Canale di Spiritualità
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"Rinate pulsano le vene della vita
a salutare con dolcezza l'alba dell'etere.
Tu sei rimasta, terra, salda anche questa notte e ricreata respiri ai miei piedi.
Già imprendi a avvolgermi di gioia:
tu svegli e smuovi una decisa volontà di tendere senza requie a più alta esistenza...
Guarda lassù! Le vette giganti dei monti già danno annunzio dell'ora più solenne: godono prime della luce eterna che più tardi fino a noi quaggiù discende.
Ora si donano nuove chiarità e nitidezza ai pendii verdi dei prati dell'alpe e a grado a grado verso il basso si distendono.
Il sole spunta!... Ah, le pupille che il dolore trafigge già distolgo abbacinato.

E così è, quando un ansioso sperare
al desiderio più alto intendendo fiducioso penetra ampie, a esaudirsi, le porte.
Ma su da quegli eterni abissi erompe
un eccesso di fiamma: e ci fermiamo attoniti.
Noi volevamo accendere la torcia della vita: un mare di fuoco ci avvolge. E che fuoco!
È amore, è odio quel che arde e ci recinge, dolore e gioia alternando tremendo sì che si torna a atterrare lo sguardo per farci schermo nei veli più giovani?

E allora, che il sole mi resti alle spalle!
La cascata che tuona tra le rocce,
guardandola s'avviva sempre più la mia gioia.
Di salto in salto ora s'abbatte e in mille e mille rivoli si sperde
in aria sibilando schiume.
Ma come da questa tempesta sgorga sovrano e si volge l'arcobaleno immobile cangiante,
ora di puro disegno ora diffuso in cielo e fresco irradia intorno aereo un brivido!
È una figura dell'agire umano.
Medita su di esso e meglio capirai:
soltanto nei colori del suo riflesso ci è dato possedere la vita."

Goethe, Faust
Il libro Rosso, Jung.
"Non dobbiamo innalzare le mani al cielo, né pregare il guardiano del tempio che ci permetta di avvicinarci agli orecchi della statua del Dio, quasi che così potessimo più facilmente essere ascoltati: la divinità ti sta vicino, è con te, è dentro di te."

Seneca, Epistole, 41
Hegel. Storia della filosofia di Nicola Abbagnano
https://www.twitch.tv/g_vuoto
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Live Twitch ora. Commenti video su YouTube del Maestro zen Engaku Taino
13 Giugno 1970
I.: Ditemi, per favore, come vi siete realizzato.
M.: Incontrai il mio maestro a 34 anni e mi realizzai a 37.
I.: Che cosa accadde, che cosa cambiò?
M.: Piacere e dolore persero la presa su di me. Fui libero dal desiderio e dalla paura. Colmo, senza bisogno di nulla. Vidi che nell'oceano della pura consapevolezza, sulla superficie della coscienza universale, le onde dei mondi fenomenici si levano e si abbassano senza inizio e senza fine. Come
coscienza, sono tutte me. Come eventi, sono tutti miei. C'è un potere misterioso che li governa: la consapevolezza, il Sé, la Vita, Dio o comunque lo chiami. È il fondamento, l'ultimo sostegno di ciò che è, come l'oro è la base di tutti i gioielli. È così intimamente nostro! Sottrai ai gioielli il nome e la forma, e l'oro diventa ovvio. Sii libero dal nome e dalla forma, dai desideri e le paure che essi
comportano. Che resterà?
I.: Niente.
M.: Resta il vuoto. Ma è pieno fino all'orlo. È il perenne potenziale, mentre la coscienza è il perenne attuale.
I.: Per "potenziale" intendete il futuro?
M.: Passato, presente, futuro; e infinitamente di più.
I.: Se il mondo è vuoto, serve a poco.
M.: Come puoi dirlo? Senza una continuità continua come può esserci rinascita? O rinnovamento senza la morte? Anche la tenebra del sonno ristora e rinnova. Senza la morte, saremmo confitti in un'eterna senilità.
I.: L'immortalità esiste?
M.: Vedere la vita e la morte come gli aspetti di un unico essere, essenziali l'una all'altra, è immortalità. Scorgere la fine nel principio e il principio nella fine è l'indizio dell'eternità. Senza dubbio, l'immortalità non è una continuità. Solo il mutamento è continuo. Nulla perdura.
I.: La consapevolezza ha una durata?
M.: La consapevolezza non è nel tempo. Il tempo esiste solo nella coscienza. Oltre la coscienza, dove sono il tempo e lo spazio?
I.: Nel campo della coscienza c'è anche il corpo.
M.: Certo. Ma l'idea "il mio corpo", come diverso dagli altri, non c'è. Per me è: "il corpo", non "il
mio corpo"; "la mente", non "la mia mente". La mente bada al corpo e io non devo interferire. Tutto è come va fatto, normalmente e naturalmente. Puoi non essere al cento per cento cosciente delle tue funzioni fisiologiche, ma quando risali ai pensieri e ai sentimenti, ai desideri e alle paure, l'autocoscienza diventa automatica. Per me, quell'insieme è largamente inconscio. Mi vedo dire e fare cose al modo giusto, ma non partecipo. Come se la vita fisica di veglia si svolgesse meccanicamente, con reazioni spontanee e intonate.
I.: Questa risposta spontanea è un risultato di realizzazione o di allenamento?
M.: Di tutt'e due. La dedizione allo scopo ti fa vivere una vita pulita e ordinata, tesa alla ricerca della verità, e al bene altrui. A sua volta la realizzazione la rende facile e spontanea, rimuovendo per sempre gli ostacoli dei desideri, delle paure e delle idee errate.
I.: Non desiderate, non temete ormai più?
M.: Il mio destino era di essere un uomo semplice, un comune commerciante, umile e poco istruito. La mia vita era proprio ordinaria, con desideri e paure ordinarie. Quando la fede nel maestro e
l'obbedienza alle sue parole mi fecero incontrare il vero me stesso, mi lasciai alle spalle la mia natura umana, che badasse pure a se stessa finché il suo destino si è esaurito. Di quando in quando una vecchia reazione, emotiva o mentale, riaffiora, ma è subito circoscritta e abbandonata.
Dopotutto, finché si è legati alla persona, si è esposti alle sue idiosincrasie e ai suoi rigetti.

Io sono quello- Sri Nisargadatta Maharaj
"Chi parlava allora in me? E di problemi tanto superiori alla mia conoscenza? Chi congiungeva mondo celeste e mondo sotterraneo e poneva le fondamenta di tutto ciò che avrebbe agitato la seconda metà della mia vita con tumulti appassionati? Chi turbava la serena innocenza della fanciullezza con gravi presentimenti della vita più matura? Chi se non quell'ospite straniero venuto sia dal mondo celeste che da quello degli inferi?
Con questo sogno infantile fui iniziato ai segreti della terra; ciò che avvenne allora fu una specie di seppellimento nella terra, e molti anni dovevano passare prima della mia resurrezione. Oggi so che ciò avvenne affinché la massima luce si facesse nell'oscurità. Fu una sorta di iniziazione al regno delle tenebre: la mia vita intellettuale ebbe le sue inconsce origini in quell'epoca."

Jung - Ricordi, Sogni, Riflessioni
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Poiché temo la grande pioggia,
cerco una casa dove ripararmi,
la Vacuità è la mia casa
occuparmi di essa mi rende felice.

Poiché temo il freddo,
cerco di possedere delle vesti,
il Fuoco Interiore è il mio vestito,
in esso trovo sufficiente calore e ardore.

Poiché temo la povertà
cerco denaro all’esterno,
ma trovo pietre preziose dentro di me,
il Sé è il donatore.

Poiché temo la fame,
cerco il cibo e vado a mendicare,
il samadhi è un buon cibo
che mi sazia all’istante.

Poiché temo la sete
cerco qualcosa da bere,
la Consapevolezza è un buon vino,
non ho nient’altro a cui pensare.

Poiché temo la solitudine,
cerco un amico dall’aspetto piacevole,
la Beatitudine del Vuoto è il migliore,
non sento più il bisogno di un caro amico.

poiché temo di perdermi
cerco un sentiero che non mi tradisca,
trovo la via più breve del due-in-uno,
non ho più paura di sbagliare strada.

Milarepa
Canale di un carissimo amico, dove potrete trovare materiale serio di spiritualità:

https://t.me/portasenzaporta
"Sedere è la pratica della Realtà della vita. Sedere è non-attività. È la vera forma del Sè. Al di fuori di esso, non vi è alcun luogo in cui cercare il buddhadharma."

Eihei Dōgen
Dal Terzo Discorso della Bhagavad Gita, Ed. Mediterranee:

"19. Colui le cui imprese sono prive di desideri e di scopi (egoistici), e le cui azioni sono state bruciate dal fuoco della conoscenza, lui i savi chiamano un saggio.
20. Avendo abbandonato l'attaccamento ai frutti delle azioni, sempre contento, da nulla dipendendo, egli non fa nulla sebbene impegnato in attività.
21. Senza attese e con la mente e il sé controllato, avendo abbandonato ogni cupidigia, compiendo azioni semplicemente per il corpo, egli non incorre in nessun peccato.
22. Contento con quello che gli viene senza sforzo, libero da invidia e dalle coppie di opposti, equilibrato in successo e fallimento, sebbene agente, egli non è vincolato.
23. Per uno che è libero da attaccamenti, che è liberato, la cui mente è stabilita nella conoscenza, che lavora per amore del sacrificio (per amore di Dio), l'intera azione è dissolta.
24. Brahman è l'oblazione; Brahman è il burro chiarificato (ghee); da Brahman l'oblazione è versata nel fuoco di Brahman; in verità Brahman sarà raggiunto da colui che vede sempre Brahman in azione.

Commento: Quando uno raggiunge la conoscenza del Sé, la propria intera vita diventa allora un sacrificio di saggezza, in cui l'oblazione, il burro sciolto o l'offerta, l'esecutore del sacrificio, l'azione e l'obiettivo, sono tutti il Sé."