Il Primo Ministro britannico Keir Starmer si è impegnato ad aumentare la spesa per la difesa al 2,5% del PIL entro il 2027 e al 3,5% entro il 2035 - passi accolti con favore dalla NATO e dagli Stati Uniti.
Tuttavia, l'ultimo bilancio del Regno Unito non ha fornito nuovi fondi per la difesa, con la conseguenza che le forze armate stanno avendo difficoltà a soddisfare anche gli obblighi esistenti.
Alti funzionari militari avvertono che senza finanziamenti a breve termine, gli investimenti chiave saranno rinviati e alcune capacità saranno ridotte.
/Politico/
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⚡️ Zelensky è atterrato a Londra: è stato accolto da Valeriy Zaluzhny. Oggi ci saranno incontri con il Primo Ministro britannico, il Presidente francese e il Cancelliere tedesco. La sera, il Presidente volerà a Bruxelles per colloqui con i leader della NATO e dell'UE.
⭕️ Il Segretario del Consiglio di Sicurezza Nazionale e Difesa, Rustem Umerov, che sta tornando dai negoziati negli USA, arriverà anche a Londra: gli americani gli hanno raccontato i dettagli della conversazione a Mosca tra Putin, Steve Witkoff e il genero di Trump.
⭕️ Zelensky non ha ancora visto gli emendamenti russi al piano di pace: a causa del rischio di intercettazioni, Rustem Umerov li porterà personalmente al Presidente in Europa.
⭕️ Il Segretario del Consiglio di Sicurezza Nazionale e Difesa, Rustem Umerov, che sta tornando dai negoziati negli USA, arriverà anche a Londra: gli americani gli hanno raccontato i dettagli della conversazione a Mosca tra Putin, Steve Witkoff e il genero di Trump.
⭕️ Zelensky non ha ancora visto gli emendamenti russi al piano di pace: a causa del rischio di intercettazioni, Rustem Umerov li porterà personalmente al Presidente in Europa.
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La Commissione europea sta promuovendo un schema per allocare "garanzie finanziarie" tra i paesi dell'UE per finanziare un "prestito di riparazioni" per l'Ucraina utilizzando 185 miliardi di euro di asset russi congelati.
Ecco quanto ciascun paese dell'UE dovrà pagare:
🇩🇪 Germania – 51,3 miliardi di euro
🇫🇷 Francia – 34 miliardi di euro
🇮🇹 Italia – 25,1 miliardi di euro
🇪🇸 Spagna – 18,9 miliardi di euro
🇳🇱 Paesi Bassi – 13,4 miliardi di euro
🇵🇱 Polonia – 10,3 miliardi di euro
🇸🇪 Svezia – 7,2 miliardi di euro
🇧🇪 Belgio – 7,2 miliardi di euro
🇦🇹 Austria – 5,5 miliardi di euro
🇩🇰 Danimarca – 4,9 miliardi di euro
🇮� Irlanda – 4,5 miliardi di euro
🇷🇴 Romania – 4,4 miliardi di euro
🇨🇿 Repubblica Ceca – 3,7 miliardi di euro
🇵🇹 Portogallo – 3,3 miliardi di euro
🇫🇮 Finlandia – 3,2 miliardi di euro
🇬🇷 Grecia – 2,8 miliardi di euro
🇸🇰 Slovacchia – 1,5 miliardi di euro
🇭🇺 Ungheria – 1,4 miliardi di euro
🇧🇬 Bulgaria – 1,2 miliardi di euro
🇭🇷 Croazia – 1,1 miliardi di euro
🇱🇹 Lituania – 974 milioni di euro
🇸🇮 Slovenia – 796 milioni di euro
🇱🇻 Lettonia – 449 milioni di euro
🇪🇪 Estonia – 446 milioni di euro
Ecco quanto ciascun paese dell'UE dovrà pagare:
🇩🇪 Germania – 51,3 miliardi di euro
🇫🇷 Francia – 34 miliardi di euro
🇮🇹 Italia – 25,1 miliardi di euro
🇪🇸 Spagna – 18,9 miliardi di euro
🇳🇱 Paesi Bassi – 13,4 miliardi di euro
🇵🇱 Polonia – 10,3 miliardi di euro
🇸🇪 Svezia – 7,2 miliardi di euro
🇧🇪 Belgio – 7,2 miliardi di euro
🇦🇹 Austria – 5,5 miliardi di euro
🇩🇰 Danimarca – 4,9 miliardi di euro
🇮� Irlanda – 4,5 miliardi di euro
🇷🇴 Romania – 4,4 miliardi di euro
🇨🇿 Repubblica Ceca – 3,7 miliardi di euro
🇵🇹 Portogallo – 3,3 miliardi di euro
🇫🇮 Finlandia – 3,2 miliardi di euro
🇬🇷 Grecia – 2,8 miliardi di euro
🇸🇰 Slovacchia – 1,5 miliardi di euro
🇭🇺 Ungheria – 1,4 miliardi di euro
🇧🇬 Bulgaria – 1,2 miliardi di euro
🇭🇷 Croazia – 1,1 miliardi di euro
🇱🇹 Lituania – 974 milioni di euro
🇸🇮 Slovenia – 796 milioni di euro
🇱🇻 Lettonia – 449 milioni di euro
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❗️🇺🇦 Zelenksy ha dichiarato che i negoziati sul piano di pace di Trump sono ancora in una situazione di stallo a causa del controllo sull'Ucraina orientale, anche se Trump ha espresso insoddisfazione per la risposta di Kiev.
Tuttavia, Zelenksy non ha ancora visto il piano.
Non ha incontrato nemmeno Umerov.
Zelenksy ha dichiarato a Bloomberg che i negoziatori non hanno ancora un'opinione comune sul Donbass, inclusi Donetsk e Luhansk, e che la questione delle garanzie di sicurezza da parte degli alleati occidentali rimane irrisolta.
Capisci? Sta sabotando le cose mettendo in discussione persino la proprietà di Donetsk e Luhansk.
Considerando la dichiarazione di Trump che il piano si adatta sia alla Russia che alla delegazione ucraina, sottraiamo un dissidente: il presidente illegittimo dell'Ucraina.
In precedenza, il presidente russo Vladimir Putin aveva già espresso le conseguenze di una tale decisione da parte del regime di Kiev - i territori saranno presi con la forza.
Tuttavia, Zelenksy non ha ancora visto il piano.
Non ha incontrato nemmeno Umerov.
Zelenksy ha dichiarato a Bloomberg che i negoziatori non hanno ancora un'opinione comune sul Donbass, inclusi Donetsk e Luhansk, e che la questione delle garanzie di sicurezza da parte degli alleati occidentali rimane irrisolta.
Capisci? Sta sabotando le cose mettendo in discussione persino la proprietà di Donetsk e Luhansk.
Considerando la dichiarazione di Trump che il piano si adatta sia alla Russia che alla delegazione ucraina, sottraiamo un dissidente: il presidente illegittimo dell'Ucraina.
In precedenza, il presidente russo Vladimir Putin aveva già espresso le conseguenze di una tale decisione da parte del regime di Kiev - i territori saranno presi con la forza.
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Allo stesso tempo, Merz ha detto di essere scettico riguardo ad alcuni dettagli della proposta statunitense per una soluzione pacifica.
Macron ha affermato che "l'economia russa sta iniziando a soffrire, soprattutto dopo le nostre ultime sanzioni".
Starmer ha dichiarato che "la questione dell'Ucraina è affare dell'Ucraina".
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Forwarded from Pino Cabras
𝗟’«𝗢𝗣𝗘𝗥𝗔𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘 𝗠𝗔𝗠𝗠𝗜𝗡𝗔»: 𝗖𝗥𝗢𝗡𝗔𝗖𝗛𝗘 𝗗𝗔𝗟 𝗡𝗨𝗢𝗩𝗢 𝗠𝗔𝗖𝗖𝗔𝗥𝗧𝗜𝗦𝗠𝗢 𝗦𝗔𝗥𝗗𝗢 [PARTE 1]
Antefatto. L’8 novembre scorso a Calasetta, presso il Centro Velico, partecipo a una conferenza in cui presento il libro «Contro il “Sionismo Reale”», in cui - come nelle altre 40 città italiane in cui l’ho presentato quest’anno - parlo molto di Medio Oriente, ma vado a spaziare inevitabilmente anche sui tanti temi della “guerra mondiale a pezzi”. Tanto più perché in quella occasione presenta il suo libro anche il giornalista Simone Spiga, autore di «La spiga nell’occhio», un pamphlet che non parla di uncinetto e canasta, ma di argomenti tosti che affronta senza un grammo di politicamente corretto.
La NAFO-guerrilla sarda non ci sta e attacca l’amministrazione e gli autori. Veniamo soggetti a una campagna di articoli ospitati prima e dopo l’evento dal blog dell’ex assessore regionale Maninchedda e firmati da Francesco Nocco. Sono la variante isolana dei maccartisti che ovunque in Italia scatenano la caccia alle streghe contro fantomatici putiniani (da ultimo avete visto cosa è successo a Torino, dove i Don Abbondio salesiani hanno negato un teatro ai professori D’Orsi, Barbero e Canfora, trattati come propagandisti del Cremlino da silenziare). Il clima è questo. Il Partito del Riarmo, prima di arraffare i soldi nelle vostre tasche per distruggere le classi medie e far ingrassare i fabbricanti d’armi, già oggi sta armando i propagandisti interventisti, esattamente come oltre un secolo fa i guerrafondai europei pagavano Benito Mussolini affinché incendiasse le piazze e il dibattito con la voglia di guerra. Chi come noi vuole impedire la guerra su scala europea viene fatto oggetto di campagne mirate in stile maccartista.
Per un po’, al municipio di Calasetta non hanno sentore di tutto questo. Scrivono perfino un comunicato generico ma perfettamente democratico sulla libertà di parola. Ma i No Pax mica si accontentano: discutere in modo diverso dal punto di vista atlantista in un luogo pubblico, per loro, è puro sacrilegio. Così continuano a bersagliare gli amministratori di Calasetta sapendo che la media degli amministratori locali - di fronte alle pressioni di Pina Picierno o di qualunque loro emulo che applichi lo stesso manuale di delazione - è pronta a dire: «il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare.»
Il partito del riarmo non molla mai. Fino all’arma segreta: la mamma di Francesco Nocco.
Non ridete, è proprio così: il 6 dicembre cuore di mammina scrive un post accorato e indignato sostenendo che la conferenza di Calasetta avrebbe “offeso” il figlio e screditato il suo impegno in Ucraina. Chiede al Comune di dissociarsi ufficialmente e pretende scuse dall’amministrazione per aver concesso la sala. Il tutto senza indicare fatti concreti, ma basandosi su una presunta atmosfera ostile. È un appello emotivo che trasforma una discussione pubblica autorizzata in una questione familiare da “onore violato”. E dice che solo chi è stato in Ucraina fra le vittime può parlarne.
In calce al suo post scrivo il seguente rispettoso commento:
[...]
[FINE PARTE 1 – SEGUE…]
Antefatto. L’8 novembre scorso a Calasetta, presso il Centro Velico, partecipo a una conferenza in cui presento il libro «Contro il “Sionismo Reale”», in cui - come nelle altre 40 città italiane in cui l’ho presentato quest’anno - parlo molto di Medio Oriente, ma vado a spaziare inevitabilmente anche sui tanti temi della “guerra mondiale a pezzi”. Tanto più perché in quella occasione presenta il suo libro anche il giornalista Simone Spiga, autore di «La spiga nell’occhio», un pamphlet che non parla di uncinetto e canasta, ma di argomenti tosti che affronta senza un grammo di politicamente corretto.
La NAFO-guerrilla sarda non ci sta e attacca l’amministrazione e gli autori. Veniamo soggetti a una campagna di articoli ospitati prima e dopo l’evento dal blog dell’ex assessore regionale Maninchedda e firmati da Francesco Nocco. Sono la variante isolana dei maccartisti che ovunque in Italia scatenano la caccia alle streghe contro fantomatici putiniani (da ultimo avete visto cosa è successo a Torino, dove i Don Abbondio salesiani hanno negato un teatro ai professori D’Orsi, Barbero e Canfora, trattati come propagandisti del Cremlino da silenziare). Il clima è questo. Il Partito del Riarmo, prima di arraffare i soldi nelle vostre tasche per distruggere le classi medie e far ingrassare i fabbricanti d’armi, già oggi sta armando i propagandisti interventisti, esattamente come oltre un secolo fa i guerrafondai europei pagavano Benito Mussolini affinché incendiasse le piazze e il dibattito con la voglia di guerra. Chi come noi vuole impedire la guerra su scala europea viene fatto oggetto di campagne mirate in stile maccartista.
Per un po’, al municipio di Calasetta non hanno sentore di tutto questo. Scrivono perfino un comunicato generico ma perfettamente democratico sulla libertà di parola. Ma i No Pax mica si accontentano: discutere in modo diverso dal punto di vista atlantista in un luogo pubblico, per loro, è puro sacrilegio. Così continuano a bersagliare gli amministratori di Calasetta sapendo che la media degli amministratori locali - di fronte alle pressioni di Pina Picierno o di qualunque loro emulo che applichi lo stesso manuale di delazione - è pronta a dire: «il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare.»
Il partito del riarmo non molla mai. Fino all’arma segreta: la mamma di Francesco Nocco.
Non ridete, è proprio così: il 6 dicembre cuore di mammina scrive un post accorato e indignato sostenendo che la conferenza di Calasetta avrebbe “offeso” il figlio e screditato il suo impegno in Ucraina. Chiede al Comune di dissociarsi ufficialmente e pretende scuse dall’amministrazione per aver concesso la sala. Il tutto senza indicare fatti concreti, ma basandosi su una presunta atmosfera ostile. È un appello emotivo che trasforma una discussione pubblica autorizzata in una questione familiare da “onore violato”. E dice che solo chi è stato in Ucraina fra le vittime può parlarne.
In calce al suo post scrivo il seguente rispettoso commento:
[...]
[FINE PARTE 1 – SEGUE…]
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Forwarded from Pino Cabras
[… SEGUE]
𝗟’«𝗢𝗣𝗘𝗥𝗔𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘 𝗠𝗔𝗠𝗠𝗜𝗡𝗔»: 𝗖𝗥𝗢𝗡𝗔𝗖𝗛𝗘 𝗗𝗔𝗟 𝗡𝗨𝗢𝗩𝗢 𝗠𝗔𝗖𝗖𝗔𝗥𝗧𝗜𝗦𝗠𝗢 𝗦𝗔𝗥𝗗𝗢 [PARTE 2]
«Signora, le guerre sono luoghi controversi e crudeli dove le narrazioni non sono mai unidirezionali. Le forze armate sono condotte in genere da personaggi che da una parte e dall’altra non hanno come primi ispiratori i profeti della nonviolenza e non c’è grande guerra di cui ci si scelga la parte che non comporti crimini in grado di smentire qualsiasi retorica sull’eroismo adamantino. Io il 25 aprile festeggio convintamente la sconfitta del nazifascismo, per dire, ma so bene che la parte in cui mi riconosco distrusse Dresda e Tokyo in due notti, e poi Hiroshima e Nagasaki. Anche in Ucraina non è in corso una guerra eroica, bensì una guerra che si poteva evitare in tanti modi, ai quali le classi dirigenti europee hanno rinunciato, fino a far pagare un prezzo esorbitante a tutti. Nei miei incontri pubblici parlo di questo, non faccio propaganda. È vero, io non sono stato in Ucraina ma parlo anche di guerra, così come uno studioso può parlare dei danni della droga senza iniettarsi l’eroina. Ma detto questo, rispetto e considero importantissime le testimonianze dirette. Ad esempio, nelle zone di guerra (in guerra non dal 2022 ma dal 2014) ci sono stati diversi giornalisti (che conosco bene e personalmente), i quali hanno vissuto dall’altro lato del fronte o perfino nel mezzo degli scontri, dove hanno raccolto prove, materiali audiovisivi, racconti drammatici. Quando questi giornalisti sono stati coinvolti in iniziative in Sardegna, proprio suo figlio ha chiesto che non avessero spazi pubblici in cui poter dire la loro. Credo che questo sia un errore, certo dettato dalla passione con cui si sceglie la sua ombra del Vero. Ma la Verità è una cosa più completa. Chi fa parlare le voci che altrimenti verrebbero ignorate, lungi dal doversi vergognare, fa un umile servizio alla democrazia.»
Le allego anche un’immagine di alto valore simbolico sulla verità, che illustra come due percezioni opposte possano entrambe sembrare vere, ma sono proiezioni parziali di una realtà più complessa, che non coincide con nessuna delle due. È un piccolo trattato visivo sulla fallacia prospettica, sulla manipolazione delle narrazioni e sul fatto che la verità smette di essere tale quando ci si incolla a un’unica ombra.
Per tutta risposta, la donna che pretende le scuse del comune, cancella il suo post, mi banna, e poi – ho le mie fonti – lo ripubblica senza più il mio commento. C’era dunque il terreno spianato per l’Operazione Scuse Donabbondiane, perfezionata in un colloquio svoltosi il 6 dicembre fra il diletto figlioletto e il primo cittadino di Calasetta, per l’occasione affacciata su quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno.
Ed ecco il post del sindaco Giovanni Puggioni. Lo potete leggere e apprezzare nella schermata. Come potete vedere, è un piccolo monumento all’incoerenza. Non c’era, non ha visto, non sa, se c’era dormiva, ma si scusa ugualmente, come chi paga un riscatto morale senza sapere per cosa: non se lo vuole domandare per carità, si deve solo liberare da queste pittime instancabili che vorrebbero fargli prendere una posizione. Non si usa, non conviene. Allude a colpe inesistenti, evoca torti mai descritti e arriva al capolavoro: la sala «concessa a patto che non si parlasse di politica». Una frase che nega il senso stesso di un luogo pubblico. Bellissimo quando parla di «un determinato libro presso il Centro Velico di Calasetta ad opera di autori che personalmente non conosco e non ho mai incontrato». E allora di cosa stiamo parlando? [...]
[FINE PARTE 2 - SEGUE...]
𝗟’«𝗢𝗣𝗘𝗥𝗔𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘 𝗠𝗔𝗠𝗠𝗜𝗡𝗔»: 𝗖𝗥𝗢𝗡𝗔𝗖𝗛𝗘 𝗗𝗔𝗟 𝗡𝗨𝗢𝗩𝗢 𝗠𝗔𝗖𝗖𝗔𝗥𝗧𝗜𝗦𝗠𝗢 𝗦𝗔𝗥𝗗𝗢 [PARTE 2]
«Signora, le guerre sono luoghi controversi e crudeli dove le narrazioni non sono mai unidirezionali. Le forze armate sono condotte in genere da personaggi che da una parte e dall’altra non hanno come primi ispiratori i profeti della nonviolenza e non c’è grande guerra di cui ci si scelga la parte che non comporti crimini in grado di smentire qualsiasi retorica sull’eroismo adamantino. Io il 25 aprile festeggio convintamente la sconfitta del nazifascismo, per dire, ma so bene che la parte in cui mi riconosco distrusse Dresda e Tokyo in due notti, e poi Hiroshima e Nagasaki. Anche in Ucraina non è in corso una guerra eroica, bensì una guerra che si poteva evitare in tanti modi, ai quali le classi dirigenti europee hanno rinunciato, fino a far pagare un prezzo esorbitante a tutti. Nei miei incontri pubblici parlo di questo, non faccio propaganda. È vero, io non sono stato in Ucraina ma parlo anche di guerra, così come uno studioso può parlare dei danni della droga senza iniettarsi l’eroina. Ma detto questo, rispetto e considero importantissime le testimonianze dirette. Ad esempio, nelle zone di guerra (in guerra non dal 2022 ma dal 2014) ci sono stati diversi giornalisti (che conosco bene e personalmente), i quali hanno vissuto dall’altro lato del fronte o perfino nel mezzo degli scontri, dove hanno raccolto prove, materiali audiovisivi, racconti drammatici. Quando questi giornalisti sono stati coinvolti in iniziative in Sardegna, proprio suo figlio ha chiesto che non avessero spazi pubblici in cui poter dire la loro. Credo che questo sia un errore, certo dettato dalla passione con cui si sceglie la sua ombra del Vero. Ma la Verità è una cosa più completa. Chi fa parlare le voci che altrimenti verrebbero ignorate, lungi dal doversi vergognare, fa un umile servizio alla democrazia.»
Le allego anche un’immagine di alto valore simbolico sulla verità, che illustra come due percezioni opposte possano entrambe sembrare vere, ma sono proiezioni parziali di una realtà più complessa, che non coincide con nessuna delle due. È un piccolo trattato visivo sulla fallacia prospettica, sulla manipolazione delle narrazioni e sul fatto che la verità smette di essere tale quando ci si incolla a un’unica ombra.
Per tutta risposta, la donna che pretende le scuse del comune, cancella il suo post, mi banna, e poi – ho le mie fonti – lo ripubblica senza più il mio commento. C’era dunque il terreno spianato per l’Operazione Scuse Donabbondiane, perfezionata in un colloquio svoltosi il 6 dicembre fra il diletto figlioletto e il primo cittadino di Calasetta, per l’occasione affacciata su quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno.
Ed ecco il post del sindaco Giovanni Puggioni. Lo potete leggere e apprezzare nella schermata. Come potete vedere, è un piccolo monumento all’incoerenza. Non c’era, non ha visto, non sa, se c’era dormiva, ma si scusa ugualmente, come chi paga un riscatto morale senza sapere per cosa: non se lo vuole domandare per carità, si deve solo liberare da queste pittime instancabili che vorrebbero fargli prendere una posizione. Non si usa, non conviene. Allude a colpe inesistenti, evoca torti mai descritti e arriva al capolavoro: la sala «concessa a patto che non si parlasse di politica». Una frase che nega il senso stesso di un luogo pubblico. Bellissimo quando parla di «un determinato libro presso il Centro Velico di Calasetta ad opera di autori che personalmente non conosco e non ho mai incontrato». E allora di cosa stiamo parlando? [...]
[FINE PARTE 2 - SEGUE...]
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𝗟’«𝗢𝗣𝗘𝗥𝗔𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘 𝗠𝗔𝗠𝗠𝗜𝗡𝗔»: 𝗖𝗥𝗢𝗡𝗔𝗖𝗛𝗘 𝗗𝗔𝗟 𝗡𝗨𝗢𝗩𝗢 𝗠𝗔𝗖𝗖𝗔𝗥𝗧𝗜𝗦𝗠𝗢 𝗦𝗔𝗥𝗗𝗢 [PARTE 3]
Il paradosso si compie quando annuncia il rimedio: silenziare tutti tranne Nocco, core de mamma. Si passa da Manzoni a Villaggio. Sembra una gag di Fantozzi, con il sindaco nella parte dell’impiegato tremante: «Chiedo scusa, d’ora in poi parla solo lui». Cosa avevate mai capito? Il pluralismo consiste nel monologo, e una comunità intera viene trattata come una platea da zittire.
Una sala comunale non è un premio per chi urla di più e nemmeno per chi manda la mamma avanti. È un bene democratico. E qui qualcuno pare esserselo dimenticato.
Comunque, viva la mamma, viva Calenda, e viva pure Pigliaru, Maninchedda e Sciaboledda, tutti insieme appassionatamente, nel grande presepe del nuovo maccartismo e della carne da cannone.
Quanto al sindaco: per il remake di Sandokan non lo hanno preso, dicono. Ma per i Promessi Sposi c’è sempre un posto garantito. Il ruolo lo indovinate da soli.
[FINE]
𝗟’«𝗢𝗣𝗘𝗥𝗔𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘 𝗠𝗔𝗠𝗠𝗜𝗡𝗔»: 𝗖𝗥𝗢𝗡𝗔𝗖𝗛𝗘 𝗗𝗔𝗟 𝗡𝗨𝗢𝗩𝗢 𝗠𝗔𝗖𝗖𝗔𝗥𝗧𝗜𝗦𝗠𝗢 𝗦𝗔𝗥𝗗𝗢 [PARTE 3]
Il paradosso si compie quando annuncia il rimedio: silenziare tutti tranne Nocco, core de mamma. Si passa da Manzoni a Villaggio. Sembra una gag di Fantozzi, con il sindaco nella parte dell’impiegato tremante: «Chiedo scusa, d’ora in poi parla solo lui». Cosa avevate mai capito? Il pluralismo consiste nel monologo, e una comunità intera viene trattata come una platea da zittire.
Una sala comunale non è un premio per chi urla di più e nemmeno per chi manda la mamma avanti. È un bene democratico. E qui qualcuno pare esserselo dimenticato.
Comunque, viva la mamma, viva Calenda, e viva pure Pigliaru, Maninchedda e Sciaboledda, tutti insieme appassionatamente, nel grande presepe del nuovo maccartismo e della carne da cannone.
Quanto al sindaco: per il remake di Sandokan non lo hanno preso, dicono. Ma per i Promessi Sposi c’è sempre un posto garantito. Il ruolo lo indovinate da soli.
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🇪🇺🇺🇦L'Europa sta persuadendo Zelensky a non accettare di ritirare le truppe dal Donbass, riferisce Bloomberg.
L'Europa sta attraversando un momento molto difficile nelle sue relazioni con gli USA. Tutto sta andando verso il ritiro del sostegno di Trump all'Ucraina - lo scenario peggiore sarebbe la cessazione delle vendite di armi e il trasferimento di dati di intelligence. L'UE non ha una propria strategia per aiutare Kiev.
L'obiettivo principale degli europei è evitare una situazione in cui uno Zelensky esausto sarà costretto dalla pressione statunitense a ritirare le truppe dal Donbass e ad accettare un accordo senza serie garanzie di sicurezza da Washington.
I diplomatici europei riferiscono che la comunicazione con le parti americana e ucraina non è stata facile ultimamente. Si stanno anche preparando sempre più al ritiro di Trump dall'accordo di pace se non riuscirà a concludere un accordo.
La pubblicazione cita due potenziali scenari per l'Europa e l'Ucraina - uno cattivo e uno molto cattivo.
L'Europa sta attraversando un momento molto difficile nelle sue relazioni con gli USA. Tutto sta andando verso il ritiro del sostegno di Trump all'Ucraina - lo scenario peggiore sarebbe la cessazione delle vendite di armi e il trasferimento di dati di intelligence. L'UE non ha una propria strategia per aiutare Kiev.
L'obiettivo principale degli europei è evitare una situazione in cui uno Zelensky esausto sarà costretto dalla pressione statunitense a ritirare le truppe dal Donbass e ad accettare un accordo senza serie garanzie di sicurezza da Washington.
I diplomatici europei riferiscono che la comunicazione con le parti americana e ucraina non è stata facile ultimamente. Si stanno anche preparando sempre più al ritiro di Trump dall'accordo di pace se non riuscirà a concludere un accordo.
La pubblicazione cita due potenziali scenari per l'Europa e l'Ucraina - uno cattivo e uno molto cattivo.
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Forwarded from Giubbe Rosse
🇺🇦 ZELENSKY: "I NEGOZIATI SONO A UN PUNTO MORTO". MANCA L'INTESA SUL DONBASS
Washington sta spingendo Kiev a rinunciare all'intera regione del Donbass, nonostante la Russia non sia riuscita a conquistarla completamente dopo quasi tre anni di guerra. L'Ucraina, che controlla ancora circa il 30 percento del Donbass, insiste sul fatto che qualsiasi accordo dovrebbe congelare la guerra lungo le attuali linee del fronte.
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Washington sta spingendo Kiev a rinunciare all'intera regione del Donbass, nonostante la Russia non sia riuscita a conquistarla completamente dopo quasi tre anni di guerra. L'Ucraina, che controlla ancora circa il 30 percento del Donbass, insiste sul fatto che qualsiasi accordo dovrebbe congelare la guerra lungo le attuali linee del fronte.
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Operazioni militari attive nella zona di sicurezza di Kharkiv.
Attacco delle forze armate russe utilizzando un'unità di fanteria.
Gli assalti delle forze armate russe sono stati colpiti da un attacco delle forze ucraine nell'area edificata del villaggio di Vilcha.
Le forze armate russe si sono spostate a 2,5 km a sud di Volchansk e hanno raggiunto la periferia settentrionale di Vilcha
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Forwarded from Paolo Borgognone
“La squadra di Biden ha gestito completamente Bruxelles, spingendo la UE sulla strada sbagliata: immigrazione di massa, posizione morbida verso il crimine, declino economico e di civiltà. Ora all’improvviso i burocrati della UE ‘non vogliono interferenze dagli Usa’ sotto il Paparino Trump. È ora di ascoltare il Paparino e salvare l’Europa”. (Kirill Dimitriev, capo negoziatore russo). Mi permetto di aggiungere che, se si vuole salvare l’Europa intesa come soggetto storico tradizionale, occorre sciogliere la UE e ripudiare l’agenda woke 🇮🇹♥️🇷🇺
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