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#riepilogosettimanale #primalinea
Risultati della settimana dal 8-14 agosto da @rybar.
➡️ t.me/italiazforzaverita
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Forwarded from Giubbe Rosse
🇩🇪 HABECK (MINISTRO DELL'ECONOMIA): "Il modello energetico dipendente dalla Russia ha fallito e non tornerà". (Fonte: Breaking Market News)
In compenso, il modello energetico Habeck inizia con razionamenti all'industria e con un contributo da 200 a 500 Euro a unità familiare a partire da ottobre per scaricare a valle i maggiori costi. Sarà interessante verificare l'efficienza di questo modello tra qualche anno. Se ci saremo ancora e se ci sarà ancora la Germania, naturalmente.
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In compenso, il modello energetico Habeck inizia con razionamenti all'industria e con un contributo da 200 a 500 Euro a unità familiare a partire da ottobre per scaricare a valle i maggiori costi. Sarà interessante verificare l'efficienza di questo modello tra qualche anno. Se ci saremo ancora e se ci sarà ancora la Germania, naturalmente.
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Forwarded from Vento dell'Est ⚡️
🇮🇷Accordo sul nucleare, il governo iraniano ha inviato la risposta scritta alla bozza dell'Unione Europea. I dettagli non sono ancora noti.
👍30
Forwarded from L'AntiGlobalista
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#riepilogodelgiorno
14 agosto 2022
La cronaca militare dell'operazione speciale: i principali eventi della giornata.
Fonte: t.me/milchronicles
➡️ t.me/italiazforzaverita
14 agosto 2022
La cronaca militare dell'operazione speciale: i principali eventi della giornata.
Fonte: t.me/milchronicles
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Andrea Crisanti candidato nel PD. Fingiamo stupore...
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Forwarded from Vento dell'Est ⚡️
🇩🇪🕯️Le autorità tedesche hanno consentito alle società energetiche di addebitare ai consumatori un canone aggiuntivo rispetto alle tariffe stipulate nei contratti.
Il ministro dell'Economia Robert Habek ha difeso il nuovo mark-up del gas sullo sfondo della carenza di gas. Ha definito una tale mossa "equa, comprensibile e molto trasparente".
A suo avviso, senza questa misura a tutela delle società fornitrici di gas, si sarebbe verificato il crollo del mercato energetico tedesco.
Il ministro dell'Economia Robert Habek ha difeso il nuovo mark-up del gas sullo sfondo della carenza di gas. Ha definito una tale mossa "equa, comprensibile e molto trasparente".
A suo avviso, senza questa misura a tutela delle società fornitrici di gas, si sarebbe verificato il crollo del mercato energetico tedesco.
💩61👍9
Forwarded from Andrea Zhok
Post di servizio.
Stiamo chiudendo la raccolta firme per Italia Sovrana e Popolare e ci sono ancora alcuni posti dove manca una manciata di firme per farcela.
Se i residenti nella circoscrizione Como, Lecco, Sondrio potessero darci una mano sarebbe una bella cosa.
Luoghi di raccolta firme:
LECCO
-Gazebo e banchetti per la raccolta firme il 16/17/18 AGOSTO in piazza Cermenati - DALLE 10.00 ALLE 20.00.
-Presso gli uffici elettorali dei comuni di Lecco, Suello, Cesana Brianza (verificare gli orari di apertura).
COMO E PROVINCIA
COMO: MARTEDÌ 16 e MERCOLEDÌ 17 Largo Miglio/Piazza San Fedele, ore 9.00 - 19.00
CANTÙ: martedi 16 e mercoledi 17.08.2022, Piazza Garibaldi, dalle ore 9.00 alle ore 19.00
SONDRIO
SONDRIO: presso il Comune, Servizio Demografico Largo Sindelfingen 23. Orario di apertura degli uffici: da lunedì a venerdì dalle ore 9:00 alle 12:15.
Il sabato dalle ore 09:00 alle ore 12:00.
SONDRIO: Ufficio anagrafe Largo Sindelfingen.
Martedì 16 dalle ore 9:00 alle 12:00
Mercoledì 17 dalle ore 9:00 alle 12:00
COSIO VALTELLINO: Municipio Piazza S.Ambrogio.
Martedì 16 dalle 09:00 alle 12:30 e dalle 14:00 alle 17:30.
Mercoledì 17 dalle 09:00 alle 12:30.
DELEBIO: Municipio Piazza S.Domenico.
Martedì 16 dalle ore 10:00 alle 12:00 e dalle 16:00 alle 17:00.
Mercoledì 17 dalle ore 10:00 alle 12:00
MORBEGNO: Municipio
Martedì 16 dalle 9:00 alle ore 12:30
Stiamo chiudendo la raccolta firme per Italia Sovrana e Popolare e ci sono ancora alcuni posti dove manca una manciata di firme per farcela.
Se i residenti nella circoscrizione Como, Lecco, Sondrio potessero darci una mano sarebbe una bella cosa.
Luoghi di raccolta firme:
LECCO
-Gazebo e banchetti per la raccolta firme il 16/17/18 AGOSTO in piazza Cermenati - DALLE 10.00 ALLE 20.00.
-Presso gli uffici elettorali dei comuni di Lecco, Suello, Cesana Brianza (verificare gli orari di apertura).
COMO E PROVINCIA
COMO: MARTEDÌ 16 e MERCOLEDÌ 17 Largo Miglio/Piazza San Fedele, ore 9.00 - 19.00
CANTÙ: martedi 16 e mercoledi 17.08.2022, Piazza Garibaldi, dalle ore 9.00 alle ore 19.00
SONDRIO
SONDRIO: presso il Comune, Servizio Demografico Largo Sindelfingen 23. Orario di apertura degli uffici: da lunedì a venerdì dalle ore 9:00 alle 12:15.
Il sabato dalle ore 09:00 alle ore 12:00.
SONDRIO: Ufficio anagrafe Largo Sindelfingen.
Martedì 16 dalle ore 9:00 alle 12:00
Mercoledì 17 dalle ore 9:00 alle 12:00
COSIO VALTELLINO: Municipio Piazza S.Ambrogio.
Martedì 16 dalle 09:00 alle 12:30 e dalle 14:00 alle 17:30.
Mercoledì 17 dalle 09:00 alle 12:30.
DELEBIO: Municipio Piazza S.Domenico.
Martedì 16 dalle ore 10:00 alle 12:00 e dalle 16:00 alle 17:00.
Mercoledì 17 dalle ore 10:00 alle 12:00
MORBEGNO: Municipio
Martedì 16 dalle 9:00 alle ore 12:30
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---- ALTRO CHE TRE PER CENTO ----
Il primo scioglimento delle Camere mai avvenuto in estate ha un effetto devastante sul sistema politico italiano. Tutto quel che era già in crisi viene esasperato. È in crisi la funzione dei partiti come richiamata dall’art. 49 della Costituzione: «Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale».
La chiave della crisi è nel verbo “determinare”. Chi è che determina davvero, ormai, la politica nazionale (ora, nel trentennio dei “tecnici” al governo, di Draghi e i suoi fratelli)? Chi la determina non sono più i partiti con metodo democratico, bensì poteri legati a consorterie interne nonché a vincoli e a potentati esterni all’Italia.
Mentre poche mani esercitano il potere profondo, ai partiti più grossi rimane un’intermediazione subalterna (nei casi dei partiti di gestione con apparati) mentre alle forze politiche più piccole resta una rappresentanza dispersa all’interno di strutture deboli, transitorie, rette da personalità che godono di provvisorie parabole mediatiche che si dissipano in un sistema condizionato dalla semplificazione televisiva e dall’alternanza altare-polvere dei social network.
L’interruzione estiva della legislatura arriva dunque come uno tsunami, tanto veloce da rendere impossibile un pieno adattamento di chi ne è investito.
I partiti che hanno sostenuto da più posizioni il governo Draghi – cioè il governo dell’autoritarismo sanitario, dell’attacco all’autoimpiego e alle piccole e medie imprese, del coinvolgimento in guerra – si adattano fingendo differenze marginali su questioni che non spostano il vero asse del governo. Ingigantiscono la spuma delle differenze presentandole come solchi incolmabili, laddove i partiti mainstream fanno una cosa molto più inquietante che in realtà li unisce e conforma: il nucleo del loro programma vero è la stessa fotocopia per tutti, da Fratelli d’Italia al PD, dalla Lega al M5S a tutte le altre frattaglie del sistema. Lo dicono con parole quasi identiche: solida collocazione dell’Italia nell’Atlantismo e nell’Europeismo Reale. Cioè nessuna messa in discussione dei meccanismi che contano davvero. È la piena consegna dell’Italia, legata mani e piedi, a quell’Europa belligerante subalterna alle potenze anglosassoni, che in autunno affronterà tutta insieme la sua crisi più acuta nell’economia, nella società e nella fine di un sistema di relazioni relativamente pacifico.
Insomma, ribadisco: dominano partiti che nelle loro posizioni fondamentali recitano tutti lo stesso copione benedetto da Washington e da Londra. Vogliono recitarlo senza opposizione e con assoluta indifferenza rispetto all’aumento dell’astensione elettorale. Chi non vota non li disturba, così come già succede da anni con le elezioni amministrative.
L’opposizione possibile si stava coagulando con lentezza. Un detonatore è stato la lotta al green pass e stavano nascendo nuove forze di contestazione della “distruzione creativa” del draghismo nei confronti delle piccole e medie imprese. I partiti, piccoli e ciascuno al di sotto della complessità territoriale, sociale e politica dell’Italia, stavano comunque facendo dei passi per incontrarsi, amalgamare forze, idee, temi, embrioni di gruppi che ambivano a una funzione dirigente.
Appena il presidente Mattarella ha sciolto le Camere, migliaia di cittadini in cerca di rappresentanza hanno scritto a tutte queste forze fuori dagli schemi: unitevi, trovate una quadratura, fate liste comuni, vogliamoci bene! E che ci vuole?
Molto bello. Ma non è così semplice.
Anche con tutta la buona volontà del mondo, per far nascere un bambino hai bisogno di nove mesi, non di una settimana. (1/3)
Il primo scioglimento delle Camere mai avvenuto in estate ha un effetto devastante sul sistema politico italiano. Tutto quel che era già in crisi viene esasperato. È in crisi la funzione dei partiti come richiamata dall’art. 49 della Costituzione: «Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale».
La chiave della crisi è nel verbo “determinare”. Chi è che determina davvero, ormai, la politica nazionale (ora, nel trentennio dei “tecnici” al governo, di Draghi e i suoi fratelli)? Chi la determina non sono più i partiti con metodo democratico, bensì poteri legati a consorterie interne nonché a vincoli e a potentati esterni all’Italia.
Mentre poche mani esercitano il potere profondo, ai partiti più grossi rimane un’intermediazione subalterna (nei casi dei partiti di gestione con apparati) mentre alle forze politiche più piccole resta una rappresentanza dispersa all’interno di strutture deboli, transitorie, rette da personalità che godono di provvisorie parabole mediatiche che si dissipano in un sistema condizionato dalla semplificazione televisiva e dall’alternanza altare-polvere dei social network.
L’interruzione estiva della legislatura arriva dunque come uno tsunami, tanto veloce da rendere impossibile un pieno adattamento di chi ne è investito.
I partiti che hanno sostenuto da più posizioni il governo Draghi – cioè il governo dell’autoritarismo sanitario, dell’attacco all’autoimpiego e alle piccole e medie imprese, del coinvolgimento in guerra – si adattano fingendo differenze marginali su questioni che non spostano il vero asse del governo. Ingigantiscono la spuma delle differenze presentandole come solchi incolmabili, laddove i partiti mainstream fanno una cosa molto più inquietante che in realtà li unisce e conforma: il nucleo del loro programma vero è la stessa fotocopia per tutti, da Fratelli d’Italia al PD, dalla Lega al M5S a tutte le altre frattaglie del sistema. Lo dicono con parole quasi identiche: solida collocazione dell’Italia nell’Atlantismo e nell’Europeismo Reale. Cioè nessuna messa in discussione dei meccanismi che contano davvero. È la piena consegna dell’Italia, legata mani e piedi, a quell’Europa belligerante subalterna alle potenze anglosassoni, che in autunno affronterà tutta insieme la sua crisi più acuta nell’economia, nella società e nella fine di un sistema di relazioni relativamente pacifico.
Insomma, ribadisco: dominano partiti che nelle loro posizioni fondamentali recitano tutti lo stesso copione benedetto da Washington e da Londra. Vogliono recitarlo senza opposizione e con assoluta indifferenza rispetto all’aumento dell’astensione elettorale. Chi non vota non li disturba, così come già succede da anni con le elezioni amministrative.
L’opposizione possibile si stava coagulando con lentezza. Un detonatore è stato la lotta al green pass e stavano nascendo nuove forze di contestazione della “distruzione creativa” del draghismo nei confronti delle piccole e medie imprese. I partiti, piccoli e ciascuno al di sotto della complessità territoriale, sociale e politica dell’Italia, stavano comunque facendo dei passi per incontrarsi, amalgamare forze, idee, temi, embrioni di gruppi che ambivano a una funzione dirigente.
Appena il presidente Mattarella ha sciolto le Camere, migliaia di cittadini in cerca di rappresentanza hanno scritto a tutte queste forze fuori dagli schemi: unitevi, trovate una quadratura, fate liste comuni, vogliamoci bene! E che ci vuole?
Molto bello. Ma non è così semplice.
Anche con tutta la buona volontà del mondo, per far nascere un bambino hai bisogno di nove mesi, non di una settimana. (1/3)
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Per fare liste elettorali in fretta e furia, mentre incalza la burocrazia più folle del mondo in un mese in cui chiude quasi tutto, non ti basta la migliore buona volontà, credimi. Il tutto avviene per giunta dovendo quadrare con una legge dalle regole astruse, una normativa che non prevede la democrazia delle preferenze ma l’arbitrio dei posti in lista affidato a pochi individui.
Comporre liste significa una marea di culi e poche sedie. Significa dire dei “no” spietati a persone di cui ti fidi e che si fidavano di te e farti strappare dei “sì” da persone che conosci poco e con cui non hai costruito la fiducia; significa guidare la Macchina delle Delusioni e non avere tempo di assorbirle né compensarle, con partiti fragili e ambizioni grandi e piccole non tutte dichiarate in partenza. Quel che di norma è un errore, in questo contesto diventa un macro-errore che si trascina catene di errori aggiuntivi. Risultato: la Grande Lista Unica dell’Opposizione non esiste e tutti pensano che la lotta sia intorno alla conquista di pochi voti.
Cogliamo dei segnali che hanno fatto capire a Paragone che l’idea originale di correre da solo (chiudendo agli altri) ha appannato la sua prospettiva e lo ha costretto a rincorrere le contingenze o qualche alleato ingombrante a scapito di Alternativa che si è fatta il mazzo per fare opposizione seria.
Vediamo che Italia Sovrana e Popolare ha unito diversi soggetti politici, ma ha impostato i messaggi su una campagna vecchio stile, dal decollo difficilissimo.
Alternativa non è riuscita a partecipare in tempo alla condivisione di liste con altri soggetti e ha smontato a caro prezzo il possibile accordo con Paragone. Sento tutto il peso dei miei e nostri passi falsi. Di sicuro non abbiamo agito per vantaggi personali né per accordi di breve periodo.
La lista Vita, d’altro canto, imposta tutto sull'illusione suicida che i voti si prendano dichiarandosi come i puri che epurano con liste di proscrizione.
La lista di Unione Popolare è nel frattempo un’operazione Mélenchon-ma-non-posso. La sinistra radicale in Italia affonda nella sua “coazione a ripetere”.
Altre forze piccole e molto parziali inseguono con altre proposte elettorali.
Quest’area vasta dell’opposizione così non funziona, perché si lotta per il 3%, un obiettivo miserabile per nani politici.
L’opposizione, il dissenso, la resistenza, l’alternativa in Italia non è il 3%. C’è un popolo non rappresentato, tradito da chi prometteva cambiamento come il M5S e certi settori della Lega, disgustato dalla realmente disgustosa offerta dei partiti della guerra, della penuria, dei green pass e dei diritti calpestati.
Parliamo di tanti milioni di persone. Alle quali dobbiamo chiedere scusa per non aver unito meglio le nostre energie, ma alle quali dobbiamo anche spiegare che occorre pazienza per costruire quel che non è stato possibile costruire sotto la sferza della legge elettorale Rosatellum.
È dunque andata così, ci saranno più liste, non un’unica lista, con candidati agguerriti e candidate grintose e competenti. Il mondo non finisce il 25 settembre e saremo in campo più che mai anche dopo, succeda quel che succeda.
Ma anche prima del 25 settembre si può fare un passo in avanti.
Ho una proposta semplice per i vari partiti che lavorano per dare voce a questo popolo, che non vale il 3% ma molto di più. Non stiamo qui a farci concorrenza, che porterebbe al nulla. Stiamo qui a combattere una battaglia comune per superare il neoliberismo, la dittatura dello spread, l’Europa della penuria e della guerra, l’invasione dei nostri corpi da parte di entità autoritarie e irresponsabili.
Propongo a tutte le liste appartenenti al mondo che si è opposto al governo Draghi di migliorare ancora i buoni rapporti dati dagli obiettivi comuni. Di non perdersi nelle battaglie di retroguardia o a pestarsi i piedi mentre gli altri blindano l’Agenda Draghi (guerra e razionamento). (2/3)
Comporre liste significa una marea di culi e poche sedie. Significa dire dei “no” spietati a persone di cui ti fidi e che si fidavano di te e farti strappare dei “sì” da persone che conosci poco e con cui non hai costruito la fiducia; significa guidare la Macchina delle Delusioni e non avere tempo di assorbirle né compensarle, con partiti fragili e ambizioni grandi e piccole non tutte dichiarate in partenza. Quel che di norma è un errore, in questo contesto diventa un macro-errore che si trascina catene di errori aggiuntivi. Risultato: la Grande Lista Unica dell’Opposizione non esiste e tutti pensano che la lotta sia intorno alla conquista di pochi voti.
Cogliamo dei segnali che hanno fatto capire a Paragone che l’idea originale di correre da solo (chiudendo agli altri) ha appannato la sua prospettiva e lo ha costretto a rincorrere le contingenze o qualche alleato ingombrante a scapito di Alternativa che si è fatta il mazzo per fare opposizione seria.
Vediamo che Italia Sovrana e Popolare ha unito diversi soggetti politici, ma ha impostato i messaggi su una campagna vecchio stile, dal decollo difficilissimo.
Alternativa non è riuscita a partecipare in tempo alla condivisione di liste con altri soggetti e ha smontato a caro prezzo il possibile accordo con Paragone. Sento tutto il peso dei miei e nostri passi falsi. Di sicuro non abbiamo agito per vantaggi personali né per accordi di breve periodo.
La lista Vita, d’altro canto, imposta tutto sull'illusione suicida che i voti si prendano dichiarandosi come i puri che epurano con liste di proscrizione.
La lista di Unione Popolare è nel frattempo un’operazione Mélenchon-ma-non-posso. La sinistra radicale in Italia affonda nella sua “coazione a ripetere”.
Altre forze piccole e molto parziali inseguono con altre proposte elettorali.
Quest’area vasta dell’opposizione così non funziona, perché si lotta per il 3%, un obiettivo miserabile per nani politici.
L’opposizione, il dissenso, la resistenza, l’alternativa in Italia non è il 3%. C’è un popolo non rappresentato, tradito da chi prometteva cambiamento come il M5S e certi settori della Lega, disgustato dalla realmente disgustosa offerta dei partiti della guerra, della penuria, dei green pass e dei diritti calpestati.
Parliamo di tanti milioni di persone. Alle quali dobbiamo chiedere scusa per non aver unito meglio le nostre energie, ma alle quali dobbiamo anche spiegare che occorre pazienza per costruire quel che non è stato possibile costruire sotto la sferza della legge elettorale Rosatellum.
È dunque andata così, ci saranno più liste, non un’unica lista, con candidati agguerriti e candidate grintose e competenti. Il mondo non finisce il 25 settembre e saremo in campo più che mai anche dopo, succeda quel che succeda.
Ma anche prima del 25 settembre si può fare un passo in avanti.
Ho una proposta semplice per i vari partiti che lavorano per dare voce a questo popolo, che non vale il 3% ma molto di più. Non stiamo qui a farci concorrenza, che porterebbe al nulla. Stiamo qui a combattere una battaglia comune per superare il neoliberismo, la dittatura dello spread, l’Europa della penuria e della guerra, l’invasione dei nostri corpi da parte di entità autoritarie e irresponsabili.
Propongo a tutte le liste appartenenti al mondo che si è opposto al governo Draghi di migliorare ancora i buoni rapporti dati dagli obiettivi comuni. Di non perdersi nelle battaglie di retroguardia o a pestarsi i piedi mentre gli altri blindano l’Agenda Draghi (guerra e razionamento). (2/3)
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Propongo di mandare un messaggio fortissimo: darsi un appuntamento nazionale, una MANIFESTAZIONE COMUNE DA TENERE A METÀ SETTEMBRE per dire sì alla Pace, mai più green pass, un piano economico che rompa i vincoli europei, creare un nuovo ecosistema politico fatto di nuovi partiti che sottraggono terreno ai partiti dominanti (le fotocopie atlantiste).
C’è un popolo che chiede un’alternativa, rafforziamolo. Presentiamoci con una forza comune, anche se non con una lista comune.
(3/3, Pino Cabras, l'Alternativa)
C’è un popolo che chiede un’alternativa, rafforziamolo. Presentiamoci con una forza comune, anche se non con una lista comune.
(3/3, Pino Cabras, l'Alternativa)
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🇷🇺🇺🇦 Shoigu: "le operazioni militari ucraine sono pianificate a Washington e Londra. Non solo le coordinate degli obiettivi da colpire sono fornite dall'intelligence occidentale, ma l'inserimento di questi dati nei sistemi di armamento avviene sotto il pieno controllo di specialisti occidentali. Il ruolo di Kiev nell'approccio occidentale alle operazioni di combattimento si riduce alla fornitura di manodopera, considerata sacrificabile. Questo spiega le enormi perdite di personale delle forze armate e delle formazioni di difesa territoriale dell'Ucraina. Finora le cifre reali dei decessi dei militari e delle forze di difesa mobilitate sono state tenute nascoste dalla leadership di Kiev, ma col tempo queste cifre diventeranno pubbliche."
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Forwarded from Giubbe Rosse
🇪🇺 EUROSTAT: EUROZONA IN DEFICIT COMMERCIALE CAUSA AUMENTO COSTO ENERGIA
I paesi dell'Eurozona sono entrati in deficit commerciale a giugno rispetto al surplus di 12 mesi prima a causa dell'impennata dei prezzi del gas e del petrolio importati, secondo quanto mostrato martedì dai dati Eurostat.
Eurostat ha affermato che il divario commerciale dei 19 paesi che condividono l'euro con il resto del mondo, non corretto per le oscillazioni stagionali, era di 24,6 miliardi di euro a giugno, rispetto a un surplus di 17,2 miliardi di giugno 2021. Destagionalizzato, il disavanzo è stato ancora maggiore: 30,8 miliardi, in aumento dai 27,2 miliardi di maggio.
Eurostat non ha fornito un dettaglio per l'Eurozona, ma per l'intera Unione Europea il deficit commerciale dell'energia nei primi sei mesi dell'anno è quasi triplicato a 290,8 miliardi di euro dai 105,6 miliardi dello stesso periodo del 2021.
Il divario commerciale dell'UE con la Russia, suo principale fornitore di gas e petrolio, è quasi quadruplicato a 90,6 miliardi di euro nei primi sei mesi dai 24,6 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno. Il divario commerciale dell'UE con la Norvegia, che l'UE vede come sostituto parziale delle importazioni dalla Russia, è aumentato in modo ancora più spettacolare a 35,8 miliardi di euro nei primi sei mesi dai soli 0,5 miliardi dell'anno prima.
Anche le importazioni dell'UE dalla Cina sono aumentate dopo che i blocchi della pandemia di COVID le hanno frenate nel 2021, mentre le esportazioni verso la Cina sono diminuite, producendo un divario commerciale di 189_5 miliardi di euro nei primi sei mesi rispetto ai 98,0 miliardi dell'anno prima. (Fonte: Eurostat)
La fine del paradigma mercantilista.
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I paesi dell'Eurozona sono entrati in deficit commerciale a giugno rispetto al surplus di 12 mesi prima a causa dell'impennata dei prezzi del gas e del petrolio importati, secondo quanto mostrato martedì dai dati Eurostat.
Eurostat ha affermato che il divario commerciale dei 19 paesi che condividono l'euro con il resto del mondo, non corretto per le oscillazioni stagionali, era di 24,6 miliardi di euro a giugno, rispetto a un surplus di 17,2 miliardi di giugno 2021. Destagionalizzato, il disavanzo è stato ancora maggiore: 30,8 miliardi, in aumento dai 27,2 miliardi di maggio.
Eurostat non ha fornito un dettaglio per l'Eurozona, ma per l'intera Unione Europea il deficit commerciale dell'energia nei primi sei mesi dell'anno è quasi triplicato a 290,8 miliardi di euro dai 105,6 miliardi dello stesso periodo del 2021.
Il divario commerciale dell'UE con la Russia, suo principale fornitore di gas e petrolio, è quasi quadruplicato a 90,6 miliardi di euro nei primi sei mesi dai 24,6 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno. Il divario commerciale dell'UE con la Norvegia, che l'UE vede come sostituto parziale delle importazioni dalla Russia, è aumentato in modo ancora più spettacolare a 35,8 miliardi di euro nei primi sei mesi dai soli 0,5 miliardi dell'anno prima.
Anche le importazioni dell'UE dalla Cina sono aumentate dopo che i blocchi della pandemia di COVID le hanno frenate nel 2021, mentre le esportazioni verso la Cina sono diminuite, producendo un divario commerciale di 189_5 miliardi di euro nei primi sei mesi rispetto ai 98,0 miliardi dell'anno prima. (Fonte: Eurostat)
La fine del paradigma mercantilista.
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Forwarded from Vento dell'Est ⚡️
❗️🇪🇪🇷🇺L'Estonia ha chiuso il confine con la Russia al checkpoint di Narva-Ivangorod.
Né i russi né gli estoni possono passare.
Lo riporta Ria Novosti.
Né i russi né gli estoni possono passare.
Lo riporta Ria Novosti.
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🇹🇷🇷🇺 La Turchia ha firmato un contratto con la Russia per la fornitura di un secondo sistema antiaereo S-400.
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Forwarded from Vento dell'Est ⚡️
⚠️Gazprom: “Possibile che in inverno il prezzo del gas schizzi sopra i 4 mila dollari”.
Gazprom non esclude che i prezzi del gas in Europa in inverno possano salire al di sopra della cifra record di 4 mila dollari per mille metri cubi.
"Vorremmo notare che, nelle borse spot in Europa, i prezzi del gas hanno superato la cifra di 2.500 dollari. Secondo stime prudenti, se la tendenza continua, i prezzi supereranno i 4 mila dollari per mille metri cubi in inverno", ha affermato Gazprom.
Gazprom non esclude che i prezzi del gas in Europa in inverno possano salire al di sopra della cifra record di 4 mila dollari per mille metri cubi.
"Vorremmo notare che, nelle borse spot in Europa, i prezzi del gas hanno superato la cifra di 2.500 dollari. Secondo stime prudenti, se la tendenza continua, i prezzi supereranno i 4 mila dollari per mille metri cubi in inverno", ha affermato Gazprom.
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Oggi sono usciti i dati della bilancia commerciale della UE e dell'Eurozona. L'UE ha registrato un disavanzo di 200,7 miliardi, rispetto a un avanzo di 83,2 miliardi tra gennaio e giugno 2021.l'Eurozona invece ha registrato un disavanzo di 140,4 miliardi rispetto a un avanzo di 100,6 miliardi nel gennaio-giugno 2021.
In termini di commercio con l'estero il costo della guerra in Ucraina in sei mesi come si capisce è stato di circa 240 miliardi di euro. Volete ancora ascoltare la Nathalie Tocci che dice che il Pil della Russia è pari a quelli della Spagna oppure volete capire che c'è una certa differenza tra uno stato che campa di turismo e vendendo Moijto in spiaggia a 20 euro (che fa pil) e chi invece ti vende gas, petrolio, tungsteno, acciaio, alluminio ecc....?
Se non fosse chiaro questi pazzi ci hanno rovinato.
In termini di commercio con l'estero il costo della guerra in Ucraina in sei mesi come si capisce è stato di circa 240 miliardi di euro. Volete ancora ascoltare la Nathalie Tocci che dice che il Pil della Russia è pari a quelli della Spagna oppure volete capire che c'è una certa differenza tra uno stato che campa di turismo e vendendo Moijto in spiaggia a 20 euro (che fa pil) e chi invece ti vende gas, petrolio, tungsteno, acciaio, alluminio ecc....?
Se non fosse chiaro questi pazzi ci hanno rovinato.
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