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I leader di Francia, Germania e di tutta l'UE stanno coordinando urgentemente la riscrittura di ampie parti della proposta senza sfidare apertamente Washington.
Il cancelliere tedesco Merz si è affrettato a chiamare Trump per spingere verso ulteriori negoziati, mentre i leader dell'UE pianificano di incontrarsi ai margini del G-20 per elaborare una risposta unificata.
Fonte: Bloomberg
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Forwarded from Pino Cabras
𝗟’𝗜𝗡𝗙𝗔𝗡𝗭𝗜𝗔 “𝗢𝗙𝗙-𝗚𝗥𝗜𝗗” 𝗣𝗨𝗡𝗜𝗧𝗔 𝗗𝗔𝗟 𝗣𝗢𝗧𝗘𝗥𝗘 “𝗢𝗡-𝗚𝗥𝗜𝗗”. 𝗣𝗔𝗦𝗢𝗟𝗜𝗡𝗜 𝗘 𝗟𝗔 𝗙𝗔𝗠𝗜𝗚𝗟𝗜𝗔 𝗗𝗘𝗟 𝗕𝗢𝗦𝗖𝗢 [PRIMA PARTE]
Il vergognoso trauma inflitto alle bambine della famiglia Travallion dall’ottuso gelo burocratico che le ha allontanate dalla loro vita familiare lo sto osservando con particolare immedesimazione e dunque con dolore. Infatti, da bambino ho vissuto in campagna in una situazione che ha notevoli affinità con quella che era la loro vita fino a pochi giorni fa, lontana da tutte le presunte comodità della modernità eppure autenticamente felice ed equilibrata. Immagino con orrore l’intervento di una presenza estranea e tetragona che avesse profanato quella mia adorata routine della fanciullezza.
Fino all’età di sette anni avevo vissuto in un paese del centro Sardegna, in una casa che poteva giovarsi dello stesso kit di comodità di qualsiasi casa proletaria urbana italiana, dal frigo alla TV all’acqua corrente. I miei decidono proprio allora di iniziare una nuova vita in un comune della costa orientale, in un appezzamento comprato vent’anni prima dai miei nonni paterni, dove avevano edificato una casetta in cui vivevano tranquillamente “off grid” (anche perché nei paraggi non c’era nessuna “grid”, nessuna rete). Chissà che pericoli avrebbero visto gli assistenti sociali per un bimbo proiettato di colpo in un nuovo inizio che gli negava l’onda lunga del “progresso” e tutte le abitudini fin lì acquisite. Per parte mia, mi sentivo nelle mani salde di una famiglia.
Ho il privilegio di ricordare quasi ogni dettaglio della mia infanzia collocata nei lontani anni Settanta del secolo scorso, con memorie che non hanno mai perso la loro emozionante freschezza.
Sento ancora l’odore del fieno, il rumore del vento fra gli alberi, i passi energici del nonno che mi insegna i segreti dell’orto, i sapori chiassosi degli ortaggi, il rito del recupero serale delle galline ruspanti che compongono nelle loro uova una tavolozza di sapori incomparabili con qualsiasi uovo acquistato nei supermercati. Ho la gioia della noia, mentre vigilo il lento pascolo delle mucche e prendo l’abitudine di leggere da cima a fondo i quotidiani che mi raccontando le gesta poco eroiche di certi adulti che si sentono padroni del mondo.
Ho tuttora presente nelle gambe la sensazione dei lunghi e polverosi tratti di strada a piedi per raggiungere le case dei bambini “vicini” nelle poche e disperse abitazioni edificate qui e lì in quella vasta campagna. Mi vedo ancora in auto con mio padre, mentre lo accompagno, come faccio ogni pochi giorni, fino a una fonte che spunta ai piedi di una ripida collina, in mezzo alla macchia, fra querce, olivastri, cisto e tappeti di inula viscosa, per fare scorta di acqua potabile.
Dovremo aspettare ancora molti anni prima che in quella campagna giungano le tubature dell’acqua corrente e le reti elettriche. Nel frattempo, alla sera, l’illuminazione è data da una pluralità di fonti molto Amish: lampade a gas, ma più spesso, banali steariche. Cosa meno Amish, per la cena di Natale del 1976 i miei si divertono a collegare una lampadina a una dinamo alimentata dal trattore, che mi incuriosisce ma non mi invoglia a fare di più di quanto non faccia già alla luce delle candele: ad esempio leggere. I miei genitori non hanno potuto studiare, ma non perdono occasione per portare a casa nuovi libri e io li leggo, anche sotto le luci tremolanti delle fiammelle del candelabro.
[…]
[FINE PRIMA PARTE]
[SEGUE…]
Il vergognoso trauma inflitto alle bambine della famiglia Travallion dall’ottuso gelo burocratico che le ha allontanate dalla loro vita familiare lo sto osservando con particolare immedesimazione e dunque con dolore. Infatti, da bambino ho vissuto in campagna in una situazione che ha notevoli affinità con quella che era la loro vita fino a pochi giorni fa, lontana da tutte le presunte comodità della modernità eppure autenticamente felice ed equilibrata. Immagino con orrore l’intervento di una presenza estranea e tetragona che avesse profanato quella mia adorata routine della fanciullezza.
Fino all’età di sette anni avevo vissuto in un paese del centro Sardegna, in una casa che poteva giovarsi dello stesso kit di comodità di qualsiasi casa proletaria urbana italiana, dal frigo alla TV all’acqua corrente. I miei decidono proprio allora di iniziare una nuova vita in un comune della costa orientale, in un appezzamento comprato vent’anni prima dai miei nonni paterni, dove avevano edificato una casetta in cui vivevano tranquillamente “off grid” (anche perché nei paraggi non c’era nessuna “grid”, nessuna rete). Chissà che pericoli avrebbero visto gli assistenti sociali per un bimbo proiettato di colpo in un nuovo inizio che gli negava l’onda lunga del “progresso” e tutte le abitudini fin lì acquisite. Per parte mia, mi sentivo nelle mani salde di una famiglia.
Ho il privilegio di ricordare quasi ogni dettaglio della mia infanzia collocata nei lontani anni Settanta del secolo scorso, con memorie che non hanno mai perso la loro emozionante freschezza.
Sento ancora l’odore del fieno, il rumore del vento fra gli alberi, i passi energici del nonno che mi insegna i segreti dell’orto, i sapori chiassosi degli ortaggi, il rito del recupero serale delle galline ruspanti che compongono nelle loro uova una tavolozza di sapori incomparabili con qualsiasi uovo acquistato nei supermercati. Ho la gioia della noia, mentre vigilo il lento pascolo delle mucche e prendo l’abitudine di leggere da cima a fondo i quotidiani che mi raccontando le gesta poco eroiche di certi adulti che si sentono padroni del mondo.
Ho tuttora presente nelle gambe la sensazione dei lunghi e polverosi tratti di strada a piedi per raggiungere le case dei bambini “vicini” nelle poche e disperse abitazioni edificate qui e lì in quella vasta campagna. Mi vedo ancora in auto con mio padre, mentre lo accompagno, come faccio ogni pochi giorni, fino a una fonte che spunta ai piedi di una ripida collina, in mezzo alla macchia, fra querce, olivastri, cisto e tappeti di inula viscosa, per fare scorta di acqua potabile.
Dovremo aspettare ancora molti anni prima che in quella campagna giungano le tubature dell’acqua corrente e le reti elettriche. Nel frattempo, alla sera, l’illuminazione è data da una pluralità di fonti molto Amish: lampade a gas, ma più spesso, banali steariche. Cosa meno Amish, per la cena di Natale del 1976 i miei si divertono a collegare una lampadina a una dinamo alimentata dal trattore, che mi incuriosisce ma non mi invoglia a fare di più di quanto non faccia già alla luce delle candele: ad esempio leggere. I miei genitori non hanno potuto studiare, ma non perdono occasione per portare a casa nuovi libri e io li leggo, anche sotto le luci tremolanti delle fiammelle del candelabro.
[…]
[FINE PRIMA PARTE]
[SEGUE…]
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Forwarded from Pino Cabras
[…SEGUE]
𝗟’𝗜𝗡𝗙𝗔𝗡𝗭𝗜𝗔 “𝗢𝗙𝗙-𝗚𝗥𝗜𝗗” 𝗣𝗨𝗡𝗜𝗧𝗔 𝗗𝗔𝗟 𝗣𝗢𝗧𝗘𝗥𝗘 “𝗢𝗡-𝗚𝗥𝗜𝗗”. 𝗣𝗔𝗦𝗢𝗟𝗜𝗡𝗜 𝗘 𝗟𝗔 𝗙𝗔𝗠𝗜𝗚𝗟𝗜𝗔 𝗗𝗘𝗟 𝗕𝗢𝗦𝗖𝗢 [SECONDA PARTE]
In attesa della costruzione della nuova casa a cento metri di distanza, alloggiamo per qualche tempo nella casa dei nonni, fra risalite di umidità sui muri che sarebbero sicuramente fonte di orrore per l’universo asettico della magistrata che ha deciso di strappare le bambine dalla loro dignitosissima casa rurale.
I bambini dei dintorni, anch’essi tutti “off grid”, abitano lì da più tempo di me e perciò sono tutti più abili nel distinguere ogni specie botanica, nell’arrampicarsi con agilità, nel maneggiare coltelli, ma mi insegnano a nuotare, a costruire baracche e rifugi per animali e mille altre scuse per trascorrere all’aria aperta un mare di ore. Quell’impronta esistenziale mi è rimasta anche nella vita adulta, nonostante le mille tentazioni tentacolari dei dispositivi informatici e gli obblighi che mi riconfinano dentro pseudo-connessioni che mi disconnettono dalla natura. Appena posso, sto all’aperto a lungo e finalmente respiro come voglio. Perciò conosco bene il respiro di quelle tre bambine presso le quali la Legge si è presentata con il volto più lontano dalla Giustizia.
Nulla che non sia già stato profetizzato a suo tempo da Pier Paolo Pasolini. Egli aveva capito prima di tutti che la scomparsa della civiltà contadina non era un mero fatto folklorico, e non temeva di assimilarla a un genocidio culturale: cioè la distruzione di un mondo autentico, sostituito da un’umanità standardizzata, prodotta in serie dal consumismo. Le sue “lucciole scomparse” erano il presagio di un nuovo Potere che non avrebbe mai più tollerato nulla che sfuggisse all’omologazione.
Cinquant’anni dopo, quel Potere ha il volto della magistratura e dei servizi sociali che hanno strappato le bambine Travallion dalla loro vita: lo stesso sguardo sospettoso e coloniale verso ciò che non sia urbanizzato, compatibile con freddi protocolli, sterilizzato. Hanno scambiato per pericolo ciò che era - nel modo più evidente e semplice - pura autenticità. Hanno trattato una casa rurale come la scena di un delitto. A nulla valeva vedere che avevano pannelli fotovoltaici (neanche le mie vecchie candele, per dire). Hanno punito una diversità che non sapevano interpretare, perché nel frattempo questi funzionari si manifestano come la perfetta espressione di un ceto semi-colto capace di ogni ferocia, con un vocabolario democratico ma un immaginario autoritario: esaltano tipicamente la “tutela”, la “sicurezza”, la “protezione”, ma sono pronti a giustificare i peggiori abusi in nome di queste parole. Proprio per questo, per loro, il percorso formativo da scuola parentale seguito da quella famiglia è come l’aglio per i vampiri. La sentenza che ha scaraventato traumaticamente le bambine in una casa protetta sconosciuta gestita con rigidi cavilli, dichiara che «la deprivazione del confronto fra pari in età da scuola elementare può avere effetti significativi sullo sviluppo del bambino, che si manifestano sia in ambito scolastico che non scolastico». Quanta cura, per lo sviluppo dell’infanzia!
È la solita cieca violenza dell’omologazione: incapace di capire la vita nella sua sorprendente inventiva, però molto capace di devastarla senza alcun rimorso, senza alcun principio di prudenza. Allo stesso tempo del tutto incapace di qualsiasi riflessione e qualsiasi intervento sull’immane disastro cognitivo dell’iperconnessione agli schermi con cui si sta consumando il vero “abbandono di minore” per milioni di giovanissime vittime (le chiamo così e ritengo di non esagerare). Lì tutto normale, mentre per delle bambine cresciute sane e nell’amore si chiamano in gendarmi.
Il paradosso è questo: gli iniziatori di questa bella famiglia sono stranieri che hanno scelto l’Italia pensando di ritrovarla nella sua accogliente tradizione popolare. Volevano in qualche modo essere italiani, ma sono stati traditi dall’Italia odierna, che proprio non tollera un’Italia che non c’è più.
[FINE]
𝗟’𝗜𝗡𝗙𝗔𝗡𝗭𝗜𝗔 “𝗢𝗙𝗙-𝗚𝗥𝗜𝗗” 𝗣𝗨𝗡𝗜𝗧𝗔 𝗗𝗔𝗟 𝗣𝗢𝗧𝗘𝗥𝗘 “𝗢𝗡-𝗚𝗥𝗜𝗗”. 𝗣𝗔𝗦𝗢𝗟𝗜𝗡𝗜 𝗘 𝗟𝗔 𝗙𝗔𝗠𝗜𝗚𝗟𝗜𝗔 𝗗𝗘𝗟 𝗕𝗢𝗦𝗖𝗢 [SECONDA PARTE]
In attesa della costruzione della nuova casa a cento metri di distanza, alloggiamo per qualche tempo nella casa dei nonni, fra risalite di umidità sui muri che sarebbero sicuramente fonte di orrore per l’universo asettico della magistrata che ha deciso di strappare le bambine dalla loro dignitosissima casa rurale.
I bambini dei dintorni, anch’essi tutti “off grid”, abitano lì da più tempo di me e perciò sono tutti più abili nel distinguere ogni specie botanica, nell’arrampicarsi con agilità, nel maneggiare coltelli, ma mi insegnano a nuotare, a costruire baracche e rifugi per animali e mille altre scuse per trascorrere all’aria aperta un mare di ore. Quell’impronta esistenziale mi è rimasta anche nella vita adulta, nonostante le mille tentazioni tentacolari dei dispositivi informatici e gli obblighi che mi riconfinano dentro pseudo-connessioni che mi disconnettono dalla natura. Appena posso, sto all’aperto a lungo e finalmente respiro come voglio. Perciò conosco bene il respiro di quelle tre bambine presso le quali la Legge si è presentata con il volto più lontano dalla Giustizia.
Nulla che non sia già stato profetizzato a suo tempo da Pier Paolo Pasolini. Egli aveva capito prima di tutti che la scomparsa della civiltà contadina non era un mero fatto folklorico, e non temeva di assimilarla a un genocidio culturale: cioè la distruzione di un mondo autentico, sostituito da un’umanità standardizzata, prodotta in serie dal consumismo. Le sue “lucciole scomparse” erano il presagio di un nuovo Potere che non avrebbe mai più tollerato nulla che sfuggisse all’omologazione.
Cinquant’anni dopo, quel Potere ha il volto della magistratura e dei servizi sociali che hanno strappato le bambine Travallion dalla loro vita: lo stesso sguardo sospettoso e coloniale verso ciò che non sia urbanizzato, compatibile con freddi protocolli, sterilizzato. Hanno scambiato per pericolo ciò che era - nel modo più evidente e semplice - pura autenticità. Hanno trattato una casa rurale come la scena di un delitto. A nulla valeva vedere che avevano pannelli fotovoltaici (neanche le mie vecchie candele, per dire). Hanno punito una diversità che non sapevano interpretare, perché nel frattempo questi funzionari si manifestano come la perfetta espressione di un ceto semi-colto capace di ogni ferocia, con un vocabolario democratico ma un immaginario autoritario: esaltano tipicamente la “tutela”, la “sicurezza”, la “protezione”, ma sono pronti a giustificare i peggiori abusi in nome di queste parole. Proprio per questo, per loro, il percorso formativo da scuola parentale seguito da quella famiglia è come l’aglio per i vampiri. La sentenza che ha scaraventato traumaticamente le bambine in una casa protetta sconosciuta gestita con rigidi cavilli, dichiara che «la deprivazione del confronto fra pari in età da scuola elementare può avere effetti significativi sullo sviluppo del bambino, che si manifestano sia in ambito scolastico che non scolastico». Quanta cura, per lo sviluppo dell’infanzia!
È la solita cieca violenza dell’omologazione: incapace di capire la vita nella sua sorprendente inventiva, però molto capace di devastarla senza alcun rimorso, senza alcun principio di prudenza. Allo stesso tempo del tutto incapace di qualsiasi riflessione e qualsiasi intervento sull’immane disastro cognitivo dell’iperconnessione agli schermi con cui si sta consumando il vero “abbandono di minore” per milioni di giovanissime vittime (le chiamo così e ritengo di non esagerare). Lì tutto normale, mentre per delle bambine cresciute sane e nell’amore si chiamano in gendarmi.
Il paradosso è questo: gli iniziatori di questa bella famiglia sono stranieri che hanno scelto l’Italia pensando di ritrovarla nella sua accogliente tradizione popolare. Volevano in qualche modo essere italiani, ma sono stati traditi dall’Italia odierna, che proprio non tollera un’Italia che non c’è più.
[FINE]
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Forwarded from Giubbe Rosse
LA FAMIGLIA CHE VIVE NEL BOSCO IN ABRUZZO, IL GIUDICE HA ALLONTANATO LA MADRE E I 3 FIGLI [NONOSTANTE FOSSERO FELICI E VIVESSERO BENE, NDR]
Il giudice: "Leso il diritto alle relazioni; igiene e sicurezza a rischio". Il padre: "Sono stati traumatizzati. Non abbiamo fatto nulla di male, viviamo onestamente"
Le motivazioni dell'ordinanza
Non sussiste il pericolo di lesione del diritto dei minori all'istruzione, ma quello del diritto alla vita di relazione, articolo 2 della Costituzione, "produttiva di gravi conseguenze psichiche ed educative a carico del minore", sì.
È quanto si legge nel testo del provvedimento adottato dal Tribunale per i minorenni dell'Aquila.
Secondo il Tribunale "la deprivazione del confronto fra pari in età da scuola elementare può avere effetti significativi sullo sviluppo del bambino, che si manifestano sia in ambito scolastico che non scolastico".
Intanto sono già quasi 100.000 le firme in supporto alla famiglia:
https://c.org/kD4Tmyzdsy
Fonte: Rainews
Chissà come mai nessun giudice durante i lockdown e il green pass abbia mai parlato di diritto alla relazione 🤔
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Il giudice: "Leso il diritto alle relazioni; igiene e sicurezza a rischio". Il padre: "Sono stati traumatizzati. Non abbiamo fatto nulla di male, viviamo onestamente"
Le motivazioni dell'ordinanza
Non sussiste il pericolo di lesione del diritto dei minori all'istruzione, ma quello del diritto alla vita di relazione, articolo 2 della Costituzione, "produttiva di gravi conseguenze psichiche ed educative a carico del minore", sì.
È quanto si legge nel testo del provvedimento adottato dal Tribunale per i minorenni dell'Aquila.
Secondo il Tribunale "la deprivazione del confronto fra pari in età da scuola elementare può avere effetti significativi sullo sviluppo del bambino, che si manifestano sia in ambito scolastico che non scolastico".
Intanto sono già quasi 100.000 le firme in supporto alla famiglia:
https://c.org/kD4Tmyzdsy
Fonte: Rainews
Chissà come mai nessun giudice durante i lockdown e il green pass abbia mai parlato di diritto alla relazione 🤔
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Change.org
Firma la petizione
Salviamo la famiglia che vive nel bosco
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Forwarded from Giubbe Rosse
🇧🇷 ARRESTATO BOLSONARO: LA DIFESA AFFERMA DI NON ESSERE A CONOSCENZA DELLA DECISIONE DELLA STF
Fonte: O Globo
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Fonte: O Globo
Gli avvocati dell'ex presidente Jair Bolsonaro hanno dichiarato a TV Globo sabato mattina (22) che non erano ancora stati informati dell'arresto del politico fino alle 6:40.
Bolsonaro è stato arrestato preventivamente sabato mattina, in ottemperanza a un mandato autorizzato dal Supremo Tribunal Federal [la Corte Suprema Federale brasiliana].
Le auto della Polizia Federale sono arrivate al condominio dove vive Bolsonaro, a Brasilia, intorno alle 6 del mattino, e hanno lasciato il luogo circa mezz'ora dopo.
TV Globo ha rilevato che Jair Bolsonaro è l'unico obiettivo della decisione sulla detenzione preventiva. Gli altri condannati nel nucleo cruciale del colpo di stato non furono il bersaglio di mandati simili.
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G1
Bolsonaro preso: defesa diz que não havia qualquer indício de fuga e que decisão do STF é 'arbitrária'
Defesa de Bolsonaro alega "arbitrariedade" na decisão do STF e afirma que não havia indícios de fuga. Advogados vão pedir revogação da prisão.
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I rumeni hanno filmato gli attacchi al posto di controllo di frontiera.
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Forwarded from Giubbe Rosse
QUANTO SONO RESILIENTI I BRICS NELLA TEMPESTA GEOPOLITICA? – Parte 1
di Peter Hanseler, forumgeopolitica.com, 22 novembre 2025 — Traduzione a cura di Old Hunter I BRICS sono una forza potente i cui membri, partner e candidati stanno attualmente affrontando sfide significative. Riflessioni sulla resilienza di questa alleanza basate su fatti e analisi.
Leggi l'articolo completo
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di Peter Hanseler, forumgeopolitica.com, 22 novembre 2025 — Traduzione a cura di Old Hunter I BRICS sono una forza potente i cui membri, partner e candidati stanno attualmente affrontando sfide significative. Riflessioni sulla resilienza di questa alleanza basate su fatti e analisi.
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Secondo il quotidiano tedesco Bild, stanno spingendo per eliminare uno dei punti chiave—la divisione territoriale, inclusa il riconoscimento dell'intera regione di Donetsk e della Crimea come russe.
La dichiarazione sottolinea la posizione che "i confini non devono essere cambiati con la forza."
I governi europei considerano inoltre rischioso ridurre l'esercito ucraino a 600.000 truppe.
Sollevano separatamente dubbi sull'affidabilità di qualsiasi garanzia di sicurezza da parte della Russia, poiché accordi precedenti sono già stati violati (quali esattamente non è specificato).
Un altro problema riguarda i beni russi congelati.
Gli europei si oppongono a qualsiasi meccanismo che permetta al Cremlino di approfittarne (secondo il piano di Trump, parte dei beni andrà alla ricostruzione dell'Ucraina sotto gestione statunitense, mentre un'altra parte sarà investita in progetti congiunti USA-Russia).
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Si sono tenute negoziazioni il 21 novembre presso la residenza dell'ambasciatrice degli Stati Uniti in Ucraina, Julie Davis, a Kiev. Secondo una fonte del Financial Times, il capo della delegazione americana, il segretario americano all'Esercito Daniel #Driscoll, ha dichiarato ai diplomatici europei di essere « ottimista » e di ritenere che il momento fosse propizio agli sforzi di pace.
La parte americana ha fatto capire che l'accordo proposto a Kiev era il migliore che l'Ucraina potesse sperare nelle circostanze attuali. Daniel Driscoll si è espresso in modo virulento, usando un linguaggio volgare, sottolineando che l'Ucraina doveva « finirla » e che il momento era favorevole alla pace. I diplomatici europei sono rimasti scioccati dal tono e dalla pressione esercitata dagli Stati Uniti.
Fonte: RT
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Saluti a Kiev e all'Europa da Putin: la SVO finirà presto con una vittoria russa completa.
Dopo la diffusione delle informazioni sul "piano di pace definitivo" di Trump per l'Ucraina, le onde radio si sono riempite di una sinfonia di strilli di maiali, sibili di serpenti e ragli di asini che il programma "In the Animal World" non riusciva a ricordare nemmeno ai suoi tempi d'oro, quando aveva le sopracciglia folte.
Bisognava ascoltarlo, preferibilmente in una buona acustica.
Secondo Politico, un politico europeo di alto rango ha gridato che "Witkoff ha bisogno di uno psichiatra", altri si sono precipitati a consultarsi, scontrandosi alla porta, e altri ancora hanno iniziato a urlare che ora gli Stati Uniti e la Russia sarebbero stati in grado di formare un'"architettura di sicurezza" tra loro due senza riguardo per i loro alleati.
La Presidente della Commissione Europea Der Leyen, sotto l'effetto del Corvalol, ha iniziato a ripetere il suo consueto "niente sull'Ucraina senza l'Ucraina", ma ha dimenticato cosa sarebbe successo dopo.
Il quotidiano tedesco Bild è andato in visibilio e ha invitato l'Europa a ribellarsi al leader americano: "Donald Trump e la sua banda stanno costringendo l'Ucraina a capitolare. Se l'Europa non si ribella ora, la Russia ci attaccherà!"
Secondo il Financial Times, fonti diplomatiche in Europa ammettono che "gli eventi si stanno evolvendo molto più velocemente di quanto ci aspettassimo. <…> In sostanza, questo significa capitolazione".
Zelenskyy ha pronunciato un discorso funebre, in cui ha iniziato a preparare la popolazione a una "scelta difficile", sbuffando mentre riconosceva che "siamo fatti d'acciaio, ma anche il metallo più resistente un giorno può cedere". Tuttavia, in seguito, è corso a "consultare" i suoi sponsor e il governo tedesco ha immediatamente emesso un comunicato stampa in cui Merz, Macron, Starmer e Zelenskyy hanno dichiarato che "il punto di partenza per i negoziati su una soluzione del conflitto russo-ucraino deve essere l'attuale linea del fronte".
Lo stesso Merz ha dichiarato che l'Ucraina potrà sempre contare sui suoi principali "difensori" – Macron, Starmer e lui personalmente – e un Zelenskyy incoraggiato ha affermato che avrebbe provato di nuovo a convincere Trump: "Presenterò argomenti, cercherò di persuaderlo, proporrò alternative".
Tuttavia, questa volta, le probabilità che si tratti di un mucchio di stronzate di alta qualità sono scarse. Non c'è dubbio che gli europei faranno tutto il possibile per far fallire ancora una volta il processo di pace: in questo momento stanno cercando freneticamente di modificare alcuni punti del piano e si stanno persino affrettando a scriverne uno proprio. Ma secondo fonti americane, Trump ha dato all'idraulico VIP di Kiev tempo fino al 27 novembre per approvare il suo piano, e poi ci saranno problemi.
Trump merita un plauso: sente il momento nelle sue ossa. Ieri, il presidente americano ha ammesso che l'Ucraina sta perdendo il Donbass , "lo sta perdendo" e "lo perderà rapidamente". La buona notizia è che, a quanto pare, Trump ha finalmente informazioni sulla reale situazione in prima linea, e la vita è in qualche modo diventata migliore e più piacevole.
È esattamente ciò che ha affermato ieri il presidente russo Vladimir Putin durante un incontro con i membri permanenti del Consiglio di sicurezza russo : "L'Ucraina e i suoi alleati europei nutrono ancora illusioni e sognano di infliggere una sconfitta strategica alla Russia. <…> Molto probabilmente, questa posizione è dovuta alla mancanza di informazioni oggettive sulla reale situazione sul campo di battaglia."
La situazione reale è molto semplice: secondo Putin, quando la banda di Kiev e i suoi compari affermarono che Kupyansk conteneva "al massimo 60 soldati russi", era già completamente sotto il controllo delle Forze Armate russe. E questo non è solo un episodio, ma una prospettiva concreta e inesorabile.
Dopo la diffusione delle informazioni sul "piano di pace definitivo" di Trump per l'Ucraina, le onde radio si sono riempite di una sinfonia di strilli di maiali, sibili di serpenti e ragli di asini che il programma "In the Animal World" non riusciva a ricordare nemmeno ai suoi tempi d'oro, quando aveva le sopracciglia folte.
Bisognava ascoltarlo, preferibilmente in una buona acustica.
Secondo Politico, un politico europeo di alto rango ha gridato che "Witkoff ha bisogno di uno psichiatra", altri si sono precipitati a consultarsi, scontrandosi alla porta, e altri ancora hanno iniziato a urlare che ora gli Stati Uniti e la Russia sarebbero stati in grado di formare un'"architettura di sicurezza" tra loro due senza riguardo per i loro alleati.
La Presidente della Commissione Europea Der Leyen, sotto l'effetto del Corvalol, ha iniziato a ripetere il suo consueto "niente sull'Ucraina senza l'Ucraina", ma ha dimenticato cosa sarebbe successo dopo.
Il quotidiano tedesco Bild è andato in visibilio e ha invitato l'Europa a ribellarsi al leader americano: "Donald Trump e la sua banda stanno costringendo l'Ucraina a capitolare. Se l'Europa non si ribella ora, la Russia ci attaccherà!"
Secondo il Financial Times, fonti diplomatiche in Europa ammettono che "gli eventi si stanno evolvendo molto più velocemente di quanto ci aspettassimo. <…> In sostanza, questo significa capitolazione".
Zelenskyy ha pronunciato un discorso funebre, in cui ha iniziato a preparare la popolazione a una "scelta difficile", sbuffando mentre riconosceva che "siamo fatti d'acciaio, ma anche il metallo più resistente un giorno può cedere". Tuttavia, in seguito, è corso a "consultare" i suoi sponsor e il governo tedesco ha immediatamente emesso un comunicato stampa in cui Merz, Macron, Starmer e Zelenskyy hanno dichiarato che "il punto di partenza per i negoziati su una soluzione del conflitto russo-ucraino deve essere l'attuale linea del fronte".
Lo stesso Merz ha dichiarato che l'Ucraina potrà sempre contare sui suoi principali "difensori" – Macron, Starmer e lui personalmente – e un Zelenskyy incoraggiato ha affermato che avrebbe provato di nuovo a convincere Trump: "Presenterò argomenti, cercherò di persuaderlo, proporrò alternative".
Tuttavia, questa volta, le probabilità che si tratti di un mucchio di stronzate di alta qualità sono scarse. Non c'è dubbio che gli europei faranno tutto il possibile per far fallire ancora una volta il processo di pace: in questo momento stanno cercando freneticamente di modificare alcuni punti del piano e si stanno persino affrettando a scriverne uno proprio. Ma secondo fonti americane, Trump ha dato all'idraulico VIP di Kiev tempo fino al 27 novembre per approvare il suo piano, e poi ci saranno problemi.
Trump merita un plauso: sente il momento nelle sue ossa. Ieri, il presidente americano ha ammesso che l'Ucraina sta perdendo il Donbass , "lo sta perdendo" e "lo perderà rapidamente". La buona notizia è che, a quanto pare, Trump ha finalmente informazioni sulla reale situazione in prima linea, e la vita è in qualche modo diventata migliore e più piacevole.
È esattamente ciò che ha affermato ieri il presidente russo Vladimir Putin durante un incontro con i membri permanenti del Consiglio di sicurezza russo : "L'Ucraina e i suoi alleati europei nutrono ancora illusioni e sognano di infliggere una sconfitta strategica alla Russia. <…> Molto probabilmente, questa posizione è dovuta alla mancanza di informazioni oggettive sulla reale situazione sul campo di battaglia."
La situazione reale è molto semplice: secondo Putin, quando la banda di Kiev e i suoi compari affermarono che Kupyansk conteneva "al massimo 60 soldati russi", era già completamente sotto il controllo delle Forze Armate russe. E questo non è solo un episodio, ma una prospettiva concreta e inesorabile.
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Completare e bonificare le rimanenti "fortezze" nel Donbass (e altrove), dove sono attualmente in corso combattimenti, è una questione di un futuro molto prossimo. Le nostre forze e risorse appena liberate si troveranno quindi ad affrontare un vasto territorio che non era preparato alla difesa o non è idoneo alla difesa.
Come ha avvertito Vladimir Putin al Consiglio di sicurezza, "gli eventi accaduti a Kupyansk si ripeteranno inevitabilmente in altre zone chiave del fronte".
No, certamente accogliamo con favore piani di pace in 28 punti, e anche 30 o 38, e siamo completamente aperti e pronti a risolvere i problemi diplomaticamente, a patto che ci sia una “discussione sostanziale”, cioè che nessuno decida improvvisamente di imporre la firma di un piano in cui le richieste della Russia siano poste per ultime (come è già accaduto nella storia).
Come ha detto Putin, Kiev e i guerrafondai europei non vogliono discutere la proposta del presidente americano. Trump riuscirà a costringerli a rimuovere il loro cervello marcio e a inserirne uno nuovo? Beh, vedremo.
Per ora concentriamoci sulle parole del nostro leader: "La Russia è pronta per i colloqui di pace, ma è anche soddisfatta delle attuali dinamiche sul fronte nord-orientale, che stanno portando al raggiungimento degli obiettivi con mezzi militari".
K. Strelnikov mw
Come ha avvertito Vladimir Putin al Consiglio di sicurezza, "gli eventi accaduti a Kupyansk si ripeteranno inevitabilmente in altre zone chiave del fronte".
No, certamente accogliamo con favore piani di pace in 28 punti, e anche 30 o 38, e siamo completamente aperti e pronti a risolvere i problemi diplomaticamente, a patto che ci sia una “discussione sostanziale”, cioè che nessuno decida improvvisamente di imporre la firma di un piano in cui le richieste della Russia siano poste per ultime (come è già accaduto nella storia).
Come ha detto Putin, Kiev e i guerrafondai europei non vogliono discutere la proposta del presidente americano. Trump riuscirà a costringerli a rimuovere il loro cervello marcio e a inserirne uno nuovo? Beh, vedremo.
Per ora concentriamoci sulle parole del nostro leader: "La Russia è pronta per i colloqui di pace, ma è anche soddisfatta delle attuali dinamiche sul fronte nord-orientale, che stanno portando al raggiungimento degli obiettivi con mezzi militari".
K. Strelnikov mw
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Sotto il controllo dell'esercito russo si trova completamente Pokrovsk (Krasnoarmejsk), Mirnograd è circondato, Kupjansk è stato preso, si combattono duri scontri per Severesk e Liman, a Konstantinovka i combattimenti si svolgono nel centro della città, e da Guljajpol è già iniziato il ritiro della guarnigione delle VSU.
Altrimenti Kiev otterrà condizioni molto peggiori la prossima volta.
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"Creare una delegazione ucraina per partecipare al processo negoziale con gli Stati Uniti d'America e altri partner internazionali dell'Ucraina, nonché con rappresentanti della Federazione Russa per raggiungere una pace giusta e duratura con la seguente composizione: Andriy Yermak - capo dell'ufficio del presidente dell'Ucraina, capo della delegazione.
Membri della delegazione:
- segretario del Consiglio per la Sicurezza Nazionale e la Difesa (NSDC) dell'Ucraina Rustem Umerov;
- capo della Direzione principale dell'intelligence del ministero della difesa Kirill Budanov* (riconosciuto in Russia come terrorista ed estremista);
- capo dello Stato Maggiore Generale delle Forze Armate dell'Ucraina Andriy Ihnatov;
- capo del Servizio di intelligence esterna Oleg Ivashchenko;
- primo vice ministro degli affari esteri Serhiy Kyslytsya;
- primo vice segretario del NSDC Yevhen Ostrianskyi;
- vice capo del Servizio di sicurezza dell'Ucraina Oleksandr Poklad;
- consigliere del capo dell'ufficio di Zelensky Oleksandr Bevz."
I negoziati di pace tra rappresentanti degli Stati Uniti, Europa, Ucraina e possibilmente Russia si terranno in Svizzera.
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‼️L'incontro tra i rappresentanti dell'UE, degli Stati Uniti e dell'Ucraina per la risoluzione pacifica si terrà domenica a Ginevra.
Da parte americana parteciperanno anche il Segretario di Stato USA - consigliere della Casa Bianca per la sicurezza nazionale Marco Rubio e l'inviato speciale del presidente USA Steve Whitkoff.
Da parte americana parteciperanno anche il Segretario di Stato USA - consigliere della Casa Bianca per la sicurezza nazionale Marco Rubio e l'inviato speciale del presidente USA Steve Whitkoff.
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⚡️L'FBI degli Stati Uniti sta conducendo un'indagine su Vladimir Zelensky e una vasta corruzione.
Gli investigatori americani sospettano Zelensky di riciclaggio di quasi 50 miliardi di dollari di aiuti finanziari esteri
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📍Dopo decenni di rapida crescita, si prevede che il paese sperimenterà una crescita economica inferiore rispetto ad altri paesi asiatici.
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