Riflessione del Venerdì mattina!
Stavo guardando la dashboard per professionisti di Facebook e gli insights di Instagram dedicati ai miei profili.
Guardando questi dati ho pensato a quanto sia diventato sempre più difficile fare questo lavoro, perché basta una battuta basata su un luogo comune per vedersi prima bannare e poi dopo 2 giorni vedersi limitare il profilo di Facebook per 20 giorni.
Questo ha comportato un calo delle impressioni, interazioni e condivisioni dei miei post. Alcuni di questi erano dedicati al mio lavoro. Diciamo che potrebbe considerarsi un danno economico non da poco.
Tanto per capirci, questo post dedicato a Telegram for business e Telegram BotFather, hanno generato il 50% in meno di interesse rispetto ai post molto simili pubblicati prima di 20 giorni fa.
Per non parlare che a fine ottobre, inizio novembre dell'anno scorso, in seguito a due persone che mi hanno tolto il follow e una di loro mi ha bannato su Instagram, il mio profilo per un mese e mezzo ha perso oltre il 70% di "traffico".
Insomma oggi non possiamo non essere presenti sui social, soprattutto chi come me fa formazione, fa il relatore ed un consulte web marketing e tutte le altre categorie.
Non solo siamo "costretti" ad essere presenti attivamente, ma allo stesso tempo dobbiamo stare attenti a qualsiasi cosa pubblichiamo, quando la pubblichiamo e quanto spesso lo facciamo.
Perché ormai dipendiamo da una serie di algoritmi, che in alcuni casi sono stati allenati male e che ci possono punire per qualsiasi cosa, anche non pubblicare nulla per giorni.
Voi che cosa ne pensate?
Lasciate un commento qui sotto!
Tag: #Riflessione #SocialNetwork #Algoritmi
Stavo guardando la dashboard per professionisti di Facebook e gli insights di Instagram dedicati ai miei profili.
Guardando questi dati ho pensato a quanto sia diventato sempre più difficile fare questo lavoro, perché basta una battuta basata su un luogo comune per vedersi prima bannare e poi dopo 2 giorni vedersi limitare il profilo di Facebook per 20 giorni.
Questo ha comportato un calo delle impressioni, interazioni e condivisioni dei miei post. Alcuni di questi erano dedicati al mio lavoro. Diciamo che potrebbe considerarsi un danno economico non da poco.
Tanto per capirci, questo post dedicato a Telegram for business e Telegram BotFather, hanno generato il 50% in meno di interesse rispetto ai post molto simili pubblicati prima di 20 giorni fa.
Per non parlare che a fine ottobre, inizio novembre dell'anno scorso, in seguito a due persone che mi hanno tolto il follow e una di loro mi ha bannato su Instagram, il mio profilo per un mese e mezzo ha perso oltre il 70% di "traffico".
Insomma oggi non possiamo non essere presenti sui social, soprattutto chi come me fa formazione, fa il relatore ed un consulte web marketing e tutte le altre categorie.
Non solo siamo "costretti" ad essere presenti attivamente, ma allo stesso tempo dobbiamo stare attenti a qualsiasi cosa pubblichiamo, quando la pubblichiamo e quanto spesso lo facciamo.
Perché ormai dipendiamo da una serie di algoritmi, che in alcuni casi sono stati allenati male e che ci possono punire per qualsiasi cosa, anche non pubblicare nulla per giorni.
Voi che cosa ne pensate?
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Tag: #Riflessione #SocialNetwork #Algoritmi
Libertà digitale in pericolo: chi controlla la tua voce online?
In un’era in cui trascorriamo mediamente oltre 6 ore al giorno online (no, non è un dato lanciato a casa, è la cruda realtà), la questione di chi controlla la nostra visibilità digitale e le nostre fonte di informazione è diventata cruciale.
L’invisibilità algoritmica rappresenta la nuova frontiera della censura: non più esplicita, ma sottile e difficile da dimostrare. Ma cosa succede quando i proprietari delle piattaforme social decidono cosa possiamo vedere, dire e condividere?
📖 Continua a leggere qui:
⛓️ https://2088.it/liberta-digitale-in-pericolo/
Tag: #LibertaDigitale #Censura #CensuraAlgoritmica #Algoritmi #Social #SocialMedia #Riflessione
In un’era in cui trascorriamo mediamente oltre 6 ore al giorno online (no, non è un dato lanciato a casa, è la cruda realtà), la questione di chi controlla la nostra visibilità digitale e le nostre fonte di informazione è diventata cruciale.
L’invisibilità algoritmica rappresenta la nuova frontiera della censura: non più esplicita, ma sottile e difficile da dimostrare. Ma cosa succede quando i proprietari delle piattaforme social decidono cosa possiamo vedere, dire e condividere?
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