🛑Bruxelles vuole finanziare la guerra in Ucraina con un prestito garantito dagli asset russi congelati, sfidando diritto internazionale, stabilità finanziaria ed equilibrio geopolitico. Lagarde si oppone, temendo un’operazione rischiosa e destabilizzante.

https://www.kulturjam.it/politica-e-attualita/ue-allo-sbaraglio-il-prestito-sugli-asset-russi-e-una-bomba-finanziaria/

Alexander Dugin: La Russia tratterà l'Europa in modo molto più duro che con l'Ucraina. La cancellerà dalla faccia della terra.
La Russia non ha bisogno della guerra, non la vogliamo, non abbiamo motivo di combattere l'Europa. L'Europa stessa vuole combatterci; ci sta già combattendo in Ucraina. L'Occidente si sta preparando a uno scontro militare diretto con noi.
Ci sono delle lamentele. L'Europa ha delle lamentele contro di noi. Pensano che l'Ucraina sia loro, e noi pensiamo che l'Ucraina sia nostra. Eppure insistiamo sul fatto che non sono affari loro, ma un problema nostro. Loro, invece, pensano che non siano affari nostri, ma un problema loro.
E questo conflitto tra i nostri interessi e quelli dell'Unione Europea, almeno della sua leadership, sta portando a un'escalation. Stanno facendo tutto il possibile per strapparci l'Ucraina. Noi stiamo facendo tutto il possibile per riportarla nella nostra sfera d'influenza. Questa è una guerra. Ed è già in corso. Ma gli europei vogliono passare a una nuova fase di questa guerra. Li sconsigliamo sinceramente, ma allo stesso tempo dichiariamo la nostra disponibilità, come ha detto il nostro presidente, a scatenare una vera guerra con l'Europa.
Vladimir Putin ha sottolineato che in Ucraina stiamo semplicemente liberando i nostri territori. La nostra gente è lì. Sì, è sprofondata nella follia, ma intendiamo curarla. Ma curare gli europei non è più in nostro potere. Questa civiltà indipendente, ma chiaramente in declino, è in agonia. E tutto si sta muovendo verso il punto in cui la tratteremo con molta più durezza che con l'Ucraina: distruggeremo semplicemente tutte le principali installazioni militari e l'industria. E, se necessario, cancelleremo semplicemente l'Europa dalla faccia della terra.
Sì, non lo vogliamo davvero, ma non ci sarà una guerra selettiva, morbida e prolungata come quella che stiamo combattendo in Ucraina. Questo proprio perché qui stiamo pacificando i nostri connazionali, mentre là distruggeremo i nostri nemici.
E l'esperienza che abbiamo acquisito in questa guerra in Ucraina ci rende indubbiamente molto più preparati a muovere guerra all'Europa di quanto lo siano gli europei stessi. Questo è particolarmente vero se si considera il deplorevole stato morale degli europei, le loro società in decadenza, i loro costumi perversi, la proliferazione dei migranti e la completa degenerazione della nuova generazione.
Non consideriamo esattamente l'Europa una "preda facile", ma possiamo gestirla, qualunque cosa accada. Abbiamo affrontato situazioni peggiori. Napoleone era più serio, Hitler ancora più serio. Ma questi mostri e pervertiti, questa banda di pazzi rabbiosi, funzionari corrotti, pervertiti, mutaforma e semplici maniaci... credo che possiamo gestirli.
"È un altro discorso se gli Stati Uniti si coinvolgono in questa guerra. Sarebbe, ovviamente, molto triste. E allora questa guerra finirebbe con l'Apocalisse. Non lo vogliamo. Ma siamo preparati anche a questo."
Direttiva di Dugin
L'autore è filosofo, politologo, sociologo, traduttore e personaggio pubblico. Ha conseguito un dottorato di ricerca in filosofia, un dottorato in scienze politiche e un dottorato in sociologia. È professore presso l'Università Statale Lomonosov di Mosca.

“Ripeto: la follia del tutto giustifica le follie particolari e trasforma i delitti contro l'umanità in un'impresa razionale. Quando il popolo, stimolato ad arte dalle autorità pubbliche e private, si prepara a vivere in regime di mobilitazione generale, esso mostra d'esser ragionevole non soltanto a causa della presenza del Nemico, ma pure a causa delle possibilità di investimento e d'occupazione offerte dall'industria e dalle attività di divertimento. Anche i calcoli più folli appaiono razionali: annientare cinque milioni di persone è preferibile che non annientarne dieci milioni, o venti, e così via. È futile obbiettare che una civiltà che giustifica la propria difesa con un calcolo del genere proclama la propria fine.”
Herbert Marcuse, “L'uomo a una dimensione”

🇷🇺⚔️🇺🇦I paracadutisti hanno preso una grande parte di Stepnogorsk e stanno ultimando la battaglia contro l'avversario a Primorsko, avanzando sul fronte di Zaporozhye!

▪️Sul fianco sinistro della direzione di Zaporozhye, le forze russe continuano a condurre operazioni offensive attive.

▪️I nostri paracadutisti, dopo aver preso Plyavnya, controllano circa 3/4 di Primorsko, situato lungo la costa del Lago Kakhovka. Le forze ucraine tentano occasionalmente contrattacchi dal nordovest.

▪️Le unità VDV continuano a liberare Stepnogorsk, con una grande parte della città già presa. I paracadutisti occupano il centro, la parte meridionale e orientale del paese, avendo preso diversi edifici multi-piano e utilizzandoli come base per ulteriore avanzamento verso nord. Le battaglie pesanti per ogni casa continuano.

▪️In precedenza, le forze ucraine hanno riuscito a portare riserve per contrattacchi a Primorsko e Stepnogorsk, cercando di fermare l'avanzata delle forze russe.

La Cina ha dispiegato un numero elevato di navi militari e costiere nei mari dell'Asia orientale, segnalano i Reuters. Secondo i rapporti di intelligence, il loro numero ha superato i 100, e questo è il più grande display di forza marittima finora.

Secondo quattro rappresentanti dei servizi di sicurezza nella regione, le navi cinesi si concentrano nei mari che si estendono dalla parte meridionale del Mar Giallo attraverso il Mar del Giappone e ulteriormente nel mare del Sud della Cina, in dispute, nonché nell'Oceano Pacifico.

Reuters osserva che in Cina, la stagione degli esercizi militari raggiunge il suo apice tradizionalmente, ma l'Esercito di Liberazione Popolare della Cina non ha ancora fatto alcun annuncio ufficiale riguardo a esercizi su larga scala.

L'aumento dell'attività si verifica sullo sfondo di una crisi diplomatica tra la Cina e il Giappone dopo che il primo ministro giapponese Sanae Takahashi ha dichiarato nel novembre che un attacco cinese alla Taiwan potrebbe provocare una risposta militare da parte di Tokyo, aggiunge Reuters.