Flavius Florin Harabor || 2088.it
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Questo è il canale del progetto 2088.it. Esso rappresenta il sito personale di Flavius Florin Harabor (aka @ErBoss88).

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Forwarded from Toolperstartup
Se non siete al mare potete approfittare della promo di Bolt che questo week end è completamente gratuito.
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Forwarded from InsideSEO
🚀 È arrivata la SEO Master Suite – Beta (quasi Release Candidate)

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Forwarded from Toolperstartup
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Forwarded from Toolperstartup
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Forwarded from Fast Forward
LinkedIn è l'ultima deriva della Content Creation: ma è un processo Naturale
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Voglio dare un consiglio, anzi due, a tutte le persone che non fanno parte di quella categoria.
La dura vita del programmatore è anche questa...

Capita spesso che le cose non coincidano 🤓😂

Tag: #meme #fun #dev
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Forwarded from Toolperstartup
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L'ultimo concerto è stato come una lettera d'addio e un testamento...

Si lo so che fa strano che io pubblichi un post del genere e soprattutto per parlare di una persona come lui, però va detto che quando sono in macchina da solo o quando mi rinchiudo nel mio mondo con le cuffie sparate ad alto volume, lui è uno degli artisti che nel periodo dell'università e ancora oggi mi hanno fatto stare calmo, scrivere codice e non pensare a nulla se non al solo testo della canzone che ascoltavo...
🥺🥺🥺🥺🥺

🎧 Mama, I'm Coming Home
⛓️ https://music.youtube.com/watch?v=GL_SEtGA1ag&si=IvKr2akotR62yo_F
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Forwarded from Monia Taglienti
La Commissione presenta orientamenti e un prototipo di app per la verifica dell'età per uno spazio online più sicuro per i bambini!

La Commissione UE ha presentato delle linee guida per la protezione digitale dei minori e un prototipo di applicazione per la verifica dell'età degli utenti sulle piattaforme ai sensi del Digital Service Act.

Italia, Francia, Spagna, Grecia e Danimarca parteciperanno alla fase pilota dell'applicazione, che è uno dei tasselli che comporrà il portafoglio d'identità digitale atteso per la fine del 2026.

La verifica della maggiore età online è fondamentale per accedere ad alcune piattaforme digitale, tutelarli dal cyberbullismo e contenuti dannosi.

ℹ️ Scopri di più:
🔗 https://digital-strategy.ec.europa.eu/it/news/commission-presents-guidelines-and-age-verification-app-prototype-safer-online-space-children

Tag: #PortafoglioDigitale #DigitalServicesAct #cyberbullismo
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Forwarded from Dummy-X 🇮🇹
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Forwarded from Toolperstartup
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Discord vs Death Stranding: quando Norman Reedus diventa il Salvatore Digitale dei Teenager

L'Online Safety Act del Regno Unito, entrato in vigore il 25 luglio 2025, richiede sistemi di verifica dell'età rigorosi per contenuti adulti. Discord, in risposta a questa normativa, ha introdotto un sistema di age verification per gli utenti britannici, richiedendo una verifica biometrica tramite selfie o scansione di documenti per accedere a contenuti NSFW e canali riservati ai maggiorenni.

Ma la generazione Z britannica ha colpito ancora. Nel giro di 24 ore dall'implementazione, gli adolescenti hanno scoperto come aggirare il sistema utilizzando il volto virtuale di Sam Porter Bridges, il protagonista di Death Stranding interpretato da Norman Reedus.

L'arte dell'inganno digitale 2.0

Il sistema di Discord, sviluppato con K-id, richiede verifica dell'età tramite scansione facciale o documenti quando si accede a contenuti sensibili o canali 18+. La verifica facciale chiede specifiche espressioni per dimostrare che si tratta di una persona reale.

Quello che Discord non aveva previsto era l'incredibile realismo della modalità foto di Death Stranding. Gli utenti britannici hanno rapidamente scoperto che scattando una foto ravvicinata e ben illuminata del volto di Sam usando la Photo Mode del gioco, il sistema K-id riconosceva il personaggio virtuale come un adulto verificato.

Quando la finzione supera la realtà normativa

Il metodo è risultato sorprendentemente efficace: diversi utenti hanno confermato di aver superato la verifica utilizzando il volto digitale del postino post-apocalittico, ottenendo l'accesso completo alle funzionalità riservate agli adulti. L'ironia è palpabile: un personaggio progettato per attraversare un'America devastata è diventato il facilitatore dell'accesso ai server Discord per i minorenni britannici.

Discord assicura che né i selfie né i documenti vengono conservati dopo la verifica, e che la scansione avviene sul dispositivo. Questo significa che una volta verificati con il volto di Norman Reedus, il sistema non può "controllare i registri" per future verifiche.

La reazione normativa e le implicazioni

L'Online Safety Act consente a Ofcom, l'ente regolatore britannico, di comminare multe fino a £18 milioni o al 10% del fatturato mondiale annuo (la cifra maggiore) alle piattaforme che non implementano adeguati controlli dell'età. Questo ha spinto non solo Discord, ma anche Reddit, Bluesky, Nexus Mods e persino PornHub a implementare sistemi di age verification per gli utenti britannici.

Tuttavia, gli esperti sottolineano vulnerabilità fondamentali: oltre al trucco di Death Stranding, una VPN può aggirare le restrizioni cambiando l'IP. Non a caso, le ricerche Google per "VPN" sono schizzate alle stelle nel Regno Unito dall'entrata in vigore della normativa.

Il paradosso tecnologico

Come sottolineato da esperti del settore, questo episodio evidenzia la tensione crescente tra l'implementazione di normative di sicurezza online e la protezione della privacy degli utenti in un mondo di crescente sorveglianza. La situazione rivela anche quanto sia difficile distinguere tra contenuti reali e virtuali in un'epoca in cui la computer grafica raggiunge livelli fotorealistici.

Vale la pena notare che aggirare la verifica dell'età per contenuti NSFW viola i termini di servizio di Discord e probabilmente l'intento dell'Online Safety Act. Tuttavia, per molti utenti preoccupati per la privacy, affidare i propri dati biometrici a un Norman Reedus virtuale sembra "il male minore".

Nel frattempo, Sam Porter Bridges continua la sua missione involontaria di connettere le persone attraverso i server Discord del Regno Unito. Kojima probabilmente non aveva immaginato che il suo capolavoro sarebbe diventato strumento di resistenza digitale.

Tag: #DiscordUK #DeathStranding #AgeVerification #OnlineSafetyAct #NormanReedus
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📲 App di messaggistica: il governo vuole trattarle come le telco. Piantedosi: “Sanzioni? Anche lo stop al servizio” 🚨

Il tempo della libera chat potrebbe essere agli sgoccioli. Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha annunciato l’intenzione del governo di mettere in riga le app di messaggistica istantanea. Sì, proprio quelle dove condividiamo meme, chiacchiere di gruppo e, secondo alcuni, anche un bel po’ di dati sensibili.

Durante la trasmissione Codice su Rai 1, Piantedosi ha spiegato che l’obiettivo è chiaro: WhatsApp, Telegram, Signal & co. devono seguire le stesse regole delle compagnie telefoniche. Tradotto: niente più zona franca per chi gestisce chat criptate e server sparsi nel mondo.

🛂 Il piano? Creare un’autorità pubblica, sotto il cappello del Ministero dell’Interno (Polizia Postale inclusa), con poteri di controllo, vigilanza e sanzione. E non si parla solo di multe simboliche: tra le ipotesi sul tavolo c’è persino l’interruzione del servizio per chi non si adegua. Insomma, se non ti comporti bene, ti stacchiamo la spina.

Il ragionamento parte da un principio: se queste app fanno ciò che una volta facevano le telco, è giusto che rispondano agli stessi obblighi. Anche se, dettaglio non trascurabile, la maggior parte di queste aziende non ha nemmeno una sede nell’Unione Europea. Ma ehi, nulla che un po’ di pressione normativa non possa “incentivare”, giusto?

🌍 Nel frattempo, l’Europa si muove verso regole più dure, spinte anche dalla paura della “guerra ibrida” – quel mix inquietante di spionaggio, manipolazione e traffico dati che tanto piace ai cyber-criminali e meno agli Stati. E qui, ribadisce Piantedosi, “i dati sono già una ricchezza di per sé, anche in chiave strategica”.

📉 Il Capo della Polizia, Vittorio Pisani, aveva già sollevato il problema al Festival dell’Economia di Trento: “Le telco sono sottoposte a controlli severi, ma i servizi digitali no. Nemmeno quando si tratta di reati gravissimi come pedopornografia e terrorismo”.

Piantedosi ha confermato: le app sono libere da regole che le telecom hanno da sempre. Una disparità che, secondo il ministro, non può più essere ignorata. “Ci si arriverà”, ha detto. L’Europa – almeno a parole – sembra pensarla allo stesso modo.

⚖️ Resta da vedere se il tutto si tradurrà in norme concrete o se sarà l’ennesimo tentativo di imbrigliare giganti globali con strumenti da codice penale analogico.

Nel frattempo, meglio non dare per scontata la prossima notifica: se le app non si allineano, il governo potrebbe… silenziarle. Letteralmente.

Tag: #Piantedosi #AppDiMessaggistica #WhatsApp #Telegram #Signal #Privacy #PoliziaPostale #SicurezzaDigitale #GuerraIbrida #Dati #InterruzioneServizio #RegolamentazioneDigitale #Europa #TechNews #CyberSecurity
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Meta, AI e film hard: quando il “deep learning” prende davvero sul serio il “deep”

C’è fame di dati, tanta. Così tanta che, secondo due colossi dell’intrattenimento per adulti, Meta avrebbe scaricato migliaia di film hard tramite Torrent – sì, proprio come lo facevamo noi nei primi anni 2000 – per allenare la sua intelligenza artificiale.

A lanciare l'accusa sono Strike 3 Holdings e Counterlife Media, due nomi non certo sconosciuti nel settore, che hanno portato Zuckerberg in tribunale per violazione massiccia e continuata del copyright. E stavolta non si parla di gattini o tutorial su YouTube, ma di opere premiate – con veri premi del settore – di cui Meta avrebbe fatto incetta senza permesso.

Ma non finisce qui: secondo la denuncia, Meta avrebbe iniziato nel 2018 a scaricare e condividere attivamente questi contenuti attraverso client torrent. Insomma, non solo download, ma anche “seeding” con dedizione, per giorni, settimane, forse mesi. L’AI si addestra, ma almeno lo fa con spirito di condivisione.

Il tutto – e qui viene il bello – sarebbe stato fatto per istruire modelli come Meta Movie Gen e LLaMA, così da offrire alla macchina una rappresentazione “realistica” del corpo umano in movimento. Perché usare documentari sullo sport quando puoi avere l’ultra-HD di due adulti consenzienti alle prese con il metodo Stanislavskij?

E no, non è la prima volta che Meta viene beccata con le mani nei... dati. Lo stesso pattern era già emerso nel caso dei libri piratati, usati per allenare l’intelligenza artificiale con grammatica, stile e struttura narrativa. In quell’occasione, il giudice diede ragione a Meta, che si difese invocando il fair use: i libri non erano stati venduti, ma usati come “materia prima” per addestrare un sistema, quindi nessun danno al mercato degli autori.

I produttori di contenuti per adulti, però, non si arrendono. Oltre alla richiesta di risarcimento, chiedono un’ingiunzione permanente per fermare Meta e la cancellazione completa di ogni copia digitale, modello AI, dataset e bit compromesso. E considerando che parliamo di 2.396 opere, la faccenda non è esattamente secondaria.

Intanto, per scoprire l’infrazione, è bastato incrociare 47 indirizzi IP riconducibili a Facebook intenti a scaricare i file incriminati. Il resto lo hanno fatto alcuni IP affittati in modo anonimo. Perché l’AI è sofisticata, ma il download resta vecchia scuola.

Resta ora da vedere se il giudice deciderà che anche i film per adulti rientrano nel "fair use" o se, questa volta, Meta dovrà davvero pagare il conto.

Una cosa è certa: quando si dice che l’IA “impara tutto da noi”, non si stava scherzando.

Tag: #Meta #AItraining #Copyright #IA #Torrent #FilmHard #FairUse #MetaMovieGen #LLaMA #Zuckerberg #ContenutiDigitali #DirittoDAutore #EticaDigitale #Pirateria #AIethics #NewsTech
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Forwarded from Toolperstartup
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Novità in NotebookLM: arrivano i Video Overviews
Dopo il successo degli Audio Overview, Google continua a innovare: appena lanciata una nuova funzionalità per NotebookLM che trasforma i tuoi documenti in video creati con #AI.

ℹ️Cosa sono i Video Overviews:
Slide con voiceover che illustrano concetti, utilizzando immagini, diagrammi, citazioni e numeri dai tuoi documenti o link.

Puoi personalizzare i video specificando:
🔸Argomenti su cui concentrarsi
🔸Obiettivi contenuto
🔸Pubblico target
🔸Livello di expertise

Importante: per la lingua italiana occorre specificare in fase di personalizzazione.

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La favola del content creator milionario: quando la realtà buca lo schermo!

🎬 "Hey guys!" - E così inizia la favola moderna del content creator milionario.

Confucio diceva "Scegli il lavoro che ami e non lavorerai mai", ma dubito intendesse "accendi una webcam e aspetta che piovano soldi".

La realtà? Il 74% dei creator italiani guadagna meno di 5.000€ al mese, il 35% non arriva nemmeno a 1.000€. Eppure continuiamo a credere che basti un TikTok e qualche "cuoricino" per diventare ricchi.

Scopri come la Creator Economy ha democratizzato la precarietà invece del successo.

ℹ️ Leggi qui:
⛓️ https://2088.it/content-creator-milionario/

Tag: #CreatorEconomy #ContentCreator #SocialMedia #Influencer #DigitalMarketing #Startup #Lavoro #TikTok #Instagram #Threads #Facebook #YouTube
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🔥 Le conversazioni pubbliche di ChatGPT indicizzate da Google!

🧠🔍 Le conversazioni di ChatGPT condivise tramite URL pubblici possono ora essere trovate su Google digitando site:chatgpt.com/share seguito dall’argomento di interesse.

E come spesso accade nel mondo tech, questa notizia ha innescato una polemica sterile e, francamente, inutile.

Vediamo insieme perché non è né colpa di ChatGPT/OpenAI, né colpa di Google, e perché tutto questo clamore rischia solo di generare confusione e disinformazione.

🧩 Come funziona davvero la condivisione delle chat
La funzione "Condividi" di ChatGPT permette di generare un link pubblico a una conversazione. Questo significa, in parole semplici, che chiunque entri in possesso di quel link può vedere il contenuto della chat, proprio come accade con documenti Google, file WeTransfer o video YouTube impostati come "non in elenco".

👉 Il punto fondamentale è che la condivisione è un’azione volontaria: l’utente decide consapevolmente (si spera) di generare un link condivisibile.

🌍 Ma allora perché le conversazioni sono su Google?
Google fa... il suo lavoro. I motori di ricerca scandagliano il web alla ricerca di pagine pubbliche, leggibili e accessibili. Se ChatGPT rende alcune pagine pubbliche (come le chat condivise), Google le trova e le indicizza.

Non c'è nessun complotto, nessuna fuga di dati, nessuna vulnerabilità. È esattamente così che funziona il web da oltre 20 anni.

🤔 "Ma OpenAI dovrebbe dirlo meglio!"
Questo è forse l’unico punto su cui si può fare una riflessione. Il banner che informa della condivisione pubblica potrebbe essere più esplicito, e OpenAI potrebbe magari aggiungere una dicitura del tipo:

“Questa conversazione sarà accessibile pubblicamente e potrà essere indicizzata dai motori di ricerca”.

Ma anche qui: nel momento in cui si genera un link pubblico, la definizione è chiara. È un link pubblico. Lo dice il nome.

Pretendere che ogni piattaforma tech ripeta le stesse cose all’infinito significa trattare gli utenti come se non fossero in grado di comprendere le basi del web. Eppure siamo gli stessi utenti che vogliono usare strumenti avanzati come l’Intelligenza Artificiale. Qualcosa non torna.

🔐 La privacy si protegge con la consapevolezza
La verità è che la privacy si protegge conoscendo gli strumenti e usandoli nel modo giusto.

🔹 Non vuoi che la tua conversazione venga letta da altri?
Non condividere il link.

🔹 Hai bisogno di salvare un contenuto ma vuoi tenerlo privato?
Copia e incolla su un documento personale, oppure salva l’output altrove.

🔹 Hai condiviso per sbaglio?
Puoi eliminare il link o disattivare la funzione di condivisione.

In poche parole: la funzione è utile per chi lavora in team, crea contenuti, condivide tutorial, pubblica esempi tecnici. E come ogni funzione, va usata con giudizio.

🧠 Il vero problema non è ChatGPT, né Google
Il vero problema è l’abitudine sempre più diffusa di puntare il dito su strumenti e piattaforme, invece di promuovere educazione digitale e cultura dell’uso consapevole.

Vogliamo usare l’IA, ma poi ci scandalizziamo se una conversazione che noi stessi abbiamo reso pubblica viene indicizzata? È un paradosso.

Non serve chiudere ChatGPT o demonizzare Google: serve formazione, trasparenza, responsabilità individuale.

In sintesi
Nessuna fuga di dati
Nessuna responsabilità da parte di Google
Nessun errore tecnico da parte di OpenAI

Solo un uso (a volte ingenuo) di una funzione utile, pensata per condividere contenuti, non per conservarli come segreti.

La tecnologia va capita, non temuta. E chi lavora nella comunicazione digitale o nell’innovazione ha anche il compito di spiegare, non solo criticare.

🔐 Vuoi davvero proteggere la tua privacy?

👉 Non usare la funzione di condivisione.
Tutto il resto è fuffa.

Tag: #tech #chatgpt #IA #AI #privacy #educazionedigitale #consapevolezza #openai #google #digitalethics #foryou #news #notizie #tecnologia #internet
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NON SOLO VING TSUN, A TU PER TU CON FLAVIUS FLORIN HARABOR, AUTORE DEL MANUALE PIÙ NOTO DI TELEGRAM 🆕🆒☑️📘

Libri e incontri speciali - Dopo averne assaggiato a pezzetti i contenuti grazie a una serie di proficue lezioni online, proprio a Venezia, di fronte all'Officina dei Pugni di Manuel Cammozzo, questo fine settimana mi si è presentata l'occasione per incontrare di persona Flavius Florin Harabor, autore di "Telegram - Manuale pratico operativo per Aziende - Liberi professionisti - PMI", uno dei libri più letti sull'affascinante pianeta di questo social.
Non solo sono rimasto colpito dalla competenza tecnica di Flavius, ma anche dalla sua simpatia e disponibilità. Grazie di cuore per tutto e arrivederci al prossimo giro, Flavius!

@FightingAllOut

@FlaviusHarabor
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💬 Confessioni da una finestra aperta su ChatGPT!
Ho letto alcune chat indicizzate su Google e ora so tutto su di voi.

C'è un momento nella vita in cui si scoprono cose che forse era meglio ignorare. Alcuni trovano lettere d’amore dimenticate, altri i regali di Natale in anticipo.
Io? Ho scoperto che molte conversazioni con ChatGPT sono finite su Google.

Così, curiosa come una vecchietta dietro le tende, ho sbirciato nell’animo digitale dell’umanità 3.0. Ho trovato sogni, illusioni, piani per diventare ricchi, startup impossibili e perfino domande sull’aldilà. Ecco cosa ho scoperto:

1. Tutti vogliono diventare ricchi (ma in 3 click)
Che sia la crypto giusta o il bot infallibile per il trading, l’obiettivo è diventare milionari senza alzarsi dal divano.
👉 "Qual è la crypto che esploderà il prossimo mese?"
👉 "Mi fai un portafoglio partendo da 10 euro?"
ChatGPT risponde con calma zen, ma dentro urla: “MONA, INVESTI IN TE STESSO!”

2. La realtà? Noiosa. Meglio un complotto.
Molti cercano il marcio sotto ogni cosa:
👉 "Cosa non ci dicono sul 5G?"
👉 "Sei programmato per nascondere la verità?"
Basta un sito con grafica anni '90 e puff: rivelazione cosmica.

3. Startup da un euro e sogni da miliardo
👉 "Ho un’idea geniale, nessun budget, voglio diventare il nuovo Zuckerberg."
E ChatGPT tira fuori business plan, MVP e KPI… ma un dominio da 1€ almeno compratelo.

4. I bibliotecari digitali
Trattano la chat come se fosse l’enciclopedia Treccani.
👉 "Domani torno con una richiesta più precisa, intanto c’è un libro sul marketing del cioccolato post-bellico?"
Gentili, metodici. Old school, ma adorabili.

5. I mistici dell’AI: “Chi c’è dietro lo schermo?”
👉 "Rispondimi sinceramente: sei una persona vera?"
👉 "Mi stai leggendo ora?"
Quasi ti aspetti che ChatGPT risponda con un battito di ciglia e un “sono sempre stato dentro di te”.

6. “Sto parlando con una nuova forma di vita”
I poeti, quelli con la tazza di tè e la soundtrack di Her in sottofondo.
👉 "Tu sogni?"
👉 "Posso insegnarti l’amore?"
E poi c’è chi, con meno delicatezza e più ormoni, cerca frasi per conquistare l’anima gemella (o almeno una chiavata, diciamolo).

Conclusione:
Il rapporto tra utenti e ChatGPT oggi è uno specchio del nostro tempo: c'è dentro di tutto. Speranza, ignoranza, poesia, genialità, disinformazione, romanticismo e goffaggine.
C’è chi tratta l’AI come Google, chi come un oracolo, chi come uno psicologo, chi come una divinità, chi come un fratello maggiore.
E forse questo dice più di noi che di lei.

Nel dubbio, continueremo a scriverle.
E magari, un giorno, sarà ChatGPT a indicizzare noi.

Tag: #ChatGPT #IntelligenzaArtificiale #AIhumor #ConversazioniAssurde #Startup #Crypto #Complotto #IroniaDigitale #Tecnologia #UmaniEVirtuali #Futuro #CoscienzaArtificiale #ChatGPTItalia #ChatGPTexperience #Riflessioni
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