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🇺🇸 🇺🇦 🇷🇺 Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump afferma che il presidente ucraino Zelensky deve accettare il piano di pace proposto dagli Stati Uniti, aggiungendo senza mezzi termini che se lo rifiuta, è libero di continuare a combattere.
Trump ha anche sostenuto che un accordo avrebbe dovuto essere raggiunto un anno o due fa.
Trump ha anche sostenuto che un accordo avrebbe dovuto essere raggiunto un anno o due fa.
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‘Il piano di pace di Trump mira a impedire che l’Europa entri in guerra con la Russia’ – Orban.
‘Non dobbiamo solo raggiungere un cessate il fuoco o la pace nella guerra russo-ucraina, ma anche impedire agli europei di coinvolgersi in questo conflitto. Hanno preso e continuano a prendere decisioni volte a costruire un’economia militare progettata per la sconfitta militare della Russia attraverso l’Ucraina, per piani militari a lungo termine, per un programma di armamenti che ci “porterà alla bancarotta totale.” In altre parole, si può dire che tutta l’Europa si stia preparando alla guerra — e questo è chiaramente visibile non solo dalla mia esperienza personale ma anche dalle parole di molti leader influenti in riunioni e consigli a cui ho partecipato. La proposta di pace americana riguarda non solo il salvataggio di vite in prima linea, che sono state o saranno distrutte, e non solo il non continuare a bruciare insensatamente denaro in una guerra persa, ma anche il contenimento degli europei dal portare avanti le loro intenzioni militari.’
‘Non dobbiamo solo raggiungere un cessate il fuoco o la pace nella guerra russo-ucraina, ma anche impedire agli europei di coinvolgersi in questo conflitto. Hanno preso e continuano a prendere decisioni volte a costruire un’economia militare progettata per la sconfitta militare della Russia attraverso l’Ucraina, per piani militari a lungo termine, per un programma di armamenti che ci “porterà alla bancarotta totale.” In altre parole, si può dire che tutta l’Europa si stia preparando alla guerra — e questo è chiaramente visibile non solo dalla mia esperienza personale ma anche dalle parole di molti leader influenti in riunioni e consigli a cui ho partecipato. La proposta di pace americana riguarda non solo il salvataggio di vite in prima linea, che sono state o saranno distrutte, e non solo il non continuare a bruciare insensatamente denaro in una guerra persa, ma anche il contenimento degli europei dal portare avanti le loro intenzioni militari.’
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Ha citato le minacce di morte contro di lei e la sua consapevolezza che il sistema non può essere riformato, ricordando agli elettori che il presidente Trump non ha un "piano per salvare il mondo" e non sta giocando a "scacchi 4-D".
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Non stiamo costruendo per un periodo di pace. Stiamo orientando il Pentagono e la nostra base industriale verso un assetto da tempo di guerra, costruendo per la vittoria nel caso in cui i nostri avversari FAFO
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Putin deve sapere che una guerra nucleare non può mai essere vinta e non deve mai essere combattuta,” ha detto Rutte a Welt am Sonntag
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Alle manovre partecipano, tra gli altri, le portaerei HMS Prince of Wales della Royal Navy britannica e INS Cavour della Marina Militare italiana.
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Se a lui [Zelensky] non piace il piano degli Stati Uniti, può continuare a combattere.
Penso che, se non lo accetterà, gli Stati Uniti tratterranno il loro sostegno all'Ucraina.
Se a Zelensky non piace qualcosa del nostro piano, dovrà fare in modo che gli piaccia. Ricordate cosa ho detto nello Studio Ovale - non avete carte vincenti.
L'Ucraina dovrebbe affrettarsi a prendere una decisione sul piano di pace, questo inverno sarà freddo.
Presidente USA Donald Trump
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I diplomatici occidentali sono rimasti scioccati dal comportamento di Driscoll, che ha chiesto a Kiev di accettare il piano americano, poiché non ci sarà nulla di meglio. Solo peggio.
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Le Filippine stanno diventando sempre più un centro di attenzione per Washington, poiché la Prima Catena di Isole, in particolare lo Stretto di Luzon, ha un'importanza strategica per l'intera regione Asia-Pacifico.
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I leader di Francia, Germania e di tutta l'UE stanno coordinando urgentemente la riscrittura di ampie parti della proposta senza sfidare apertamente Washington.
Il cancelliere tedesco Merz si è affrettato a chiamare Trump per spingere verso ulteriori negoziati, mentre i leader dell'UE pianificano di incontrarsi ai margini del G-20 per elaborare una risposta unificata.
Fonte: Bloomberg
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Forwarded from Pino Cabras
𝗟’𝗜𝗡𝗙𝗔𝗡𝗭𝗜𝗔 “𝗢𝗙𝗙-𝗚𝗥𝗜𝗗” 𝗣𝗨𝗡𝗜𝗧𝗔 𝗗𝗔𝗟 𝗣𝗢𝗧𝗘𝗥𝗘 “𝗢𝗡-𝗚𝗥𝗜𝗗”. 𝗣𝗔𝗦𝗢𝗟𝗜𝗡𝗜 𝗘 𝗟𝗔 𝗙𝗔𝗠𝗜𝗚𝗟𝗜𝗔 𝗗𝗘𝗟 𝗕𝗢𝗦𝗖𝗢 [PRIMA PARTE]
Il vergognoso trauma inflitto alle bambine della famiglia Travallion dall’ottuso gelo burocratico che le ha allontanate dalla loro vita familiare lo sto osservando con particolare immedesimazione e dunque con dolore. Infatti, da bambino ho vissuto in campagna in una situazione che ha notevoli affinità con quella che era la loro vita fino a pochi giorni fa, lontana da tutte le presunte comodità della modernità eppure autenticamente felice ed equilibrata. Immagino con orrore l’intervento di una presenza estranea e tetragona che avesse profanato quella mia adorata routine della fanciullezza.
Fino all’età di sette anni avevo vissuto in un paese del centro Sardegna, in una casa che poteva giovarsi dello stesso kit di comodità di qualsiasi casa proletaria urbana italiana, dal frigo alla TV all’acqua corrente. I miei decidono proprio allora di iniziare una nuova vita in un comune della costa orientale, in un appezzamento comprato vent’anni prima dai miei nonni paterni, dove avevano edificato una casetta in cui vivevano tranquillamente “off grid” (anche perché nei paraggi non c’era nessuna “grid”, nessuna rete). Chissà che pericoli avrebbero visto gli assistenti sociali per un bimbo proiettato di colpo in un nuovo inizio che gli negava l’onda lunga del “progresso” e tutte le abitudini fin lì acquisite. Per parte mia, mi sentivo nelle mani salde di una famiglia.
Ho il privilegio di ricordare quasi ogni dettaglio della mia infanzia collocata nei lontani anni Settanta del secolo scorso, con memorie che non hanno mai perso la loro emozionante freschezza.
Sento ancora l’odore del fieno, il rumore del vento fra gli alberi, i passi energici del nonno che mi insegna i segreti dell’orto, i sapori chiassosi degli ortaggi, il rito del recupero serale delle galline ruspanti che compongono nelle loro uova una tavolozza di sapori incomparabili con qualsiasi uovo acquistato nei supermercati. Ho la gioia della noia, mentre vigilo il lento pascolo delle mucche e prendo l’abitudine di leggere da cima a fondo i quotidiani che mi raccontando le gesta poco eroiche di certi adulti che si sentono padroni del mondo.
Ho tuttora presente nelle gambe la sensazione dei lunghi e polverosi tratti di strada a piedi per raggiungere le case dei bambini “vicini” nelle poche e disperse abitazioni edificate qui e lì in quella vasta campagna. Mi vedo ancora in auto con mio padre, mentre lo accompagno, come faccio ogni pochi giorni, fino a una fonte che spunta ai piedi di una ripida collina, in mezzo alla macchia, fra querce, olivastri, cisto e tappeti di inula viscosa, per fare scorta di acqua potabile.
Dovremo aspettare ancora molti anni prima che in quella campagna giungano le tubature dell’acqua corrente e le reti elettriche. Nel frattempo, alla sera, l’illuminazione è data da una pluralità di fonti molto Amish: lampade a gas, ma più spesso, banali steariche. Cosa meno Amish, per la cena di Natale del 1976 i miei si divertono a collegare una lampadina a una dinamo alimentata dal trattore, che mi incuriosisce ma non mi invoglia a fare di più di quanto non faccia già alla luce delle candele: ad esempio leggere. I miei genitori non hanno potuto studiare, ma non perdono occasione per portare a casa nuovi libri e io li leggo, anche sotto le luci tremolanti delle fiammelle del candelabro.
[…]
[FINE PRIMA PARTE]
[SEGUE…]
Il vergognoso trauma inflitto alle bambine della famiglia Travallion dall’ottuso gelo burocratico che le ha allontanate dalla loro vita familiare lo sto osservando con particolare immedesimazione e dunque con dolore. Infatti, da bambino ho vissuto in campagna in una situazione che ha notevoli affinità con quella che era la loro vita fino a pochi giorni fa, lontana da tutte le presunte comodità della modernità eppure autenticamente felice ed equilibrata. Immagino con orrore l’intervento di una presenza estranea e tetragona che avesse profanato quella mia adorata routine della fanciullezza.
Fino all’età di sette anni avevo vissuto in un paese del centro Sardegna, in una casa che poteva giovarsi dello stesso kit di comodità di qualsiasi casa proletaria urbana italiana, dal frigo alla TV all’acqua corrente. I miei decidono proprio allora di iniziare una nuova vita in un comune della costa orientale, in un appezzamento comprato vent’anni prima dai miei nonni paterni, dove avevano edificato una casetta in cui vivevano tranquillamente “off grid” (anche perché nei paraggi non c’era nessuna “grid”, nessuna rete). Chissà che pericoli avrebbero visto gli assistenti sociali per un bimbo proiettato di colpo in un nuovo inizio che gli negava l’onda lunga del “progresso” e tutte le abitudini fin lì acquisite. Per parte mia, mi sentivo nelle mani salde di una famiglia.
Ho il privilegio di ricordare quasi ogni dettaglio della mia infanzia collocata nei lontani anni Settanta del secolo scorso, con memorie che non hanno mai perso la loro emozionante freschezza.
Sento ancora l’odore del fieno, il rumore del vento fra gli alberi, i passi energici del nonno che mi insegna i segreti dell’orto, i sapori chiassosi degli ortaggi, il rito del recupero serale delle galline ruspanti che compongono nelle loro uova una tavolozza di sapori incomparabili con qualsiasi uovo acquistato nei supermercati. Ho la gioia della noia, mentre vigilo il lento pascolo delle mucche e prendo l’abitudine di leggere da cima a fondo i quotidiani che mi raccontando le gesta poco eroiche di certi adulti che si sentono padroni del mondo.
Ho tuttora presente nelle gambe la sensazione dei lunghi e polverosi tratti di strada a piedi per raggiungere le case dei bambini “vicini” nelle poche e disperse abitazioni edificate qui e lì in quella vasta campagna. Mi vedo ancora in auto con mio padre, mentre lo accompagno, come faccio ogni pochi giorni, fino a una fonte che spunta ai piedi di una ripida collina, in mezzo alla macchia, fra querce, olivastri, cisto e tappeti di inula viscosa, per fare scorta di acqua potabile.
Dovremo aspettare ancora molti anni prima che in quella campagna giungano le tubature dell’acqua corrente e le reti elettriche. Nel frattempo, alla sera, l’illuminazione è data da una pluralità di fonti molto Amish: lampade a gas, ma più spesso, banali steariche. Cosa meno Amish, per la cena di Natale del 1976 i miei si divertono a collegare una lampadina a una dinamo alimentata dal trattore, che mi incuriosisce ma non mi invoglia a fare di più di quanto non faccia già alla luce delle candele: ad esempio leggere. I miei genitori non hanno potuto studiare, ma non perdono occasione per portare a casa nuovi libri e io li leggo, anche sotto le luci tremolanti delle fiammelle del candelabro.
[…]
[FINE PRIMA PARTE]
[SEGUE…]
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Forwarded from Pino Cabras
[…SEGUE]
𝗟’𝗜𝗡𝗙𝗔𝗡𝗭𝗜𝗔 “𝗢𝗙𝗙-𝗚𝗥𝗜𝗗” 𝗣𝗨𝗡𝗜𝗧𝗔 𝗗𝗔𝗟 𝗣𝗢𝗧𝗘𝗥𝗘 “𝗢𝗡-𝗚𝗥𝗜𝗗”. 𝗣𝗔𝗦𝗢𝗟𝗜𝗡𝗜 𝗘 𝗟𝗔 𝗙𝗔𝗠𝗜𝗚𝗟𝗜𝗔 𝗗𝗘𝗟 𝗕𝗢𝗦𝗖𝗢 [SECONDA PARTE]
In attesa della costruzione della nuova casa a cento metri di distanza, alloggiamo per qualche tempo nella casa dei nonni, fra risalite di umidità sui muri che sarebbero sicuramente fonte di orrore per l’universo asettico della magistrata che ha deciso di strappare le bambine dalla loro dignitosissima casa rurale.
I bambini dei dintorni, anch’essi tutti “off grid”, abitano lì da più tempo di me e perciò sono tutti più abili nel distinguere ogni specie botanica, nell’arrampicarsi con agilità, nel maneggiare coltelli, ma mi insegnano a nuotare, a costruire baracche e rifugi per animali e mille altre scuse per trascorrere all’aria aperta un mare di ore. Quell’impronta esistenziale mi è rimasta anche nella vita adulta, nonostante le mille tentazioni tentacolari dei dispositivi informatici e gli obblighi che mi riconfinano dentro pseudo-connessioni che mi disconnettono dalla natura. Appena posso, sto all’aperto a lungo e finalmente respiro come voglio. Perciò conosco bene il respiro di quelle tre bambine presso le quali la Legge si è presentata con il volto più lontano dalla Giustizia.
Nulla che non sia già stato profetizzato a suo tempo da Pier Paolo Pasolini. Egli aveva capito prima di tutti che la scomparsa della civiltà contadina non era un mero fatto folklorico, e non temeva di assimilarla a un genocidio culturale: cioè la distruzione di un mondo autentico, sostituito da un’umanità standardizzata, prodotta in serie dal consumismo. Le sue “lucciole scomparse” erano il presagio di un nuovo Potere che non avrebbe mai più tollerato nulla che sfuggisse all’omologazione.
Cinquant’anni dopo, quel Potere ha il volto della magistratura e dei servizi sociali che hanno strappato le bambine Travallion dalla loro vita: lo stesso sguardo sospettoso e coloniale verso ciò che non sia urbanizzato, compatibile con freddi protocolli, sterilizzato. Hanno scambiato per pericolo ciò che era - nel modo più evidente e semplice - pura autenticità. Hanno trattato una casa rurale come la scena di un delitto. A nulla valeva vedere che avevano pannelli fotovoltaici (neanche le mie vecchie candele, per dire). Hanno punito una diversità che non sapevano interpretare, perché nel frattempo questi funzionari si manifestano come la perfetta espressione di un ceto semi-colto capace di ogni ferocia, con un vocabolario democratico ma un immaginario autoritario: esaltano tipicamente la “tutela”, la “sicurezza”, la “protezione”, ma sono pronti a giustificare i peggiori abusi in nome di queste parole. Proprio per questo, per loro, il percorso formativo da scuola parentale seguito da quella famiglia è come l’aglio per i vampiri. La sentenza che ha scaraventato traumaticamente le bambine in una casa protetta sconosciuta gestita con rigidi cavilli, dichiara che «la deprivazione del confronto fra pari in età da scuola elementare può avere effetti significativi sullo sviluppo del bambino, che si manifestano sia in ambito scolastico che non scolastico». Quanta cura, per lo sviluppo dell’infanzia!
È la solita cieca violenza dell’omologazione: incapace di capire la vita nella sua sorprendente inventiva, però molto capace di devastarla senza alcun rimorso, senza alcun principio di prudenza. Allo stesso tempo del tutto incapace di qualsiasi riflessione e qualsiasi intervento sull’immane disastro cognitivo dell’iperconnessione agli schermi con cui si sta consumando il vero “abbandono di minore” per milioni di giovanissime vittime (le chiamo così e ritengo di non esagerare). Lì tutto normale, mentre per delle bambine cresciute sane e nell’amore si chiamano in gendarmi.
Il paradosso è questo: gli iniziatori di questa bella famiglia sono stranieri che hanno scelto l’Italia pensando di ritrovarla nella sua accogliente tradizione popolare. Volevano in qualche modo essere italiani, ma sono stati traditi dall’Italia odierna, che proprio non tollera un’Italia che non c’è più.
[FINE]
𝗟’𝗜𝗡𝗙𝗔𝗡𝗭𝗜𝗔 “𝗢𝗙𝗙-𝗚𝗥𝗜𝗗” 𝗣𝗨𝗡𝗜𝗧𝗔 𝗗𝗔𝗟 𝗣𝗢𝗧𝗘𝗥𝗘 “𝗢𝗡-𝗚𝗥𝗜𝗗”. 𝗣𝗔𝗦𝗢𝗟𝗜𝗡𝗜 𝗘 𝗟𝗔 𝗙𝗔𝗠𝗜𝗚𝗟𝗜𝗔 𝗗𝗘𝗟 𝗕𝗢𝗦𝗖𝗢 [SECONDA PARTE]
In attesa della costruzione della nuova casa a cento metri di distanza, alloggiamo per qualche tempo nella casa dei nonni, fra risalite di umidità sui muri che sarebbero sicuramente fonte di orrore per l’universo asettico della magistrata che ha deciso di strappare le bambine dalla loro dignitosissima casa rurale.
I bambini dei dintorni, anch’essi tutti “off grid”, abitano lì da più tempo di me e perciò sono tutti più abili nel distinguere ogni specie botanica, nell’arrampicarsi con agilità, nel maneggiare coltelli, ma mi insegnano a nuotare, a costruire baracche e rifugi per animali e mille altre scuse per trascorrere all’aria aperta un mare di ore. Quell’impronta esistenziale mi è rimasta anche nella vita adulta, nonostante le mille tentazioni tentacolari dei dispositivi informatici e gli obblighi che mi riconfinano dentro pseudo-connessioni che mi disconnettono dalla natura. Appena posso, sto all’aperto a lungo e finalmente respiro come voglio. Perciò conosco bene il respiro di quelle tre bambine presso le quali la Legge si è presentata con il volto più lontano dalla Giustizia.
Nulla che non sia già stato profetizzato a suo tempo da Pier Paolo Pasolini. Egli aveva capito prima di tutti che la scomparsa della civiltà contadina non era un mero fatto folklorico, e non temeva di assimilarla a un genocidio culturale: cioè la distruzione di un mondo autentico, sostituito da un’umanità standardizzata, prodotta in serie dal consumismo. Le sue “lucciole scomparse” erano il presagio di un nuovo Potere che non avrebbe mai più tollerato nulla che sfuggisse all’omologazione.
Cinquant’anni dopo, quel Potere ha il volto della magistratura e dei servizi sociali che hanno strappato le bambine Travallion dalla loro vita: lo stesso sguardo sospettoso e coloniale verso ciò che non sia urbanizzato, compatibile con freddi protocolli, sterilizzato. Hanno scambiato per pericolo ciò che era - nel modo più evidente e semplice - pura autenticità. Hanno trattato una casa rurale come la scena di un delitto. A nulla valeva vedere che avevano pannelli fotovoltaici (neanche le mie vecchie candele, per dire). Hanno punito una diversità che non sapevano interpretare, perché nel frattempo questi funzionari si manifestano come la perfetta espressione di un ceto semi-colto capace di ogni ferocia, con un vocabolario democratico ma un immaginario autoritario: esaltano tipicamente la “tutela”, la “sicurezza”, la “protezione”, ma sono pronti a giustificare i peggiori abusi in nome di queste parole. Proprio per questo, per loro, il percorso formativo da scuola parentale seguito da quella famiglia è come l’aglio per i vampiri. La sentenza che ha scaraventato traumaticamente le bambine in una casa protetta sconosciuta gestita con rigidi cavilli, dichiara che «la deprivazione del confronto fra pari in età da scuola elementare può avere effetti significativi sullo sviluppo del bambino, che si manifestano sia in ambito scolastico che non scolastico». Quanta cura, per lo sviluppo dell’infanzia!
È la solita cieca violenza dell’omologazione: incapace di capire la vita nella sua sorprendente inventiva, però molto capace di devastarla senza alcun rimorso, senza alcun principio di prudenza. Allo stesso tempo del tutto incapace di qualsiasi riflessione e qualsiasi intervento sull’immane disastro cognitivo dell’iperconnessione agli schermi con cui si sta consumando il vero “abbandono di minore” per milioni di giovanissime vittime (le chiamo così e ritengo di non esagerare). Lì tutto normale, mentre per delle bambine cresciute sane e nell’amore si chiamano in gendarmi.
Il paradosso è questo: gli iniziatori di questa bella famiglia sono stranieri che hanno scelto l’Italia pensando di ritrovarla nella sua accogliente tradizione popolare. Volevano in qualche modo essere italiani, ma sono stati traditi dall’Italia odierna, che proprio non tollera un’Italia che non c’è più.
[FINE]
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Forwarded from Giubbe Rosse
LA FAMIGLIA CHE VIVE NEL BOSCO IN ABRUZZO, IL GIUDICE HA ALLONTANATO LA MADRE E I 3 FIGLI [NONOSTANTE FOSSERO FELICI E VIVESSERO BENE, NDR]
Il giudice: "Leso il diritto alle relazioni; igiene e sicurezza a rischio". Il padre: "Sono stati traumatizzati. Non abbiamo fatto nulla di male, viviamo onestamente"
Le motivazioni dell'ordinanza
Non sussiste il pericolo di lesione del diritto dei minori all'istruzione, ma quello del diritto alla vita di relazione, articolo 2 della Costituzione, "produttiva di gravi conseguenze psichiche ed educative a carico del minore", sì.
È quanto si legge nel testo del provvedimento adottato dal Tribunale per i minorenni dell'Aquila.
Secondo il Tribunale "la deprivazione del confronto fra pari in età da scuola elementare può avere effetti significativi sullo sviluppo del bambino, che si manifestano sia in ambito scolastico che non scolastico".
Intanto sono già quasi 100.000 le firme in supporto alla famiglia:
https://c.org/kD4Tmyzdsy
Fonte: Rainews
Chissà come mai nessun giudice durante i lockdown e il green pass abbia mai parlato di diritto alla relazione 🤔
🟥 SOSTIENI GIUBBE ROSSE
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Il giudice: "Leso il diritto alle relazioni; igiene e sicurezza a rischio". Il padre: "Sono stati traumatizzati. Non abbiamo fatto nulla di male, viviamo onestamente"
Le motivazioni dell'ordinanza
Non sussiste il pericolo di lesione del diritto dei minori all'istruzione, ma quello del diritto alla vita di relazione, articolo 2 della Costituzione, "produttiva di gravi conseguenze psichiche ed educative a carico del minore", sì.
È quanto si legge nel testo del provvedimento adottato dal Tribunale per i minorenni dell'Aquila.
Secondo il Tribunale "la deprivazione del confronto fra pari in età da scuola elementare può avere effetti significativi sullo sviluppo del bambino, che si manifestano sia in ambito scolastico che non scolastico".
Intanto sono già quasi 100.000 le firme in supporto alla famiglia:
https://c.org/kD4Tmyzdsy
Fonte: Rainews
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Firma la petizione
Salviamo la famiglia che vive nel bosco
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Forwarded from Giubbe Rosse
🇧🇷 ARRESTATO BOLSONARO: LA DIFESA AFFERMA DI NON ESSERE A CONOSCENZA DELLA DECISIONE DELLA STF
Fonte: O Globo
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Fonte: O Globo
Gli avvocati dell'ex presidente Jair Bolsonaro hanno dichiarato a TV Globo sabato mattina (22) che non erano ancora stati informati dell'arresto del politico fino alle 6:40.
Bolsonaro è stato arrestato preventivamente sabato mattina, in ottemperanza a un mandato autorizzato dal Supremo Tribunal Federal [la Corte Suprema Federale brasiliana].
Le auto della Polizia Federale sono arrivate al condominio dove vive Bolsonaro, a Brasilia, intorno alle 6 del mattino, e hanno lasciato il luogo circa mezz'ora dopo.
TV Globo ha rilevato che Jair Bolsonaro è l'unico obiettivo della decisione sulla detenzione preventiva. Gli altri condannati nel nucleo cruciale del colpo di stato non furono il bersaglio di mandati simili.
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G1
Bolsonaro preso: defesa diz que não havia qualquer indício de fuga e que decisão do STF é 'arbitrária'
Defesa de Bolsonaro alega "arbitrariedade" na decisão do STF e afirma que não havia indícios de fuga. Advogados vão pedir revogação da prisão.
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