I media pakistani sostengono che le forze pakistane hanno distrutto il quartier generale di una brigata indiana.
Molto probabilmente si tratta di colpi di artiglieria nelle zone di confine dei territori contesi.
Molto probabilmente si tratta di colpi di artiglieria nelle zone di confine dei territori contesi.
Forwarded from Pino Cabras
ANCHE BYOBLU NEL MIRINO DEL PICIERNOSAURO: PROCESSO ALLA LIBERTÀ D'INFORMAZIONE [PARTE 1]
L’interrogazione intimidatoria di Pina Picierno contro Byoblu è solo l’ultima manifestazione della sua totale estraneità a qualsiasi concezione contemporanea della libertà di stampa e di espressione. Ma è anche un’altra spia della sua pulsione autoritaria, che emerge ogni volta che si trova davanti voci fuori dal coro. L’episodio evoca con chiarezza un noto fenomeno della biologia evolutiva: la “convergenza evolutiva”. È ciò che accade quando specie diverse, sottoposte a condizioni simili, finiscono per sviluppare tratti praticamente identici, pur non avendo legami di parentela.
Così, come il rinoceronte ricorda il triceratopo pur appartenendo a un altro tempo e a un altro ceppo evolutivo, anche in politica assistiamo alla ricomparsa di certe figure, adattate ai nuovi contesti ma mosse dalle stesse logiche. Il Piciernosauro, in tal senso, occupa oggi la stessa nicchia che negli anni ’50 fu di Joseph McCarthy.
Le somiglianze sono inquietanti: McCarthy era ossessionato dall’idea di una minaccia interna ma originata da Mosca, che vedeva ovunque; Picierno mostra la stessa delirante paranoia, ma rivolta ai media indipendenti, che considera pericolosi semplicemente perché non allineati. McCarthy costruiva accuse infondate basandosi su sospetti e liste nere, calpestando ogni garanzia procedurale; Picierno si muove allo stesso modo, insinuando pericoli e complotti per colpire chi dissente. McCarthy demonizzava l’opposizione politica e ne faceva un nemico pubblico; Picierno agisce con la medesima logica binaria: o si è con lei, o si è da silenziare. McCarthy impiegava il potere istituzionale per intimidire e censurare; Picierno utilizza le sedi parlamentari europee per tentare di delegittimare e zittire il dissenso mediatico. Infine, McCarthy si presentava come difensore della democrazia, mentre ne erodeva le fondamenta; Picierno si trincera dietro lo stesso alibi, mentre mina alla radice il pluralismo dell’informazione.
Nel volto apparentemente rassicurante di un europarlamentare "progressista", rispunta lo stesso impasto tossico di fanatismo, autoritarismo e intolleranza che rese famigerato McCarthy. La storia, purtroppo, non si ripete mai davvero, ma spesso si traveste molto bene.
E se McCarthy fu infine travolto dal discredito per il suo abuso di potere e per il clima di terrore che aveva contribuito a creare, non resta che augurarsi che anche la sua epigona europea venga ricordata nello stesso modo: come un monito vivente su ciò che accade quando l’ignoranza sale in cattedra e si mette a dettare legge in nome della libertà, mentre la libertà la sta già strangolando.
Tutto nasce da un’intervista che il canale indipendente Byoblu ha realizzato con Vladimir Solovyev, giornalista e conduttore russo noto per le sue posizioni filogovernative e la sua retorica fiammeggiante. Figura controversa, certo, ma pur sempre parte di un’informazione rilevante nel quadro internazionale, specialmente in un contesto di guerra.
Per questo intervento, Pina Picierno — con tutti i timbri di vicepresidente del Parlamento europeo — ha presentato un’interrogazione ufficiale nella quale chiede conto della presunta violazione delle sanzioni UE da parte di Byoblu, accusando l’emittente fondata da Claudio Messora di aver offerto visibilità a un soggetto sanzionato.
Ma dietro la patina della legalità e delle più pelose buone intenzioni si cela un impianto profondamente viziato sotto almeno tre profili fondamentali: giuridico, costituzionale e deontologico.
[…] – Fine prima parte
[Segue…]
L’interrogazione intimidatoria di Pina Picierno contro Byoblu è solo l’ultima manifestazione della sua totale estraneità a qualsiasi concezione contemporanea della libertà di stampa e di espressione. Ma è anche un’altra spia della sua pulsione autoritaria, che emerge ogni volta che si trova davanti voci fuori dal coro. L’episodio evoca con chiarezza un noto fenomeno della biologia evolutiva: la “convergenza evolutiva”. È ciò che accade quando specie diverse, sottoposte a condizioni simili, finiscono per sviluppare tratti praticamente identici, pur non avendo legami di parentela.
Così, come il rinoceronte ricorda il triceratopo pur appartenendo a un altro tempo e a un altro ceppo evolutivo, anche in politica assistiamo alla ricomparsa di certe figure, adattate ai nuovi contesti ma mosse dalle stesse logiche. Il Piciernosauro, in tal senso, occupa oggi la stessa nicchia che negli anni ’50 fu di Joseph McCarthy.
Le somiglianze sono inquietanti: McCarthy era ossessionato dall’idea di una minaccia interna ma originata da Mosca, che vedeva ovunque; Picierno mostra la stessa delirante paranoia, ma rivolta ai media indipendenti, che considera pericolosi semplicemente perché non allineati. McCarthy costruiva accuse infondate basandosi su sospetti e liste nere, calpestando ogni garanzia procedurale; Picierno si muove allo stesso modo, insinuando pericoli e complotti per colpire chi dissente. McCarthy demonizzava l’opposizione politica e ne faceva un nemico pubblico; Picierno agisce con la medesima logica binaria: o si è con lei, o si è da silenziare. McCarthy impiegava il potere istituzionale per intimidire e censurare; Picierno utilizza le sedi parlamentari europee per tentare di delegittimare e zittire il dissenso mediatico. Infine, McCarthy si presentava come difensore della democrazia, mentre ne erodeva le fondamenta; Picierno si trincera dietro lo stesso alibi, mentre mina alla radice il pluralismo dell’informazione.
Nel volto apparentemente rassicurante di un europarlamentare "progressista", rispunta lo stesso impasto tossico di fanatismo, autoritarismo e intolleranza che rese famigerato McCarthy. La storia, purtroppo, non si ripete mai davvero, ma spesso si traveste molto bene.
E se McCarthy fu infine travolto dal discredito per il suo abuso di potere e per il clima di terrore che aveva contribuito a creare, non resta che augurarsi che anche la sua epigona europea venga ricordata nello stesso modo: come un monito vivente su ciò che accade quando l’ignoranza sale in cattedra e si mette a dettare legge in nome della libertà, mentre la libertà la sta già strangolando.
Tutto nasce da un’intervista che il canale indipendente Byoblu ha realizzato con Vladimir Solovyev, giornalista e conduttore russo noto per le sue posizioni filogovernative e la sua retorica fiammeggiante. Figura controversa, certo, ma pur sempre parte di un’informazione rilevante nel quadro internazionale, specialmente in un contesto di guerra.
Per questo intervento, Pina Picierno — con tutti i timbri di vicepresidente del Parlamento europeo — ha presentato un’interrogazione ufficiale nella quale chiede conto della presunta violazione delle sanzioni UE da parte di Byoblu, accusando l’emittente fondata da Claudio Messora di aver offerto visibilità a un soggetto sanzionato.
Ma dietro la patina della legalità e delle più pelose buone intenzioni si cela un impianto profondamente viziato sotto almeno tre profili fondamentali: giuridico, costituzionale e deontologico.
[…] – Fine prima parte
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Forwarded from Pino Cabras
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ANCHE BYOBLU NEL MIRINO DEL PICIERNOSAURO: PROCESSO ALLA LIBERTÀ D'INFORMAZIONE [PARTE 2]
Le sanzioni europee imposte a Vladimir Solovyev prevedono il congelamento dei beni e il divieto di ingresso fisico nel territorio dell’Unione. Non si estendono però — né nei testi né nello spirito — al divieto di comunicazione o alla censura dei suoi contenuti.
Byoblu non ha facilitato lo spostamento di Solovyev, non ha movimentato capitali a lui riferibili, né ha infranto alcun dispositivo operativo delle sanzioni.
In breve: nessuna norma violata, solo informazione diffusa. L’accusa di Picierno è dunque un castello giuridico costruito sulla sabbia. Conta solo la pressione aggressiva e intimidatoria, un messaggio ‘urbi et orbi’ verso i tanti cui fa già pressioni per invocare danni economici se osano pensare diversamente dal verbo atlantista e russofobo.
La libertà di espressione è tutelata dall’art. 21 della Costituzione italiana e perfino – udite udite - dall’art. 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.
Questi articoli non sono decorazioni simboliche: sono pilastri dello Stato di diritto. E stabiliscono che chi fa informazione ha il diritto — e diciamo pure il dovere — di raccontare anche ciò che è scomodo, impopolare o in contrasto con le versioni ufficiali.
L’interrogazione di Picierno, in quanto tentativo di delegittimare una testata per i suoi contenuti, si pone in diretto contrasto con questi principi.
Il giornalismo professionale non si limita a ripetere veline istituzionali: ha l’obbligo di mostrare anche le opinioni più controverse, a patto che vengano contestualizzate e sottoposte al vaglio critico.
L’intervista di Byoblu a Solovyev, lungi dall’essere una cassa di risonanza acritica, è una testimonianza utile a comprendere un punto di vista rilevante nel contesto geopolitico attuale.
Pretendere che queste voci vengano oscurate è il contrario della deontologia: è propaganda mascherata da etica.
L’interrogazione di Pina Picierno non è solo infondata: è pericolosa. Perché tenta di far passare per illecito ciò che è legittimo, e di trasformare la libertà di stampa in un atto da giustificare, anziché da garantire.
Oggi tocca a Byoblu, domani a chiunque osi raccontare versioni non omologate della realtà.
In nome della democrazia, Picierno si conferma disposta – con la sua stolida, eterna e invariabile veste di censore - a svuotarla dall’interno. Ma la libertà — quella vera — è allergica a questo tipo di ipocrisia vestita da moralismo istituzionale. Moralismo che poi non si può permettere, visto che la vicepresidente dell’Europarlamento è stata di recente presa col sorcio in bocca nel farsi usare da megafono da parte di estremisti militaristi israeliani che fanno lobbysmo borderline tra Strasburgo e Bruxelles. Per non parlare delle liaison che hanno portato a esaltare la vergognosa chiusura del conto corrente di Visione TV, con gran gioia del marito della Picierno, Massimiliano Coccia, giornalista di Linkiesta, una testata con uno strano bilancio in cui il fatturato non è fatto tanto da vendite e pubblicità quanto da non meglio specificate “collaborazioni editoriali”. Noi sappiamo solo che Linkiesta collabora con una testata ucraina - «Evropeiska Pravda», finanziata da NATO, Europarlamento (sì proprio esso), istituzioni USA e Fondazione Soros - che edita assieme a «Linkiesta» un giornale in lingua ucraina, «Slava Evropi», il quale pubblica preziosi editoriali di Picierno e marito.
Dal giornalismo d’inchiesta al giornalismo d’incesto. Viva i soldi del contribuente!
La censura non è mai "progressista": è solo un potere pavido che ha paura delle domande.
E dietro ogni moralista armato di interrogazioni, c’è spesso qualcuno che ha troppo da nascondere. Avrei anche potuto intitolare tutto così: «Ipocrisia istituzionale e conflitti d’interesse: Picierno, la censura e il giornalismo di famiglia».
[FINE]
ANCHE BYOBLU NEL MIRINO DEL PICIERNOSAURO: PROCESSO ALLA LIBERTÀ D'INFORMAZIONE [PARTE 2]
Le sanzioni europee imposte a Vladimir Solovyev prevedono il congelamento dei beni e il divieto di ingresso fisico nel territorio dell’Unione. Non si estendono però — né nei testi né nello spirito — al divieto di comunicazione o alla censura dei suoi contenuti.
Byoblu non ha facilitato lo spostamento di Solovyev, non ha movimentato capitali a lui riferibili, né ha infranto alcun dispositivo operativo delle sanzioni.
In breve: nessuna norma violata, solo informazione diffusa. L’accusa di Picierno è dunque un castello giuridico costruito sulla sabbia. Conta solo la pressione aggressiva e intimidatoria, un messaggio ‘urbi et orbi’ verso i tanti cui fa già pressioni per invocare danni economici se osano pensare diversamente dal verbo atlantista e russofobo.
La libertà di espressione è tutelata dall’art. 21 della Costituzione italiana e perfino – udite udite - dall’art. 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.
Questi articoli non sono decorazioni simboliche: sono pilastri dello Stato di diritto. E stabiliscono che chi fa informazione ha il diritto — e diciamo pure il dovere — di raccontare anche ciò che è scomodo, impopolare o in contrasto con le versioni ufficiali.
L’interrogazione di Picierno, in quanto tentativo di delegittimare una testata per i suoi contenuti, si pone in diretto contrasto con questi principi.
Il giornalismo professionale non si limita a ripetere veline istituzionali: ha l’obbligo di mostrare anche le opinioni più controverse, a patto che vengano contestualizzate e sottoposte al vaglio critico.
L’intervista di Byoblu a Solovyev, lungi dall’essere una cassa di risonanza acritica, è una testimonianza utile a comprendere un punto di vista rilevante nel contesto geopolitico attuale.
Pretendere che queste voci vengano oscurate è il contrario della deontologia: è propaganda mascherata da etica.
L’interrogazione di Pina Picierno non è solo infondata: è pericolosa. Perché tenta di far passare per illecito ciò che è legittimo, e di trasformare la libertà di stampa in un atto da giustificare, anziché da garantire.
Oggi tocca a Byoblu, domani a chiunque osi raccontare versioni non omologate della realtà.
In nome della democrazia, Picierno si conferma disposta – con la sua stolida, eterna e invariabile veste di censore - a svuotarla dall’interno. Ma la libertà — quella vera — è allergica a questo tipo di ipocrisia vestita da moralismo istituzionale. Moralismo che poi non si può permettere, visto che la vicepresidente dell’Europarlamento è stata di recente presa col sorcio in bocca nel farsi usare da megafono da parte di estremisti militaristi israeliani che fanno lobbysmo borderline tra Strasburgo e Bruxelles. Per non parlare delle liaison che hanno portato a esaltare la vergognosa chiusura del conto corrente di Visione TV, con gran gioia del marito della Picierno, Massimiliano Coccia, giornalista di Linkiesta, una testata con uno strano bilancio in cui il fatturato non è fatto tanto da vendite e pubblicità quanto da non meglio specificate “collaborazioni editoriali”. Noi sappiamo solo che Linkiesta collabora con una testata ucraina - «Evropeiska Pravda», finanziata da NATO, Europarlamento (sì proprio esso), istituzioni USA e Fondazione Soros - che edita assieme a «Linkiesta» un giornale in lingua ucraina, «Slava Evropi», il quale pubblica preziosi editoriali di Picierno e marito.
Dal giornalismo d’inchiesta al giornalismo d’incesto. Viva i soldi del contribuente!
La censura non è mai "progressista": è solo un potere pavido che ha paura delle domande.
E dietro ogni moralista armato di interrogazioni, c’è spesso qualcuno che ha troppo da nascondere. Avrei anche potuto intitolare tutto così: «Ipocrisia istituzionale e conflitti d’interesse: Picierno, la censura e il giornalismo di famiglia».
[FINE]
Forwarded from GeopoliticalCenter
L'India ha schierato tutte le sue forze di difesa aerea al confine con il Pakistan.
■ @GeopoliticalCenterfb ■
■ @GeopoliticalCenterfb ■
❗️🇮🇳 j🇵🇰 Il primo ministro pakistano, Shehbaz Sharif, conferma che il Pakistan sta attualmente attuando ritorsioni contro l'India
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Il Pakistan ha dichiarato lo stato di emergenza nella provincia del Punjab, al confine con l’India.
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Forwarded from Giubbe Rosse
🇮🇳🇵🇰 INDIA-PAKISTAN, NOTTATA DI SCONTRI
Bilancio pesante al termine della notte tra il 6 e il 7 maggio nella zona del Kashmir al confine tra India e Pakistan.
Fonti indiane parlano di tre civili uccisi a seguito di spari o bombardamenti indiscriminati da parte del Pakistan attraverso la linea di controllo (LoC) e il confine internazionale (IB) in Jammu e Kashmir. Un funzionario del governo locale di Poonch ha parlato addirittura di 8 morti e 29 feriti. L'India rivendica l'eliminazione di oltre 70 militanti pakistani in attacchi contro "infrastrutture terroristiche".
Dal canto suo, il Pakistan segnala 8 morti civili e 38 feriti da attacchi missilistici indiani in varie località di confine tra cui Kotli, Muzaffarabad e Bahawalpur. Alcune fonti parlano di 12 morti civili e oltre 35 feriti, oltre a danni materiali significativi. Il Pakistan ha anche affermato di aver abbattuto tre caccia indiani e un drone. Del drone esiste già conferma visiva da ieri sera. Dall'India iniziano a filtrare nelle ultime ore le prime immagini che suggeriscono effettivamente l'abbattimento di due Rafale e un Mirage 2000, ma ancora nessuna conferma ufficiale da parte del governo indiano.
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Bilancio pesante al termine della notte tra il 6 e il 7 maggio nella zona del Kashmir al confine tra India e Pakistan.
Fonti indiane parlano di tre civili uccisi a seguito di spari o bombardamenti indiscriminati da parte del Pakistan attraverso la linea di controllo (LoC) e il confine internazionale (IB) in Jammu e Kashmir. Un funzionario del governo locale di Poonch ha parlato addirittura di 8 morti e 29 feriti. L'India rivendica l'eliminazione di oltre 70 militanti pakistani in attacchi contro "infrastrutture terroristiche".
Dal canto suo, il Pakistan segnala 8 morti civili e 38 feriti da attacchi missilistici indiani in varie località di confine tra cui Kotli, Muzaffarabad e Bahawalpur. Alcune fonti parlano di 12 morti civili e oltre 35 feriti, oltre a danni materiali significativi. Il Pakistan ha anche affermato di aver abbattuto tre caccia indiani e un drone. Del drone esiste già conferma visiva da ieri sera. Dall'India iniziano a filtrare nelle ultime ore le prime immagini che suggeriscono effettivamente l'abbattimento di due Rafale e un Mirage 2000, ma ancora nessuna conferma ufficiale da parte del governo indiano.
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Articolo mio per l'Antidiplomatico. Il FMI annuncia che l'Economia Globale è entrata in una nuova era dove le gerarchie di fatto saranno decise dalla competizione tecnologica e, aggiungo io, dove il perdente potrebbe decidere di passare all'uso delle armi. https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-la_nuova_era_delleconomia_globale/29296_60603/
www.lantidiplomatico.it
La Nuova Era dell'Economia Globale
Il Fondo Monetario segnala che l'Innovazione Tecnologica sta portando l'Economia Globale in una nuova era. E le misure protezionistiche...