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🟰🟰🟰CHAT GPT E ISRAELE: NULLA È CASUALE🟰🟰🟰
‼️Non vedo come possa essere meno chiaro di cosi‼️
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🚨‼️⚠️
Confido (meno di dieci giorni del mese, zero su zero quasi tutti i giorni, è un massacro, è disumano) in un vostro pronto intervento a scongiurare l’irreparabile (che sono certo non volete) per cui (grazie di cuore) vogliate intervenire - Grazie
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🛑N.B. Il presente messaggio di richiesta donazioni a sostegno del mio lavoro e dunque della vita stessa del Canale verrà sempre proposto due volte al giorno per poi non essere più riproposto nel momento in cui le donazioni arriveranno spontanee e congrue rispetto all’impegno e al servizio offerto 365 giorni all’anno sul Canale e in privato
🛑N.B.2 Qualora alla fine del mese non vi fosse il sostegno minimo per poter andare avanti nella vita come nel lavoro sul Canale, ne trarrò le inevitabili conclusioni
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🎵 🎶💫 Il 23 SETTEMBRE 2025 ESCE LA MIA NUOVA CANZONE 🎶🎵💫
✔️Ecco a voi altri 2 indizi: ora sono 8 quattro
1) Luna
2) Cantastorie
3) Danza
4) Blu
5) Luce
6) Melodie
7) Note
8) Notte
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Davide
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VIDEO | L’Italia nonostante il Trattato del 1975
Davide
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🟰🟰🟰GIUSEPPE FAVA 7 GIORNI PRIMA DELLA MORTE: È STATO UCCISO DALLA MAFIA (STATO) PER QUESTE SUE PAROLE🟰🟰🟰
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🟰🟰🟰COSA DISSE SANDRO PERTINI?🟰🟰🟰
🚨INTANTO 👇
✔️L'Arabia Saudita e il Pakistan, dotato di armi nucleari, hanno firmato un accordo di difesa reciproca, in base al quale un attacco a uno dei due Paesi sarà considerato un attacco a entrambi
❗️ L’Estonia richiede l’attivazione dell’articolo 4 della Nato, per consultazioni con gli Alleati.
BREVE COMMENTO PERSONALE | Nel 1981 ai microfoni Rai di Enzo Biagi, il presidente della repubblica Sandro Pertini affermò: “Siamo sempre stati dalla parte degli ebrei quando essi perseguitati, ma erano perseguitati in europa, mon in medioriente dove ora hanno uno stato che massacra la Palestina. Occorre fermare questa escalation per evitare la fine sul pianeta”. Io (Davide Zedda) credo che queste parole siano molto importanti per il semplice fatto che non o che Usa e Russia giungano ad una guerra nucleare, ma il rischio che la distruzione globale del pianeta possa partire dal medioriente non è utopia, ma qualcosa di concreto. In quasi tutto il medioriente vi sono nazioni che in nome del loro Dio sarebbero felici di guadagnarsi il loro promesso paradiso aliminando con una guerra atomica il genere umano e la voga stessa umana e animale sulla faccia della terra. Oggi il medioriente è una polveriera pronta ad esplodere ogni giorno di più.
Davide Zedda
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BREVE COMMENTO PERSONALE | Nel 1981 ai microfoni Rai di Enzo Biagi, il presidente della repubblica Sandro Pertini affermò: “Siamo sempre stati dalla parte degli ebrei quando essi perseguitati, ma erano perseguitati in europa, mon in medioriente dove ora hanno uno stato che massacra la Palestina. Occorre fermare questa escalation per evitare la fine sul pianeta”. Io (Davide Zedda) credo che queste parole siano molto importanti per il semplice fatto che non o che Usa e Russia giungano ad una guerra nucleare, ma il rischio che la distruzione globale del pianeta possa partire dal medioriente non è utopia, ma qualcosa di concreto. In quasi tutto il medioriente vi sono nazioni che in nome del loro Dio sarebbero felici di guadagnarsi il loro promesso paradiso aliminando con una guerra atomica il genere umano e la voga stessa umana e animale sulla faccia della terra. Oggi il medioriente è una polveriera pronta ad esplodere ogni giorno di più.
Davide Zedda
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In Italia tante manifestazioni pro Palestina e Gaza, non si capisce neppure bene se è chiaro il concetto del contro Israele e du chi come l’Italia fornisce loro le armi per uccidere e disintegrare la martoriata terra mediorientale, Gaza in primis. Mi occupo di Palestina e Gaza da 35 anni, qui sul canale dal 7 ottobre 2023.
Mi ricordo i primi coraggiosi che manifestavano contro Israele e il genocidio (olocausto in corso in Palestina) ricordo in primis i loro volti sanguinanti causa manganellate da padre delle forze dell’ordine che su indicazione governativa massacravano chiunque manifestasse pro Gaza, pro Palestina e contro Israele ed i suoi complici, Italia in primis.
Eravamo in pochi, pochissimi, ed eravamo in una condizione tale da poter fare pressione affinché il massacro terminasse in tempi brevi, anche perché ben sappiamo il 7 ottobre fu un false flag si Israele che giustificasse (si fa per dire) la reazione sionista quale soluzione finale, la vittima divenne (ma lo è sempre stata) carnefice.
Belle le piazze piene di oggi a sostegno della causa palestinese, belle e pacifiche, nessuno più prende manganellate. Belle, ma inutile poiché tardive.
La soluzione finale è giunta alla sua fine, all’atto finale. Dove stavano tutte queste persone quando si poteva ancora evitare l’irreparabile?
A casa, zitte, neppure sapevano.
Come un copione da seguire.
Prima le botte e il sangue ai pochi che agirono per tempo, poi ora (complice il mainstream che serve a quello) ecco lo sdegno e l’indignazione globale.
Tutti in piazza, quando ormai è inutile.
Le elite utilizzano sempre lo stesso copione: quello della disinformazione, del caos, quindi delle ormai inutili pressioni di piazza.
Ne sto vedendo tante piazze, abbastanza vuote.
Poi c’e la scandalosa piazza social.
Davide Zedda
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Mi ricordo i primi coraggiosi che manifestavano contro Israele e il genocidio (olocausto in corso in Palestina) ricordo in primis i loro volti sanguinanti causa manganellate da padre delle forze dell’ordine che su indicazione governativa massacravano chiunque manifestasse pro Gaza, pro Palestina e contro Israele ed i suoi complici, Italia in primis.
Eravamo in pochi, pochissimi, ed eravamo in una condizione tale da poter fare pressione affinché il massacro terminasse in tempi brevi, anche perché ben sappiamo il 7 ottobre fu un false flag si Israele che giustificasse (si fa per dire) la reazione sionista quale soluzione finale, la vittima divenne (ma lo è sempre stata) carnefice.
Belle le piazze piene di oggi a sostegno della causa palestinese, belle e pacifiche, nessuno più prende manganellate. Belle, ma inutile poiché tardive.
La soluzione finale è giunta alla sua fine, all’atto finale. Dove stavano tutte queste persone quando si poteva ancora evitare l’irreparabile?
A casa, zitte, neppure sapevano.
Come un copione da seguire.
Prima le botte e il sangue ai pochi che agirono per tempo, poi ora (complice il mainstream che serve a quello) ecco lo sdegno e l’indignazione globale.
Tutti in piazza, quando ormai è inutile.
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Ne sto vedendo tante piazze, abbastanza vuote.
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🚨‼️⚠️ È ALLARME ROSSO TOTALE: LEGGERE CON LA MASSIMA ATTENZIONE ⚠️ ⚠️👇
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IL SALOTTO DELLE 13:00 | Boom 💥 …
Davide
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🎵 🎶💫 Il 23 SETTEMBRE 2025 ESCE LA MIA NUOVA CANZONE 🎶🎵💫
✔️Ecco a voi un nuovo indizio: ora sono 9
1) Luna
2) Cantastorie
3) Danza
4) Blu
5) Luce
6) Melodie
7) Note
8) Notte
9) Poesie
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🟰🟰🟰CHAT GP4 E LE TRE REGOLE PER DISTRUGGERE LA SALUTE DELLE DONNE NEL 2025: VIDEO BOMBA 💣 🟰🟰🟰
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🟰🟰🟰⚠️⭕️‼️IL 3 NOVEMBRE E LA FAKE TERRORISTICA DEL FANTOMATICO GENERALE NATO SULLO SCOPPIO DELLA TERZA GUERRA MONDIALE: LEGGERE TUTTO FINO IN FONDO🟰🟰🟰⚠️⭕️‼️
“Secondo l’ex gen. NATO Shirreff, la Terza Guerra Mondiale inizierà il 3/11/2025. Un blackout nei Baltici precederà l’invasione russa. Con l’inazione USA e l’attacco cinese a Taiwan, la NATO crollerà in 5 giorni.
Le analisi strategiche, i rapporti di intelligence e le fosche previsioni convergono ora su un’unica, terrificante data: 3 novembre 2025. Segnate questo giorno sul calendario, perché secondo il Generale Sir Richard Shirreff, ex Vice Comandante Supremo delle forze NATO in Europa, sarà il giorno in cui scoppierà la Terza Guerra Mondiale. Non è un’ipotesi vaga, ma una previsione agghiacciante e dettagliata, riportata dal Daily Mail e dal Messaggero, che delinea un piano d’attacco preciso e un esito catastrofico: la disintegrazione della NATO e la sconfitta dell’Occidente in soli cinque giorni.
La previsione di Shirreff non nasce dal nulla. Si salda perfettamente al quadro di una crisi globale su tre fronti – Europa, Medio Oriente, Asia – che abbiamo già analizzato. La sua non è una nuova profezia, ma l’anello mancante, il casus belli che innesca la catastrofe latente. La sua analisi fornisce la sceneggiatura per l’atto finale di un mondo sull’orlo del baratro, unendo la minaccia russa, il tradimento americano e l’ambizione cinese in un’unica, inarrestabile sequenza di eventi.
Il piano d’attacco: la guerra inizia al buio
Secondo il Generale Shirreff, il primo colpo della Terza Guerra Mondiale non sarà un missile, ma un click. L’attacco inizierà il 3 novembre 2025 con un massiccio cyberattacco coordinato, progettato per scatenare un blackout totale nei Paesi Baltici. Estonia, Lettonia e soprattutto Lituania piomberanno nell’oscurità. L’attacco, attribuibile a hacker russi e bielorussi, non è fantascienza: richiama da vicino le recenti interruzioni che hanno paralizzato alcuni dei più importanti aeroporti europei.
Il blackout, spiega Shirreff, non si limiterà ai Baltici. Come un virus, si estenderà rapidamente al resto d’Europa, colpendo le reti elettriche, le comunicazioni, i sistemi bancari e i trasporti. Il caos che ne deriverà sarà tale da costringere i governi a imporre la legge marziale, trasformando le democrazie europee in stati di emergenza. La data del 3 novembre non è casuale: Shirreff la individua come il momento di massima vulnerabilità energetica per potenze come Regno Unito, Francia e Germania, che potrebbero trovarsi a corto di scorte di energia elettrica e quindi meno resilienti a uno shock sistemico.
🛑🛑🛑 IL MIO COMMENTO | Certo, è una puttanata inventata di sana pianta che però ha reso il pezzo virale e molto remunerativo al sito di provenienza che qui non promuoverò. Si sa, giocare sulla paura delle persone rende bene, in tantissimi mi avete segnalato sollecitandomi un commento, un intervento. Ho ho letto con grande attenzione. Detto (non ve ne siete accorti?) che siamo gia dentro una terza guerra mondiale cosidetta a pezzi, va da sé che quando la paura fa novanta vi destate e mi cercate, ovviamente rispondo, non mi sottraggo. Nessuno è in grado di sapere quando e come scoppierà la terza guerra mondiale, neppure Trump e Purin, nessuno. E non vi sarà mai nessuno che verrà ad avvisare in anticipo. Questo articolo è la prova provata che solo il terrorismo desta le coscienze e le paure della gente, perché questo pezzo è il classico pezzo che porta la gente a temere per la propria sorte, insomma, il problema è tale quando tocca direttamente la persona. È molto più credibili (sarà così) il mio “oggi a loro, domani a noi” in riferimento alla questione Israele, Gaza, Palestina. Ma apparendo dal pubblico (che non ho) nessuno se ne preoccupa. Dunque, accadrà. Ci si sente alla prossima fake terroristica.
Davide Zedda
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“Secondo l’ex gen. NATO Shirreff, la Terza Guerra Mondiale inizierà il 3/11/2025. Un blackout nei Baltici precederà l’invasione russa. Con l’inazione USA e l’attacco cinese a Taiwan, la NATO crollerà in 5 giorni.
Le analisi strategiche, i rapporti di intelligence e le fosche previsioni convergono ora su un’unica, terrificante data: 3 novembre 2025. Segnate questo giorno sul calendario, perché secondo il Generale Sir Richard Shirreff, ex Vice Comandante Supremo delle forze NATO in Europa, sarà il giorno in cui scoppierà la Terza Guerra Mondiale. Non è un’ipotesi vaga, ma una previsione agghiacciante e dettagliata, riportata dal Daily Mail e dal Messaggero, che delinea un piano d’attacco preciso e un esito catastrofico: la disintegrazione della NATO e la sconfitta dell’Occidente in soli cinque giorni.
La previsione di Shirreff non nasce dal nulla. Si salda perfettamente al quadro di una crisi globale su tre fronti – Europa, Medio Oriente, Asia – che abbiamo già analizzato. La sua non è una nuova profezia, ma l’anello mancante, il casus belli che innesca la catastrofe latente. La sua analisi fornisce la sceneggiatura per l’atto finale di un mondo sull’orlo del baratro, unendo la minaccia russa, il tradimento americano e l’ambizione cinese in un’unica, inarrestabile sequenza di eventi.
Il piano d’attacco: la guerra inizia al buio
Secondo il Generale Shirreff, il primo colpo della Terza Guerra Mondiale non sarà un missile, ma un click. L’attacco inizierà il 3 novembre 2025 con un massiccio cyberattacco coordinato, progettato per scatenare un blackout totale nei Paesi Baltici. Estonia, Lettonia e soprattutto Lituania piomberanno nell’oscurità. L’attacco, attribuibile a hacker russi e bielorussi, non è fantascienza: richiama da vicino le recenti interruzioni che hanno paralizzato alcuni dei più importanti aeroporti europei.
Il blackout, spiega Shirreff, non si limiterà ai Baltici. Come un virus, si estenderà rapidamente al resto d’Europa, colpendo le reti elettriche, le comunicazioni, i sistemi bancari e i trasporti. Il caos che ne deriverà sarà tale da costringere i governi a imporre la legge marziale, trasformando le democrazie europee in stati di emergenza. La data del 3 novembre non è casuale: Shirreff la individua come il momento di massima vulnerabilità energetica per potenze come Regno Unito, Francia e Germania, che potrebbero trovarsi a corto di scorte di energia elettrica e quindi meno resilienti a uno shock sistemico.
🛑🛑🛑 IL MIO COMMENTO | Certo, è una puttanata inventata di sana pianta che però ha reso il pezzo virale e molto remunerativo al sito di provenienza che qui non promuoverò. Si sa, giocare sulla paura delle persone rende bene, in tantissimi mi avete segnalato sollecitandomi un commento, un intervento. Ho ho letto con grande attenzione. Detto (non ve ne siete accorti?) che siamo gia dentro una terza guerra mondiale cosidetta a pezzi, va da sé che quando la paura fa novanta vi destate e mi cercate, ovviamente rispondo, non mi sottraggo. Nessuno è in grado di sapere quando e come scoppierà la terza guerra mondiale, neppure Trump e Purin, nessuno. E non vi sarà mai nessuno che verrà ad avvisare in anticipo. Questo articolo è la prova provata che solo il terrorismo desta le coscienze e le paure della gente, perché questo pezzo è il classico pezzo che porta la gente a temere per la propria sorte, insomma, il problema è tale quando tocca direttamente la persona. È molto più credibili (sarà così) il mio “oggi a loro, domani a noi” in riferimento alla questione Israele, Gaza, Palestina. Ma apparendo dal pubblico (che non ho) nessuno se ne preoccupa. Dunque, accadrà. Ci si sente alla prossima fake terroristica.
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🟰🟰🟰RISPONDO ALLA VOSTRA DOMANDA: IN TANTI MI AVETE CHIESTO IL REALE SIGNIFICATO DELLA BANDIERA DELLA PALESTINA 🟰🟰🟰
✔️Il nero rappresenta l’esilio sofferto dal popolo palestinese
✔️Il bianco, la pace
✔️Il verde, la speranza di poter vivere in una terra fertile
✔️Il rosso è il sangue versato di centinaia di migliaia di Palestinesi
Davide Zedda
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3) Danza
4) Blu
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6) Melodie
7) Note
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VIDEO | Il caso Leone XIV e non solo: analisi e considerazioni
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🟰🟰🟰LA FOLLE SPESA DELL’ITALIA (SOLDI NOSTRI) PER GLI F=35🟰🟰🟰
✔️Il programma degli F-35, l’aereo da combattimento di quinta generazione prodotto dalla statunitense Lockheed Martin, continua a dividere gli alleati europei. Negli ultimi mesi, diversi Paesi hanno ridimensionato o abbandonato i loro piani di acquisto, segnalando i costi crescenti e l’eccessiva dipendenza da Washington. L’Italia, invece, ha scelto di muoversi nella direzione opposta, confermando nuove commesse e rafforzando il proprio impegno con l’acquisto di 25 F-35, per una spesa complessiva di 7 miliardi entro il 2035. Nato per sostituire i vecchi caccia F-16 e promettere superiorità tecnologica, l’F-35 si è trasformato in un simbolo di costi fuori controllo, dipendenza strategica dagli Stati Uniti e vulnerabilità operativa. Il disimpegno di alcuni Stati evidenzia vari nodi legati agli F-35: progettati come caccia leggeri e multiuso, si sono trasformati in velivoli pesanti e onerosi, con un prezzo medio superiore ai 100 milioni di dollari ciascuno e costi di gestione che il Pentagono stima in oltre 1.450 miliardi di dollari nel lungo periodo.
✔️In questo scenario di ritirate e ripensamenti, l’Italia rappresenta un’eccezione. Roma ha già acquistato 25 F-35, pagandoli circa 280 milioni di euro ciascuno considerando software, sensori e pacchetti di supporto, vale a dire più del triplo del prezzo ufficiale. Eppure, il governo ha deciso di proseguire. Secondo il Documento programmatico pluriennale della Difesa 2024-2026, l’Italia spenderà altri 7 miliardi di euro entro il 2035 per acquisire 15 F-35A a decollo convenzionale (portando così il totale a 75) e 10 F-35B a decollo e atterraggio verticale (portando a 40 il numero di velivoli di questo tipo a disposizione). La spesa comprende motori, equipaggiamenti, aggiornamenti, supporto logistico e interventi infrastrutturali come l’adeguamento della nave Trieste affinché possa operare con i nuovi velivoli e della base di Grottaglie. Così la flotta nazionale passerà da 90 a 115 velivoli, avvicinandosi all’obiettivo storico dei 131 esemplari fissato già nel 2009.
✔️Considerate le spese già effettuate negli anni, la spesa totale per le casse dello Stato raggiunge i 25 miliardi di euro. Da un lato, il governo rivendica la necessità di mantenere un rapporto privilegiato con Washington e di garantire la modernizzazione delle forze armate, dall’altro, emergono critiche per i costi fuori scala, aggravati da un contesto economico segnato da tagli e ristrettezze in altri settori. Non mancano neppure i dubbi operativi: gli stessi vertici militari statunitensi ne hanno ammesso i limiti: il generale Charles Brown Jr., Capo di Stato maggiore dell’aeronautica, ha definito gli F-35 aerei «costosi e inaffidabili», zavorrati da una tecnologia complessa soggetta a «frequenti bug».
✔️L’Europa appare, quindi, divisa tra chi cerca di ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti e chi, come l’Italia, consolida la sua fedeltà al programma, accettando l’acquisto dei caccia multiruolo di quinta generazione come prezzo inevitabile per rimanere ancorata all’ombrello atlantico.
(FONTE)
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✔️Il programma degli F-35, l’aereo da combattimento di quinta generazione prodotto dalla statunitense Lockheed Martin, continua a dividere gli alleati europei. Negli ultimi mesi, diversi Paesi hanno ridimensionato o abbandonato i loro piani di acquisto, segnalando i costi crescenti e l’eccessiva dipendenza da Washington. L’Italia, invece, ha scelto di muoversi nella direzione opposta, confermando nuove commesse e rafforzando il proprio impegno con l’acquisto di 25 F-35, per una spesa complessiva di 7 miliardi entro il 2035. Nato per sostituire i vecchi caccia F-16 e promettere superiorità tecnologica, l’F-35 si è trasformato in un simbolo di costi fuori controllo, dipendenza strategica dagli Stati Uniti e vulnerabilità operativa. Il disimpegno di alcuni Stati evidenzia vari nodi legati agli F-35: progettati come caccia leggeri e multiuso, si sono trasformati in velivoli pesanti e onerosi, con un prezzo medio superiore ai 100 milioni di dollari ciascuno e costi di gestione che il Pentagono stima in oltre 1.450 miliardi di dollari nel lungo periodo.
✔️In questo scenario di ritirate e ripensamenti, l’Italia rappresenta un’eccezione. Roma ha già acquistato 25 F-35, pagandoli circa 280 milioni di euro ciascuno considerando software, sensori e pacchetti di supporto, vale a dire più del triplo del prezzo ufficiale. Eppure, il governo ha deciso di proseguire. Secondo il Documento programmatico pluriennale della Difesa 2024-2026, l’Italia spenderà altri 7 miliardi di euro entro il 2035 per acquisire 15 F-35A a decollo convenzionale (portando così il totale a 75) e 10 F-35B a decollo e atterraggio verticale (portando a 40 il numero di velivoli di questo tipo a disposizione). La spesa comprende motori, equipaggiamenti, aggiornamenti, supporto logistico e interventi infrastrutturali come l’adeguamento della nave Trieste affinché possa operare con i nuovi velivoli e della base di Grottaglie. Così la flotta nazionale passerà da 90 a 115 velivoli, avvicinandosi all’obiettivo storico dei 131 esemplari fissato già nel 2009.
✔️Considerate le spese già effettuate negli anni, la spesa totale per le casse dello Stato raggiunge i 25 miliardi di euro. Da un lato, il governo rivendica la necessità di mantenere un rapporto privilegiato con Washington e di garantire la modernizzazione delle forze armate, dall’altro, emergono critiche per i costi fuori scala, aggravati da un contesto economico segnato da tagli e ristrettezze in altri settori. Non mancano neppure i dubbi operativi: gli stessi vertici militari statunitensi ne hanno ammesso i limiti: il generale Charles Brown Jr., Capo di Stato maggiore dell’aeronautica, ha definito gli F-35 aerei «costosi e inaffidabili», zavorrati da una tecnologia complessa soggetta a «frequenti bug».
✔️L’Europa appare, quindi, divisa tra chi cerca di ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti e chi, come l’Italia, consolida la sua fedeltà al programma, accettando l’acquisto dei caccia multiruolo di quinta generazione come prezzo inevitabile per rimanere ancorata all’ombrello atlantico.
(FONTE)
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