Forwarded from General Magazine - Notizie a 360°, 24/7
🇬🇧 Gli analisti di Citigroup si aspettano nel 2023 un’inflazione del 18% nel Regno Unito.
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Forwarded from Irina Socolova (𝕴𝖗𝖎𝖓𝖆)
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Sono pronta ad usare armi nucleari se necessario - Liz Truss, candidata alla carica di Primo Ministro della Gran Bretagna.
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🇺🇸🇨🇳 Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni a sette compagnie legate al Paese asiatico per minacce alla sicurezza nazionale, ha affermato il Dipartimento del Commercio statunitense in una nota diffusa oggi.
"Il Dipartimento del Commercio sta modificando le sue regole di controllo per le esportazioni aggiungendo sette società alla lista delle sanzioni", si afferma nel documento.
"Il Dipartimento del Commercio sta modificando le sue regole di controllo per le esportazioni aggiungendo sette società alla lista delle sanzioni", si afferma nel documento.
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Beata ingenuità, leggo persone che propongono che l'ENI calmieri il prezzo del gas e dunque dell'energia necessaria per la vita civile dei cittadini e per la produzione. Ragazzi, l'ENI di Enrico Mattei che è nata per dare all'Italia energia a basso costo non esiste più. Con l'avvento della Seconda Repubblica l'ENI è stata messa sul mercato e per il 70% del capitale è in mano a privati. Conseguentemente ha un solo obbiettivo: creare valore per gli azionisti (come dicono quelli bravi), o, detto in altri termini, macinare utili per i suoi azionisti. Pertanto una politica aziendale come quella prospettata è impossibile.
Ora non ci rimane che scoprire che la privatizzazione dell'ENI (voluta da luminari come Ciampi, Draghi, Andreatta e Prodi) è stata una cagata pazzesca (cit. Paolo Villaggio). Nel senso che i miserabili introiti avuti dallo stato italiano dalla privatizzazione dell'azienda saranno ampiamente compensati dalle perdite catastrofiche derivanti dalla desertificazione industriale (con i suoi mancati introiti, sapete, le aziende fallite non pagano tasse) e dalla crisi economica e dal disastro sociale.
Del resto non c'è niente da fare. Non si può lasciare il mondo (l'Europa sarebbe più giusto) in mano a dei ragionieri che credono davvero che il mondo possa essere governato dalla misura degli utili aziendali, dagli spread e dagli output gap. Poi ti arriva un colonnello del Kgb, monta un sistema di artiglieria in grado di sparare 60mila colpi al giorno, un intera armata corazzata, missili ipersonici e via suonando e ti fa capire che la storia non si ferma. Che il mondo dove la storia è finita ed è regolato in eterno dalle leggi dell'economia di mercato è una stupidaggine alla quale potevano credere solo dei ragionieri. Ovvero gente che non ha mai letto un libro di storia, di filosofia e nessuna opera letteraria (insomma, un Draghi). Ora ci saranno le conseguenze.
E a proposito di Draghi, ieri finalmente qualcuno che conta o ha contato, gliele ha suonate di santa ragione. Alberto Clò ministro dell'industria nel governo Dini gli ricorda che lui non può fare il Passante dicendo che gli altri hanno sbagliato sulla politica energetica visto che è stato per anni Direttore Generale del Tesoro e consigliere d'amministrazione dell'ENI. No, perchè qui tra poco se fidi questi vigliacconi che hanno fatto e sfatto diranno che a Chigi a prendere le decisioni erano il bidello e la signora delle pulizie.
Così siamo messi. Buona giornata.
Ora non ci rimane che scoprire che la privatizzazione dell'ENI (voluta da luminari come Ciampi, Draghi, Andreatta e Prodi) è stata una cagata pazzesca (cit. Paolo Villaggio). Nel senso che i miserabili introiti avuti dallo stato italiano dalla privatizzazione dell'azienda saranno ampiamente compensati dalle perdite catastrofiche derivanti dalla desertificazione industriale (con i suoi mancati introiti, sapete, le aziende fallite non pagano tasse) e dalla crisi economica e dal disastro sociale.
Del resto non c'è niente da fare. Non si può lasciare il mondo (l'Europa sarebbe più giusto) in mano a dei ragionieri che credono davvero che il mondo possa essere governato dalla misura degli utili aziendali, dagli spread e dagli output gap. Poi ti arriva un colonnello del Kgb, monta un sistema di artiglieria in grado di sparare 60mila colpi al giorno, un intera armata corazzata, missili ipersonici e via suonando e ti fa capire che la storia non si ferma. Che il mondo dove la storia è finita ed è regolato in eterno dalle leggi dell'economia di mercato è una stupidaggine alla quale potevano credere solo dei ragionieri. Ovvero gente che non ha mai letto un libro di storia, di filosofia e nessuna opera letteraria (insomma, un Draghi). Ora ci saranno le conseguenze.
E a proposito di Draghi, ieri finalmente qualcuno che conta o ha contato, gliele ha suonate di santa ragione. Alberto Clò ministro dell'industria nel governo Dini gli ricorda che lui non può fare il Passante dicendo che gli altri hanno sbagliato sulla politica energetica visto che è stato per anni Direttore Generale del Tesoro e consigliere d'amministrazione dell'ENI. No, perchè qui tra poco se fidi questi vigliacconi che hanno fatto e sfatto diranno che a Chigi a prendere le decisioni erano il bidello e la signora delle pulizie.
Così siamo messi. Buona giornata.
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Forwarded from Daniele Monforte
l'Italia come il resto d'Europa sono governati da una banda di coglioni, avevamo a due passi da noi uno stato la Russia con enormi giacimenti di gas e quindi di energia,che ci forniva a buon prezzo, inoltre negli ultimi anni erano stabiliti soprattutto con l'Italia buonissimi rapporti commerciali e turistici, solo un paese di corrotti,di malavitosi,di incapaci poteva fare una scelta simile, non solo di rompere i rapporti di scambio ma addirittura di schierarsi contro e fornire armi all'altra parte , evidentemente ci sono interessi economici maggiori da sfruttare altrimenti non si spiega
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Secondo i media ucraini da qualche ora la Russia avrebbe lanciato una campagna aerea su larga scala contro l'Ucraina.
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Forwarded from Guerra Totale. Notizie dal fronte
⚫️ Situazione sul campo di battaglia: Il fronte rimane immobile, praticamente ormai da 3 mesi. Possiamo dire in assoluta tranquillità che l' "operazione speciale russa" è ormai fallita su tutta la linea. Il Donbas non verrà preso per intero e l'Ucraina non rientrerà mai più nella sfera d'influenza russa, i pochi territori conquistati non saranno mai riconosciuti alla Russia che dovrà occuparli militarmente a tempo indefinito, o almeno fino a quando lo riterrà conveniente. Alla Russia non rimane che lanciare i soliti bombardamenti notturni su obiettivi quasi sempre irrilevanti e dovrà cominciare a temere di essere attaccata sempre più in profondità dalle artiglierie a lungo raggio, continuerà ad alimentare la tensione intorno l'ormai famosa centrale nucleare di Zapo. Qualcuno dalla Russia lascia intendere che Putin potrebbe voler trattare, sapendo bene che gli ucraini non accetteranno, giustamente, nessuna concessione dei loro territori, quindi i russi lascieranno gli ucraini a fare la parte dei "cattivi" che non vogliono la
pace.
pace.
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👆👆👆👆Esempio di autoipnosi da propaganda. 👆👆👆👆
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Forwarded from Giubbe Rosse
Quasi l'intero continente europeo opera ormai con prezzi dell'elettricità superiori a 600 EUR/MWh. Più o meno equivalente di $ 1000 per barile di petrolio.
Per avere un'idea: il costo medio dell'elettricità nell'ultimo decennio è rimasto tra i 20 e i 30 EUR/MWh.
Dopo approfondita riflessione, la redazione ha concluso che la colpa del caro energia è di PippoCamminaDritto. 😝
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Per avere un'idea: il costo medio dell'elettricità nell'ultimo decennio è rimasto tra i 20 e i 30 EUR/MWh.
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Forwarded from Cris Cersei Channel
🙄SONO DI COCCIO
Non c'è niente da fare: finché questi continuano a sottomettersi a ogni delirante capriccio governativo, andando contro i loro stessi interessi, non usciremo mai da questo tunnel.
Dai tempi di green pass e mascherine, gli industriali italiani si sono distinti per la docilità nel mettere la testa sul ceppo. Ora l'attacco è direttamente alla loro esistenza, eppure continuano a credere alle narrazioni e a subire qualsiasi cosa.
"Che chiudano, così imparano", dirà qualcuno. Per carità, di certo gli starebbe bene. Ma a parte le milionate di disoccupati, chiudere l'industria significa per tutti tornare a pulirsi il didietro con l'ortica. Siamo anche disposti a tornare all'età della pietra, ma almeno per una buona causa (tipo uscire da euro e Nato), non certo per dare soddisfazione a Schwab e ai suoi reset.😖
https://www.editoria.tv/assocarta-apre-ai-razionamenti-ma-chiede-chiarezza/
Non c'è niente da fare: finché questi continuano a sottomettersi a ogni delirante capriccio governativo, andando contro i loro stessi interessi, non usciremo mai da questo tunnel.
Dai tempi di green pass e mascherine, gli industriali italiani si sono distinti per la docilità nel mettere la testa sul ceppo. Ora l'attacco è direttamente alla loro esistenza, eppure continuano a credere alle narrazioni e a subire qualsiasi cosa.
"Che chiudano, così imparano", dirà qualcuno. Per carità, di certo gli starebbe bene. Ma a parte le milionate di disoccupati, chiudere l'industria significa per tutti tornare a pulirsi il didietro con l'ortica. Siamo anche disposti a tornare all'età della pietra, ma almeno per una buona causa (tipo uscire da euro e Nato), non certo per dare soddisfazione a Schwab e ai suoi reset.😖
https://www.editoria.tv/assocarta-apre-ai-razionamenti-ma-chiede-chiarezza/
Editoria.tv
Assocarta apre ai razionamenti ma chiede chiarezza - Editoria.tv
Vanno bene i razionamenti, purché ci sia chiarezza: Assocarta si mette a disposizione del governo ma in cambio pretende che ci sia il modo
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Per dirne una (solo una) stiamo comprando dagli Usa a 80 Dollari (mBTU) quello che Gazprom ci vendeva a 2 e che in Usa costa 8.
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«Se i prezzi dell’energia rimarranno questi, o anzi cresceranno ulteriormente a rischio non sarà tanto il settore siderurgico ma l’intero sistema industriale del Paese e forse di una parte importante dell’Europa». A dirlo il presidente e amministratore delegato di Acciaierie Venete Alessandro Banzato che si dichiara estremante preoccupato per il futuro del secondo paese manifatturiero del continente, l'Italia, qualora i prezzi di gas ed elettricità dovessero rimanere quelli attuali.
Presidente Banzato, il suo successore alla presidenza di Federacciai Antonio Gozzi, qualche giorno, fa ha fatto sapere che le imprese siderurgiche sono pronte a fermi produttivi inediti per il settore, voi come state gestendo l’emergenza energetica?
«Da quando siamo ripartiti dopo lo stop di agosto, qualche giorno fa, abbiamo iniziato a fare fermi produttivi selettivi per evitare i picchi di costo dell’energia elettrica: lunedì ad esempio ci siamo fermati dalle 19 alle 23, martedì invece abbiamo evitato un picco di costo che ha portato il prezzo di un Megawattora a 770 euro, quando un anno e mezzo fa il prezzo era di 60 euro».
Fino a che punto riuscirete a scaricare sul mercato l'effetto di questi aumenti?
«Il problema è proprio questo: noi abbiamo una gamma di produzione piuttosto varia e possiamo contare su un portafoglio ordini solido. Altrimenti, le dico la verità, molto probabilmente non saremmo affatto ripartiti sabato scorso. E tuttavia l’impennata dei prezzi di luglio ci mette in grave difficoltà: i nostri costi stanno aumentando in maniera sempre più significativa e stiamo lavorando proprio in questi giorni per preparare le quotazioni per i nostri clienti. I prezzi dovranno essere rivisti al rialzo anche se abbiamo qualche dubbio che il mercato sarebbe in grado di riassorbire da solo l’urto dell’aumento dei costi dell’energia. La volatilità complica ulteriormente la questione e il trend al rialzo di questi mesi fa il resto. Noi cerchiamo di fare al meglio la nostra parte: da un lato caricandoci una quota del peso degli aumenti, dall’altro lavorando di fatto a singhiozzo per evitare i picchi di costo dell'energia. Cerchiamo di seguire l’andamento dei prezzi indicati per le fasce orarie del giorno successivo con fermi mirati nelle ore più difficili. Certo questo non è modo per nulla consono per gestire un gruppo siderurgico».
Lei parlava di un picco del prezzo del Megawattora a 770 euro. Cosa significa in termini pratici? «Rispetto ad un anno fa si tratta di un amento di oltre 10 volte. Per intenderci è come se un litro di benzina costasse 20 euro o più. Sono convinto che se le cose non dovessero cambiare ci renderemo conto tutti di questa situazione, nelle nostre aziende, dove già stiamo facendo i conti con una situazione inedita, ma pure nelle nostre case».
Qualche giorno fa Stefano Besseghini, presidente dell’Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, preconizzava impatti significativi su tutta la filiera industriale a seguito degli attuali ulteriori aumenti del gas, lei condivide questo scenario?
«Temo che senza una riduzione significativa dei prezzi e una stabilizzazione del mercato le conseguenze si sentiranno in tutto il sistema industriale. Non solo nei settori energivori come il nostro ma su tutte le filiere produttive. Non posso escludere che si possa assistere a blocchi produttivi ben più importanti delle piccole operazioni tattiche che portiamo avanti, ora dopo ora, per dare risposte ai nostri clienti in questi giorni. Noi per primi, se le cose dovessero peggiorare ulteriormente, non troveremmo più un senso economico nel proseguire con la produzione. E credo che le conseguenze di questa situazione si sentiranno su tutto il manifatturiero».
Tutto ciò non rischia di mettere in difficoltà il sistema produttivo italiano sui mercati globali in cui compete?
Presidente Banzato, il suo successore alla presidenza di Federacciai Antonio Gozzi, qualche giorno, fa ha fatto sapere che le imprese siderurgiche sono pronte a fermi produttivi inediti per il settore, voi come state gestendo l’emergenza energetica?
«Da quando siamo ripartiti dopo lo stop di agosto, qualche giorno fa, abbiamo iniziato a fare fermi produttivi selettivi per evitare i picchi di costo dell’energia elettrica: lunedì ad esempio ci siamo fermati dalle 19 alle 23, martedì invece abbiamo evitato un picco di costo che ha portato il prezzo di un Megawattora a 770 euro, quando un anno e mezzo fa il prezzo era di 60 euro».
Fino a che punto riuscirete a scaricare sul mercato l'effetto di questi aumenti?
«Il problema è proprio questo: noi abbiamo una gamma di produzione piuttosto varia e possiamo contare su un portafoglio ordini solido. Altrimenti, le dico la verità, molto probabilmente non saremmo affatto ripartiti sabato scorso. E tuttavia l’impennata dei prezzi di luglio ci mette in grave difficoltà: i nostri costi stanno aumentando in maniera sempre più significativa e stiamo lavorando proprio in questi giorni per preparare le quotazioni per i nostri clienti. I prezzi dovranno essere rivisti al rialzo anche se abbiamo qualche dubbio che il mercato sarebbe in grado di riassorbire da solo l’urto dell’aumento dei costi dell’energia. La volatilità complica ulteriormente la questione e il trend al rialzo di questi mesi fa il resto. Noi cerchiamo di fare al meglio la nostra parte: da un lato caricandoci una quota del peso degli aumenti, dall’altro lavorando di fatto a singhiozzo per evitare i picchi di costo dell'energia. Cerchiamo di seguire l’andamento dei prezzi indicati per le fasce orarie del giorno successivo con fermi mirati nelle ore più difficili. Certo questo non è modo per nulla consono per gestire un gruppo siderurgico».
Lei parlava di un picco del prezzo del Megawattora a 770 euro. Cosa significa in termini pratici? «Rispetto ad un anno fa si tratta di un amento di oltre 10 volte. Per intenderci è come se un litro di benzina costasse 20 euro o più. Sono convinto che se le cose non dovessero cambiare ci renderemo conto tutti di questa situazione, nelle nostre aziende, dove già stiamo facendo i conti con una situazione inedita, ma pure nelle nostre case».
Qualche giorno fa Stefano Besseghini, presidente dell’Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, preconizzava impatti significativi su tutta la filiera industriale a seguito degli attuali ulteriori aumenti del gas, lei condivide questo scenario?
«Temo che senza una riduzione significativa dei prezzi e una stabilizzazione del mercato le conseguenze si sentiranno in tutto il sistema industriale. Non solo nei settori energivori come il nostro ma su tutte le filiere produttive. Non posso escludere che si possa assistere a blocchi produttivi ben più importanti delle piccole operazioni tattiche che portiamo avanti, ora dopo ora, per dare risposte ai nostri clienti in questi giorni. Noi per primi, se le cose dovessero peggiorare ulteriormente, non troveremmo più un senso economico nel proseguire con la produzione. E credo che le conseguenze di questa situazione si sentiranno su tutto il manifatturiero».
Tutto ciò non rischia di mettere in difficoltà il sistema produttivo italiano sui mercati globali in cui compete?
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«Certo. Quello che mi preoccupa in effetti è proprio questo: in altri paesi come per esempio negli Usa, ma non solo, non si vive affatto l’emergenza energetica che viviamo in Italia, come pure in Germania e altrove in Europa. Non mi stupirei quindi se il protrarsi di questa situazione comportasse una perdita di quote di mercato a livello globale. quote che poi sono difficili da recuperare». https://nordesteconomia.gelocal.it/imprese/2022/08/23/news/alessandro-banzato-acciaierie-venete-e-a-rischio-tutta-l-industria-l-energia-ci-costa-10-volte-rispetto-ad-un-anno-fa-1.41643425
Nord Est Economia
Alessandro Banzato, (Acciaierie Venete): «È a rischio tutta l’industria. L’energia ci costa 10 volte rispetto ad un anno fa»
“Senza una riduzione significativa dei prezzi e una stabilizzazione del mercato le conseguenze si sentiranno in tutto il sistema industriale. Non solo nei sett…
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Non so se essere felice per il possibile blocco delle cartiere: da un lato è un bene perchè scomparirebbe la stampa, dall'altro aumenterebbe il costo dei libri. https://www.rainews.it/articoli/2022/08/dai-bar-allacciaio-alle-ceramiche-tutte-le-aziende-a-rischio-chiusura-per-il-caro-energia-d242f8b5-a90f-490c-bba5-94dae11c238c.html
RaiNews
Dai bar all'acciaio, dalle ceramiche alla carta: tutte le aziende a rischio per il caro energia
I settori più energivori (acciaio, carta, ceramica) sono a rischio di chiusura generalizzata. Ma sono in seria difficoltà anche le aziende legate alla distribuzione alimentare e alla ristorazione: molti chiedono il tetto al prezzo del gas
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Forwarded from Lettera da Mosca
RUSSIA - Sergey Shoigu, ministro della Difesa russo: "Rallentare il ritmo dell'offensiva in Ucraina è una decisione consapevole, presa nel desiderio di ridurre al minimo le vittime civili". Secondo il ministro, inoltre, "l'operazione speciale per smilitarizzare l'Ucraina procede secondo i piani e tutti i compiti assegnati alle forze armate russe saranno completati".
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Forwarded from Giubbe Rosse
🇫🇷 LA FRANCIA NON PUÒ MANTENERE IL TETTO AI PREZZI DELL'ENERGIA PER SEMPRE (GOVERNO)
La Francia non può mantenere per sempre il tetto ai prezzi dell'energia per aiutare le famiglie a far fronte per sempre all'impennata dell'inflazione, ha detto oggi ai giornalisti il portavoce del governo Olivier Veran.
I prezzi del gas in Francia sono attualmente congelati e il governo aveva anche messo in atto un tetto per gli aumenti dei prezzi dell'elettricità, ma entrambe le misure scadranno questo inverno.
"Potrebbero esserci aumenti di prezzo", ha detto Veran. (Fonte: Reuters)
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La Francia non può mantenere per sempre il tetto ai prezzi dell'energia per aiutare le famiglie a far fronte per sempre all'impennata dell'inflazione, ha detto oggi ai giornalisti il portavoce del governo Olivier Veran.
I prezzi del gas in Francia sono attualmente congelati e il governo aveva anche messo in atto un tetto per gli aumenti dei prezzi dell'elettricità, ma entrambe le misure scadranno questo inverno.
"Potrebbero esserci aumenti di prezzo", ha detto Veran. (Fonte: Reuters)
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