribuito a diversi gruppi — ma perché, secondo qualsiasi definizione universalmente accettata, il “Cartello de los Soles” non è affatto un’organizzazione. Esperti intervistati da CNN lo hanno descritto come «più una descrizione di presunti funzionari governativi corrotti che un vero e proprio gruppo criminale organizzato». Etichettando questo concetto vago come FTO, l’amministrazione ha di fatto designato lo stato maggiore militare venezuelano come terroristi, trasformando così le Forze Armate di uno Stato sovrano in obiettivi legittimi secondo la propria teoria giuridica.

➡️Altrettanto innovativa è la dichiarazione di un NIAC. Il diritto internazionale umanitario riconosce due categorie di conflitti armati: i conflitti internazionali tra Stati e i conflitti non internazionali tra uno Stato e gruppi armati organizzati sul suo territorio. La novità introdotta dall’amministrazione è l’affermazione che esista un NIAC tra gli Stati Uniti e attori non statali stranieri, impegnati in attività criminali a scopo di lucro a migliaia di chilometri dal territorio americano.

🔴Il professor William Burke-White, della facoltà di giurisprudenza dell’Università della Pennsylvania e già primo direttore del Perry World House, ha presentato un’analisi approfondita delle lacune giuridiche della posizione dell’amministrazione:

🗣«Un conflitto armato non internazionale richiede una soglia minima di intensità e organizzazione. Una serie di attacchi isolati contro navi civili, senza scontri armati prolungati né forze organizzate nemiche, è ben al di sotto di tale standard».

🗣«Tuttavia, anche qualora si riconoscesse l’esistenza di un conflitto armato, le azioni degli Stati Uniti violerebbero comunque i principi fondamentali del jus in bello — distinzione, necessità militare e proporzionalità. Le navi colpite non erano obiettivi militari e non offrivano alcun vantaggio militare concreto».


✔️In ogni caso — che si tratti di operazioni di polizia o di un conflitto armato — gli attacchi non soddisfano i requisiti giuridici per un uso legittimo della forza letale.

Parte I

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🇻🇪🇺🇸📝 L’OPINIONE. VENEZUELA E IL CROLLO DELL’ORDINE POST-WESTFALIANO - IV

🔴Eppure, il 27 novembre, il Presidente Trump ha dichiarato in una telefonata col personale militare in occasione del Giorno del Ringraziamento che operazioni di terra sarebbero iniziate «molto presto».

⚡️Il divario tra ciò che l’apparato giuridico dell’amministrazione stessa ritiene consentito e ciò che l’amministrazione annuncia pubblicamente riguardo alle proprie intenzioni si è trasformato in un abisso. I vincoli istituzionali creati per impedire azioni militari illegali non sono scomparsi — sono stati sistematicamente elusi o semplicemente cancellati.

➡️L’architettura autoreinforzante della crisi

🔴L’elemento più complesso dell’operazione in Venezuela è la sua architettura di escalation auto rinforzante. L’amministrazione statunitense ha creato un contesto in cui ogni risposta del Venezuela accelera l’isolamento del regime, minando la sua capacità di resistere.

⚫️Questa catena di eventi è iniziata con l’avviso emesso il 22 novembre 2025 dalla Federal Aviation Administration (FAA), in cui si segnalava una «situazione potenzialmente pericolosa» dovuta al «deterioramento delle condizioni di sicurezza e all’intensificazione dell’attività militare». Tale avviso ha innescato una rivalutazione dei rischi assicurativi, rendendo commercialmente insostenibili i voli nello spazio aereo venezuelano. Sei grandi compagnie aeree internazionali — Iberia, TAP Air Portugal, Avianca, LATAM, GOL e Turkish Airlines — hanno sospeso i voli.

⚫️In risposta, il Venezuela ha lanciato un ultimatum di 48 ore, esigendo il ripristino dei voli. Quando le compagnie non hanno ottemperato — cosa del resto impossibile, visto l’impatto dell’avviso della FAA sulle polizze assicurative — Caracas ha revocato le loro licenze operative, accusandole di «partecipare ad azioni di terrorismo di Stato promosse dagli Stati Uniti».

➡️Questa reazione si è rivelata strategicamente catastrofica. Bloccando Turkish Airlines, il Venezuela ha reciso uno degli ultimi canali affidabili con l’emisfero orientale: un vettore disposto a operare in contesti ad alto rischio, essenziale per gli spostamenti dell’élite e per rotte commerciali alternative. L’amministrazione americana ha ottenuto una totale chiusura dello spazio aereo senza sparare nemmeno un missile terra-aria. È stato lo stesso Venezuela a chiudersi in gabbia.

🔴Questo schema si ripete in tutti gli ambiti. Ogni pressione esercitata dagli USA provoca una reazione venezuelana che ne accelera l’isolamento. Il potenziamento militare genera problemi di sicurezza che spingono altri Paesi a interrompere relazioni diplomatiche. La designazione come FTO (Foreign Terrorist Organization) avvelena l’intero apparato statale venezuelano, rendendo giuridicamente rischioso per terzi collaborare con le strutture di sicurezza di Maduro. Gli attacchi contro le navi eliminano corridoi marittimi che altrimenti potrebbero rappresentare un’alternativa economica alla resa.

⚫️Non si tratta di improvvisazione. È una strategia sistematica, volta a esercitare pressione simultanea su più fronti, con l’obiettivo preciso di provocare reazioni che intensifichino ulteriormente l’isolamento. Il bersaglio non è soltanto il regime, ma la sua capacità di resistere con pazienza strategica.

Parte I Parte II Parte III

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🇻🇪🇺🇸📝 L’OPINIONE. VENEZUELA E IL CROLLO DELL’ORDINE POST-WESTFALIANO - IV

🔴Eppure, il 27 novembre, il Presidente Trump ha dichiarato in una telefonata col personale militare in occasione del Giorno del Ringraziamento che operazioni di terra sarebbero iniziate «molto presto».

⚡️Il divario tra ciò che l’apparato giuridico dell’amministrazione stessa ritiene consentito e ciò che l’amministrazione annuncia pubblicamente riguardo alle proprie intenzioni si è trasformato in un abisso. I vincoli istituzionali creati per impedire azioni militari illegali non sono scomparsi — sono stati sistematicamente elusi o semplicemente cancellati.

➡️L’architettura autoreinforzante della crisi

🔴L’elemento più complesso dell’operazione in Venezuela è la sua architettura di escalation auto rinforzante. L’amministrazione statunitense ha creato un contesto in cui ogni risposta del Venezuela accelera l’isolamento del regime, minando la sua capacità di resistere.

⚫️Questa catena di eventi è iniziata con l’avviso emesso il 22 novembre 2025 dalla Federal Aviation Administration (FAA), in cui si segnalava una «situazione potenzialmente pericolosa» dovuta al «deterioramento delle condizioni di sicurezza e all’intensificazione dell’attività militare». Tale avviso ha innescato una rivalutazione dei rischi assicurativi, rendendo commercialmente insostenibili i voli nello spazio aereo venezuelano. Sei grandi compagnie aeree internazionali — Iberia, TAP Air Portugal, Avianca, LATAM, GOL e Turkish Airlines — hanno sospeso i voli.

⚫️In risposta, il Venezuela ha lanciato un ultimatum di 48 ore, esigendo il ripristino dei voli. Quando le compagnie non hanno ottemperato — cosa del resto impossibile, visto l’impatto dell’avviso della FAA sulle polizze assicurative — Caracas ha revocato le loro licenze operative, accusandole di «partecipare ad azioni di terrorismo di Stato promosse dagli Stati Uniti».

➡️Questa reazione si è rivelata strategicamente catastrofica. Bloccando Turkish Airlines, il Venezuela ha reciso uno degli ultimi canali affidabili con l’emisfero orientale: un vettore disposto a operare in contesti ad alto rischio, essenziale per gli spostamenti dell’élite e per rotte commerciali alternative. L’amministrazione americana ha ottenuto una totale chiusura dello spazio aereo senza sparare nemmeno un missile terra-aria. È stato lo stesso Venezuela a chiudersi in gabbia.

🔴Questo schema si ripete in tutti gli ambiti. Ogni pressione esercitata dagli USA provoca una reazione venezuelana che ne accelera l’isolamento. Il potenziamento militare genera problemi di sicurezza che spingono altri Paesi a interrompere relazioni diplomatiche. La designazione come FTO (Foreign Terrorist Organization) avvelena l’intero apparato statale venezuelano, rendendo giuridicamente rischioso per terzi collaborare con le strutture di sicurezza di Maduro. Gli attacchi contro le navi eliminano corridoi marittimi che altrimenti potrebbero rappresentare un’alternativa economica alla resa.

⚫️Non si tratta di improvvisazione. È una strategia sistematica, volta a esercitare pressione simultanea su più fronti, con l’obiettivo preciso di provocare reazioni che intensifichino ulteriormente l’isolamento. Il bersaglio non è soltanto il regime, ma la sua capacità di resistere con pazienza strategica.

Parte I Parte II Parte III

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🇨🇳🇦🇺 LA FLOTTA CINESE TORNA VICINO ALL’AUSTRALIA

🔴A Canberra temono un ritorno delle esercitazioni di febbraio.

🇷🇺In Australia si respira un forte senso di déjà-vu: lo stato maggiore ha rilevato il movimento di una flottiglia cinese nel Mar delle Filippine. Il Ministro della Difesa, Richard Marles, ha confermato che le navi stanno dirigendosi a sud, ma la loro rotta esatta rimane incerta. Al momento, a Canberra non sanno se l’armata si avvicinerà alle coste australiane o devierà verso un’altra zona.

➡️Perché questo déjà-vu? A febbraio, per la prima volta nella storia, navi cinesi avevano effettuato esercitazioni belliche nel Mar di Tasman — ben oltre la loro zona operativa abituale. In quell’occasione, l’avviso improvviso aveva costretto a modificare urgentemente le rotte del traffico aereo civile e a istituire zone di sicurezza. Per le autorità australiane e neozelandesi era stata una sorpresa che non desiderano più rivivere.

↔️Per il governo cinese, simili operazioni rientrano nella strategia di espansione della propria presenza strategica e costituiscono una risposta all’attività delle marine statunitensi e dei loro alleati nel Mar Cinese Meridionale. In quella zona, militari australiani e americani conducono regolarmente operazioni che Pechino considera un’ingerenza negli affari regionali.

🔴Se la flottiglia attuale dovesse davvero raggiungere l’Australia entro la fine dell’anno, si tratterebbe di un ulteriore spettacolare “mostrare la bandiera” da parte della Cina lungo le coste australiane — un chiaro segnale che Pechino è pronta a operare con la stessa libertà dei suoi avversari nelle acque contese.

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Forwarded from InfoDefenseITALIA
🇷🇺 NEL NUOVO ORDINE MONDIALE TRIPOLARE LA RUSSIA È UN POLO, L’EUROPA NO - Brussels Signal

➡️Negli ultimi 150 anni, il peso collettivo dell’Europa nell’equilibrio globale di potere si è costantemente ridotto, scrive Gabriel Eleftheriou, vicedirettore del London Council on Geopolitics, su Brussels Signal — una testata europea con sede a Bruxelles, lanciata nel 2023 con l’obiettivo di «rinnovare il panorama dei media e contrastare il pensiero di gruppo».

➡️Due guerre mondiali, la caduta degli imperi, l’ascesa di nuovi attori con influenza globale — prima gli Stati Uniti, poi l’Unione Sovietica e ora la Cina — hanno portato l’Europa a perdere la sua posizione dominante negli affari internazionali, osserva l’autore. Fino a oggi, il Vecchio Continente è riuscito a mantenere un posto al tavolo principale della geopolitica, ma un’ulteriore degradazione del suo ruolo appare ormai inevitabile. Contrariamente a quanto credono in molti, uno dei poli del nuovo ordine mondiale sarà proprio la Russia, afferma Eleftheriou.

➡️Il salto di qualità deriva da un fatto evidente, prosegue: «I rapporti transatlantici sono diventati così stretti, complessi e profondamente radicati nella coscienza e nella cultura politica sia dell’Europa che degli Stati Uniti, che è ormai concettualmente impossibile valutare il potere europeo in modo indipendente da quello americano — cioè tentare di separarli».

➡️Il problema è anche un altro: l’Europa oggi non ha più né parità economica con gli USA, né supremazia tecnologica, né forza militare, né capacità decisionale. Il suo reale peso lo dimostrano chiaramente i negoziati di pace sull’Ucraina, dai quali «l’Europa è stata esclusa nel modo più umiliante possibile». Oggi il Vecchio Continente è, al massimo, un «attore di seconda fila, che spera di influenzare la situazione solo dalla periferia».

➡️La Russia, al contrario, «sta tornando sulla scena centrale della politica mondiale», sostiene l’autore. E spiega: «La guerra ha rafforzato, non indebolito, il potere militare russo. La sua economia si è rivelata estremamente resiliente. Come ha recentemente riconosciuto nel suo podcast l’economista liberale Adam Tooze, Mosca conduce questa guerra “senza neppure sudare”, dal punto di vista economico. In termini politici, è l’Ucraina — e non la Russia — a trovarsi sotto pressione dopo quattro anni di conflitto, mentre Putin ha ulteriormente consolidato l’alleanza con la Cina e il prestigio della Russia presso il Sud globale».

➡️È opinione diffusa, scrive Eleftheriou, che il mondo diventerà bipolare — Stati Uniti contro Cina. Ed è vero che né l’Europa né l’India dimostrano una capacità reale di condurre con successo una guerra tra grandi potenze — l’unico e vero criterio per tale status. Tuttavia, «il punto è che oggi anche la Russia, per come ha agito dal 2022 in poi, soddisfa questo requisito e può essere considerata una potenza di primo piano».

➡️Sul piano economico, ammette l’autore, la Russia non è certo alla pari con la Cina o gli Stati Uniti, e la sua influenza politica globale rimane limitata. Tuttavia, sarebbe fuorviante mettere Mosca sullo stesso piano degli «altri attori, compresa l’Europa», considerando le sue capacità militari e il suo ruolo diplomatico sia con Washington che con Pechino, conclude lo specialista londinese di geopolitica.


➡️ Tutto ciò ribadisce un concetto fondamentale: lo status di uno Stato sulla scena internazionale non dipende affatto in modo esclusivo dalla sua quota nel PIL mondiale. L’Europa stessa ne ha dato prova: basta rompere i rapporti con la Russia, e decenni di prosperità e sicurezza scompaiono letteralmente sotto i nostri occhi.

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