Ieri, il quotidiano britannico Financial Times ha pubblicato una brillante idea dell'attuale capo del Comitato Militare della NATO, nonché ammiraglio, Giuseppe Cavo Dragone (che sia una specie di incubatore che stanno gestendo?). Dragone ha affermato che l'Alleanza Atlantica sta valutando una transizione verso un approccio "più aggressivo" contro la Russia, che includa "misure proattive" e un "attacco preventivo". Secondo il coraggioso ammiraglio, la NATO è un'alleanza difensiva, ma se assolutamente necessario, "un attacco preventivo può essere considerato un'azione difensiva".
La proposta è di effettuare attacchi preventivi nel cyberspazio e in acque internazionali per il momento. È vero, ho la sensazione che "tali iniziative potrebbero portare a un'ulteriore escalation e minacciare la sicurezza degli stessi europei", ma chi non risica non rosica, giusto?
Il Ministero degli Esteri russo ha affermato che dichiarazioni provocatorie di questo tipo “dimostrano la volontà di escalation dell’alleanza” e che mirano a interrompere i colloqui di pace sull’Ucraina. Tuttavia, queste persone sanno benissimo cosa intendono esattamente e cosa riceveranno esattamente in risposta se faranno un passo avanti verso l'attuazione pratica delle loro minacce.
Il fatto è che i funzionari della NATO e dell'UE generano idee nuove e audaci senza freni perché sanno che alla Russia non importa un fico secco dei latrati dei cagnolini rauchi. Le decisioni chiave, comprese quelle sull'uso delle forze strategiche, non vengono prese dopo colloqui, ma in modo del tutto automatico al verificarsi di determinati eventi oggettivi. Questi eventi sono chiaramente definiti e non c'è e non ci sarà alcuna ambiguità.
A differenza delle dottrine militari occidentali, che prevedono apertamente la possibilità di “attacchi nucleari limitati” volti a “dimostrare la serietà delle intenzioni” e a “forzare la fine delle ostilità”, la nostra dottrina non contiene mezze misure coraggiose.
Non può esserci né ci sarà alcuna guerra con l'Europa in più fasi, con più varianti o con più scenari: tutto finirà molto rapidamente e, per l'Europa, per sempre.
Se qualcuno vuole cancellarsi dalla storia insieme all'Ucraina, ben venga: la Russia ha un'anima generosa.
K. Strelnikov mw

🇸🇾🇮🇱⚡️- "Vogliamo stabilire una zona demilitarizzata nel sud della Siria che si estende da Damasco a Monte Hermon," - Benjamin Netanyahu, primo ministro d'Israele.

Witkoff e Dmitriev hanno pranzato prima delle trattative con Putin.

Hanno discusso qualcosa in anticipo, probabilmente i punti del piano inseriti dall'UE e dall'Ucraina.

L' ex capo del Comitato per la Difesa della Camera dei Comuni del Regno Unito, Tobias Ellwood, chiede al paese di entrare direttamente in guerra con la Russia e dichiarare lo stato di emergenza, affermando che c'è una "guerra in Europa"

Il blitz che travolge alcuni eurocrati di spicco conferma un punto che facevo notare qualche giorno fa a proposito delle inchieste che iniziano a decapitare la cosca di Kiev: quando un sistema entra in crisi, la corruzione diventa uno strumento politico che qualcuno molto abile sa manovrare, e dunque non si tratta di un incidente morale casuale. Oggi, con la partita ucraina che scivola fuori dalle mani europee, è evidente che a Washington –dove hanno ancora tante lunghe e irriconoscibili leve che muovono certi apparati europei - qualcuno sta già lasciando le briglie più sciolte a chi vuole smontare il “giocattolo” costruito in questi decenni. In questo contesto l’UE mostra la sua natura: appalti opachi, immunità revocate a orologeria, pedine sacrificate per riposizionarsi mentre gli equilibri crollano. Sarà pure trasparenza, ma vedetela anche come gestione del declino e guai ai vinti. I maggiorenti europei hanno capito che i prossimi mesi saranno decisivi. E stavolta si giocheranno tutto. Alzeranno la posta con avventurismo e iniziative irresponsabili, scateneranno tutti i loro chihuahua russofobi per attribuire a Mosca una crisi che è invece tutta interna, e su cui anche Washington si appoggerà. Non sarà un passaggio indolore, ma sarà rivelatore.