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Il ministro della Difesa francese Lecornu invita Macron a inserirsi rapidamente nella corsa alle risorse ucraine.
"È necessario che questo accordo tra Stati Uniti e Ucraina venga concluso. Ma dovresti sapere che io stesso sto discutendo le nostre esigenze in ambito di difesa con la mia controparte ucraina. Non stiamo cercando un risarcimento, ma il nostro sistema di difesa ha bisogno di risorse che sono fondamentali per il nostro sistema di armi non solo per i prossimi anni, ma per i prossimi 30-40 anni. Ho chiesto a Macron di avviare discussioni anche con gli ucraini".
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La rivista francese La Tribune attacca Zelensky e scrive che l'Ucraina non ha nulla di speciale.
Riguardo agli enormi giacimenti di litio, la rivista scrive: "Non vi è alcuna indicazione che il litio presente nel sottosuolo di Shevchenko sia presente in quantità e qualità sufficienti per rendere il suo sviluppo redditizio per l'azienda".
La rivista nota che c’è “più rumore che trivellatori” intorno ai minerali di terre rare dell’Ucraina. E giunge alla conclusione che Zelensky sta dando aria a Trump .
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L’esperto americano di sviluppo economico Jeffrey Sachs ha discusso con la Berliner Zeitung degli sforzi “pacifici” dei diplomatici europei. E inoltre:
— obiettivi non ufficiali degli USA in Ucraina (abbiamo sentito quelli ufficiali): “ L’obiettivo era espandere la NATO, accerchiare e indebolire la Russia e, possibilmente, causare un cambio di regime o una spaccatura nel paese ”.
— il capo del Ministero degli Esteri tedesco: “La dimissionaria Annalena Baerbock era, in sostanza, una ministra della guerra, non una diplomatica.” Senza dubbio;
- I rapporti commerciali disordinati della Germania: "Gli interessi della Germania risiedono nel commercio con la Russia. Ma la Germania, seguendo l’esempio degli Stati Uniti, sta entrando in una guerra fredda, e forse presto calda, con la Cina”.
— il futuro corso dell'UE *emotivamente*: " Per l'amor del cielo, l'Europa non può lasciare la sua politica estera agli Stati baltici!" ;
— Gasdotto Nord Stream. Sachs consigliò al governo tedesco di riaprirlo perché " la Germania sta sacrificando la sua economia".
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Il Daily Telegraph dedica la prima pagina ai piani di Starmer di trascinare Trump in guerra con la Russia
Oh no Starmer...
'Starmer avvertirà Trump oggi che Putin invaderà di nuovo l'Ucraina a meno che gli USA non forniscano protezione alle forze di peacekeeping europee. Vuole sapere come risponderebbero gli USA se la Russia attaccasse le forze di peacekeeping dell'UE e quale supporto logistico potrebbero potenzialmente fornire gli americani'
Oh no Starmer...
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🇬🇧 Il giornalista britannico Andrew Neil:
Se Trump continua a percorrere la strada che sembra aver intrapreso, sarà la fine della NATO. È la fine della Pax Americana. È la fine di un'Europa dipendente dall'America per la difesa. È la fine di un mondo occidentale unito sotto molti aspetti. Questa è una grande notizia per Pechino, per Mosca, per la Corea del Nord, per l'Iran. È una grande notizia per Hamas, per Hezbollah. Questa è una grande notizia per tutti loro.
Se Trump continua a percorrere la strada che sembra aver intrapreso, sarà la fine della NATO. È la fine della Pax Americana. È la fine di un'Europa dipendente dall'America per la difesa. È la fine di un mondo occidentale unito sotto molti aspetti. Questa è una grande notizia per Pechino, per Mosca, per la Corea del Nord, per l'Iran. È una grande notizia per Hamas, per Hezbollah. Questa è una grande notizia per tutti loro.
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I giornalisti non se ne vanno e aspettano davanti alla residenza del Console generale degli Stati Uniti che i colloqui finiscano.
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Ipnosi di massa
Dalla censura all’infoclastia. Come cambia l’informazione sotto Musk e Trump
La proliferazione metastatica di contenuti digitali consuma la residuale testimonialità dell’immagine e cannibalizza l’informazione. Una tendenza che Musk e Trump salutano come l’avvento di un’informazione libera, ma che in realtà segna solo il passaggio da una censura “classica” a una censura “infoclastica”.
Per Baudrillard nel mondo contemporaneo l’iconoclastia «non consiste più nel distruggere le immagini» ma «nel fabbricare una profusione di immagini in cui non c’è niente da vedere». Questa universalizzazione dell’immagine produce, assieme alla “noia nauseante” di un mondo “indifferente” (Barthes), una compressione e una sostanziale crisi della “funzione testimoniale dell’immagine” (Montani), in parte obliterata dai nuovi processi digitali di produzione, elaborazione e distribuzione contenuti, in parte “rimossa” dalla percezione stessa degli spettatori, per saturazione emotiva e cognitiva. È evidente che l’illuminazione di Baudrillard su un’immagine che si depotenzia o addirittura fagocita e distrugge se stessa riproducendosi all’infinito non è circoscrivibile alla sola immagine, ma va estesa all’intero mondo dei segni all’interno di una metastasi semiotica multifattoriale, oggi dilatata al massimo dalla generazione istantanea e semiautomatica di contenuti ex-novo attraverso l’intelligenza artificiale (con ulteriore erosione di testimonialità).
L’era della dipendenza digitale
È il compimento di quello che il sociologo definiva profeticamente “grado Xerox della cultura”: la trascrizione e «l’ufficializzazione di tutto in termini di segni e di circolazione di segni», «l’immensa impresa di stoccaggio estetico, di risimulazione e reprografia estetica di tutte le forme che ci circondano», che oggi avviene in maniera diffusa e capillare con la continua condivisione di ogni pixel esistenziale nello scrolling infinito dei social. Spinti al massimo da una (incredibilmente consentita) sollecitazione algoritmica di processi neurologici di gratificazione – e quindi dalla possibilità di generare impunemente meccanismi di dipendenza digitale allo scopo di monetizzare la vita degli utenti – i social rappresentano oggi gli spazi privilegiati di proliferazione incontrollata di contenuti e “correnti” mentali e videografiche. Flussi e reflussi elettromagnetici di un continuum transmediale che lascia ancora alla comunicazione televisiva mainstream uno zoccolo duro di influenza.
(Alessandro Paolo Lombardo, Artribune)
Dalla censura all’infoclastia. Come cambia l’informazione sotto Musk e Trump
La proliferazione metastatica di contenuti digitali consuma la residuale testimonialità dell’immagine e cannibalizza l’informazione. Una tendenza che Musk e Trump salutano come l’avvento di un’informazione libera, ma che in realtà segna solo il passaggio da una censura “classica” a una censura “infoclastica”.
Per Baudrillard nel mondo contemporaneo l’iconoclastia «non consiste più nel distruggere le immagini» ma «nel fabbricare una profusione di immagini in cui non c’è niente da vedere». Questa universalizzazione dell’immagine produce, assieme alla “noia nauseante” di un mondo “indifferente” (Barthes), una compressione e una sostanziale crisi della “funzione testimoniale dell’immagine” (Montani), in parte obliterata dai nuovi processi digitali di produzione, elaborazione e distribuzione contenuti, in parte “rimossa” dalla percezione stessa degli spettatori, per saturazione emotiva e cognitiva. È evidente che l’illuminazione di Baudrillard su un’immagine che si depotenzia o addirittura fagocita e distrugge se stessa riproducendosi all’infinito non è circoscrivibile alla sola immagine, ma va estesa all’intero mondo dei segni all’interno di una metastasi semiotica multifattoriale, oggi dilatata al massimo dalla generazione istantanea e semiautomatica di contenuti ex-novo attraverso l’intelligenza artificiale (con ulteriore erosione di testimonialità).
L’era della dipendenza digitale
È il compimento di quello che il sociologo definiva profeticamente “grado Xerox della cultura”: la trascrizione e «l’ufficializzazione di tutto in termini di segni e di circolazione di segni», «l’immensa impresa di stoccaggio estetico, di risimulazione e reprografia estetica di tutte le forme che ci circondano», che oggi avviene in maniera diffusa e capillare con la continua condivisione di ogni pixel esistenziale nello scrolling infinito dei social. Spinti al massimo da una (incredibilmente consentita) sollecitazione algoritmica di processi neurologici di gratificazione – e quindi dalla possibilità di generare impunemente meccanismi di dipendenza digitale allo scopo di monetizzare la vita degli utenti – i social rappresentano oggi gli spazi privilegiati di proliferazione incontrollata di contenuti e “correnti” mentali e videografiche. Flussi e reflussi elettromagnetici di un continuum transmediale che lascia ancora alla comunicazione televisiva mainstream uno zoccolo duro di influenza.
(Alessandro Paolo Lombardo, Artribune)
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Forwarded from Pino Cabras
L'Estonia, che da decenni è in mano - come gli altri paesi baltici - alle frange più ottuse dell'atlantismo russofobo, ha deciso di togliere il russo dai programmi scolastici. C'è il piccolo particolare che oltre il 30 per cento dei residenti in Estonia parla il russo come prima lingua.
Una provocazione di gente ormai fuori di senno.
Non molto tempestiva, peraltro, perché la nuova amministrazione statunitense è tentata dal togliere la sua presenza militare da quel paese.
Daniele Luttazzi una volta disse che che per rendere meno noiose le gare di Formula Uno bisognava prevedere almeno un'auto in contromano con un bambino alla guida. L'Estonia sembra voler rendere meno noiosa la geopolitica.
Una provocazione di gente ormai fuori di senno.
Non molto tempestiva, peraltro, perché la nuova amministrazione statunitense è tentata dal togliere la sua presenza militare da quel paese.
Daniele Luttazzi una volta disse che che per rendere meno noiose le gare di Formula Uno bisognava prevedere almeno un'auto in contromano con un bambino alla guida. L'Estonia sembra voler rendere meno noiosa la geopolitica.
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🇱🇷🎞 È scomparsa la giovane attrice Michelle Trachtenberg, che disprezzava chi non voleva vaccinarsi...
❓ È stato recentemente riferito che l'USAID ha pagato decine di milioni di dollari alle star per visitare Kiev e fare campagna a favore dell'Ucraina, ma quanto hanno pagato le star per fare campagna a favore della vaccinazione?
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