Papa Leone XIV e l’Europa davanti alla sua verità

Il discorso di Papa Leone XIV agli eurodeputati conservatori non è un richiamo nostalgico né una benedizione politica. È una messa in discussione dell’ordine europeo attuale.

Il Pontefice afferma che l’identità europea è comprensibile solo a partire dalle sue radici giudaico-cristiane. Ma questo richiamo non serve a “gestire” i poveri: serve a giudicare un sistema che li produce.

Un’Europa che investe nel riarmo, accetta la guerra come orizzonte permanente e riduce la politica a tecnocrazia non può salvaguardare i più deboli. Li crea.
Senza una politica concepita come servizio alla dignità umana e orientata al destino dell’uomo, ogni tutela resta retorica.

Tra critiche americane, crisi di sovranità e smarrimento culturale, il discorso del Papa indica una strada esigente: non correzioni interne, ma una rifondazione dell’Europa a partire dal suo fondamento umano e spirituale.

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IL MISTERO DELL'ITALIA CHE “TRACCIA LE STRADE”
(BEN OLTRE TRUMP E LE MALEFATTE DI BRUXELLES)

Allontanare l'Italia dall'Unione Europea: lo prescrive la nuova visione strategica degli Stati Uniti, trapelata in questi giorni. Una specie di leggenda, di mistero buffo, aleggia sul destino della Penisola: come se un irriferibile segreto proteggesse la sua pretesa, assoluta unicità. «L'Italia traccia le strade», ebbe a dire il celebre esoterista Rudolf Steiner, già allievo della teosofa Helena Petrovna Blavatsky, donna eccezionalmente iniziata ai misteri del Tibet. Quasi venerato dalle massonerie di mezzo mondo, lo stesso Steiner è stato esplicito: il ruolo del nostro paese sarebbe quello di introdurre moduli destinati a condizionare il pianeta. Esempi? Prima l'Impero Romano, poi il Cristianesimo e, non ultimo, il Rinascimento.

Anche nell'era moderna, l'Italia ha preoccupato i suoi “concorrenti”. Di Cavour si dice che sia stato “aiutato” a morire prematuramente, non essendo intenzionato a rispettare il patto massonico post-unitario contratto con inglesi e francesi, secondo i quali il nostro paese non sarebbe mai dovuto andare oltre il ruolo di semplice colonia a guardia del Mediterraneo, proprio a ridosso del Canale di Suez. Altri strateghi paragonabili a Cavour, nel '900, non sono arrivati alla pensione. Prima lo spericolato Enrico Mattei, poi il felpato Aldo Moro. E che dire di Adriano Olivetti, pioniere mondiale dell'informatica, brutalmente emarginato perché troppo indipendente e fautore di un rivoluzionario capitalismo dal volto umano, che metteva al primo posto gli operai?

Da Leonardo da Vinci a Ettore Majorana, è sempre esistita un'Italia altamente preoccupante, per i grandi poteri mondiali: un'Italia da intimidire, da punire. Sconcerta, ad esempio, che ad Hammamet fossero i miliziani palestinesi dell'Olp di Arafat le sole guardie del corpo rimaste fedeli a Bettino Craxi, lo statista processato sommariamente nelle piazze italiane durante la caccia alle streghe chiamata Mani Pulite. Sul rogo, quattro secoli prima, era finito materialmente Giordano Bruno: altro italiano destinato a far tremare il potere costituito.

Sono inoltre legati indissolubilmente all'Italia tre personaggi decisivi nella storia del medioevo europeo, in cui affondano le radici continentali: l'imperatore svevo Federico II, Francesco d'Assisi e il poeta fiorentino Dante Alighieri.
Riletto in modo rivoluzionario dalla professoressa Maria Castronovo, il capolavoro dantesco svela una profezia astrologica formulata 700 anni fa: sono iniziati cambiamenti epocali, destinati a mettere i crisi i poteri dominanti. Che il periodo sia palesemente apocalittico lo dimostra, una volta di più, la sconcertante “disclosure”, non solo statunitense, sulla cosiddetta “visita aliena”. Vacillano verità di comodo e dogmi religiosi. Tante maschere stanno cadendo.

Ma perché mettere sotto i riflettori proprio l'Italia? C'è qualcosa di occulto, nel nostro passato, che qualcuno conosce e non intende divulgare? Su richiesta dell'imperatore Augusto, Virgilio fece discendere le origini italiche da Troia, ultima colonia minoica: di ascendenza addirittura atlantidea? Per Felice Vinci, invece, i sette colli dell'Urbe sono lo “specchio” terrestre delle Pleiadi: dunque vantiamo remotissimi progenitori cosmici?

Su MRTV.it l'articolo completo: link

the Atlantic:

L'amministrazione Trump ha di fatto dato il via libera all'Ucraina per sferrare un attacco contro la "flotta ombra" della Russia.

I funzionari americani non hanno obiettato agli attacchi contro le petroliere e in alcuni casi hanno approvato lo scambio di informazioni di intelligence, utilizzate per sferrare attacchi contro l'infrastruttura petrolifera russa.

Questo è un chiaro cambiamento nella politica statunitense rispetto all'amministrazione Biden, che ha frenato tali attacchi a causa dei timori di un'escalation del conflitto.

𝗪𝗔𝗦𝗛𝗜𝗡𝗚𝗧𝗢𝗡 𝗦𝗜 𝗔𝗗𝗔𝗧𝗧𝗔, 𝗟’𝗘𝗨𝗥𝗢𝗣𝗔 𝗦𝗜 𝗦𝗨𝗜𝗖𝗜𝗗𝗔: 𝗜𝗟 𝗖𝟱 𝗘 𝗟𝗔 𝗙𝗜𝗡𝗘 𝗗𝗘𝗟𝗟’𝗜𝗟𝗟𝗨𝗦𝗜𝗢𝗡𝗘 𝗔𝗧𝗟𝗔𝗡𝗧𝗜𝗦𝗧𝗔
Mesi fa buttavo lì – neppure troppo per scherzo – l’idea che una soluzione razionale per la ‘governance’ globale sarebbe stata l’ingresso degli Stati Uniti nei BRICS. Non per amore del multipolarismo, ma per mero interesse: stare dentro un tavolo dove siedono tutti i giganti è il modo più efficace per gestire conflitti strutturali senza farli esplodere. I BRICS sono paesi che fra loro non si amano, ma non si sognano di farsi guerra e anzi cooperano e risolvono problemi di enorme portata. Oggi quella traiettoria prende forma in modo diverso: c’è stata una fuga di notizie pilotata da qualche manina alla Casa Bianca che ha fatto emergere la proposta C5, un capitolo di una versione più estesa e non pubblicata della Strategia di Sicurezza Nazionale statunitense, che includerebbe l’idea di creare un forum “Core Five” (il “nucleo dei cinque”) formato da USA, Cina, Russia, India e Giappone per discutere questioni globali chiave. Laddove il G7 è una vecchia muffa geopolitica che esclude e non capisce gran parte del pianeta, laddove il G20 è troppo paralizzato e pletorico,‎ e infine laddove il Consiglio di Sicurezza dell’ONU riflette un mondo di 80 anni fa che non c’è più, il C5 diventerebbe invece, mutatis mutandis, un passo verso il modello e la logica BRICS.
Se la cosa va avanti, significa che gli USA hanno scelto di adattarsi a un mondo multipolare, di contrattare spazi, regole e compromessi, al netto di passaggi assertivi e niente affatto pacifici come una ripresa delle pretese esclusive sul “cortile di casa” delle Americhe. Saranno comunque anni turbolenti, quelli a venire.
L’Europa, invece, si auto-esclude, si radicalizza, si illude di poter sostituire la politica con sanzioni, sequestri e scorciatoie giuridiche. Il caso degli asset russi congelati è emblematico: una bomba sotto il diritto internazionale e sotto la fiducia globale, destinata ad accelerare processi che la taglieranno fuori. Senza materie prime e con un’impressionante deindustrializzazione in corso, senza tecnologie guida, l’Europa appare come il grande malato.
Il passaggio è epocale e tragico: l’Europa ha un know-how micidiale nel trasformare crisi politiche in guerre mondiali. E non sembra aver imparato nulla.

🇸🇰— Il Primo Ministro slovacco Robert Fico:

"Se le vite dei russi e degli ucraini non significano nulla per l'Europa occidentale, allora non voglio far parte di una tale Europa occidentale."

Nel 2018, per la testata Megachip scrissi questo articolo: "Trump, Merkel, gli economisti e Tucidide".

Cito testualmente quanto scrissi allora: «Ora il gioco si è invertito: Trump ha deciso di stangare l’UE e usa tutti i mezzi di quella che si chiama “Full Spectrum Dominance” degli USA, ossia il controllo generale e simultaneo di tutto lo spettro del campo di battaglia. Il nemico si abbatte con le armi legislative, con le armi dell’informazione (anche manipolata se necessario), con le armi finanziarie, con le armi dei dazi e solo come extrema ratio con le armi strettamente militari (che per l’Europa – va da sé – non saranno necessarie manco come minaccia). Questo sta succedendo: gli USA vogliono (qui giustamente) riequilibrare la bilancia commerciale con l’Europa e fino a quando non lo otterranno pesteranno come fabbri. Fino al punto di far implodere l’Euro se necessario».

E poi continuo dicendo che la legge economica che più vale è quella espressa da Tucidide nelle sue "Guerre Peloponnesiache" quando racconta che gli ambasciatori ateniesi si recarono a Milo per chiedere l'entrata in guerra a loro fianco contro Sparta. Alle proteste dei milii che sostenevano di essere amici di tutti risposero che esiste una legge eterna “Chi ha la forza comanda”, e dunque o i milli entravano in guerra contro Sparta o Atene avrebbe raso al suolo Milo.

Idem ora, la nascita del Core 5 che declassa l'Europa a area di secondo rango applica lo stesso principio descritto da Tucidide: o hai forza o non conti nulla. Ecco perchè tutte e cinque le grandi potenze del Core5 hanno un enorme potere militare in essere o in costruzione (il Giappone). Mentre noi ci baloccavamo come ragionieri con il Patto di Stabilità.

Ora l'Europa è ridotta a derubare la banca centrale russa trasformandoci in paria. Quando Madame Cocotte von der Layen ha toccato il fondo ha iniziato a scavare.

🇺🇸🇷🇺🇺🇦 Trump sta facendo forti pressioni su Zelenskyy, spingendolo a fare concessioni, — Bild

▪️Trump sta esercitando un'intensa pressione su Zelenskyy per costringerlo a fare concessioni.
▪️La strategia di Trump potrebbe essere quella di sfruttare la debolezza interna di Zelenskyy a seguito dello scandalo di corruzione.
▪️Il giornale sottolinea: i negoziati di pace sono ora più attivi che mai dall'inizio del conflitto.

«Bisogna però sapere che la guerra e comune (a tutte le cose), che la giustizia è contesa e che tutto accade secondo contesa e necessità»

(Eraclito, fr. 80 Diels-Kranz)