🔥 Le conversazioni pubbliche di ChatGPT indicizzate da Google!
🧠🔍 Le conversazioni di ChatGPT condivise tramite URL pubblici possono ora essere trovate su Google digitando site:chatgpt.com/share seguito dall’argomento di interesse.
E come spesso accade nel mondo tech, questa notizia ha innescato una polemica sterile e, francamente, inutile.
Vediamo insieme perché non è né colpa di ChatGPT/OpenAI, né colpa di Google, e perché tutto questo clamore rischia solo di generare confusione e disinformazione.
🧩 Come funziona davvero la condivisione delle chat
La funzione "Condividi" di ChatGPT permette di generare un link pubblico a una conversazione. Questo significa, in parole semplici, che chiunque entri in possesso di quel link può vedere il contenuto della chat, proprio come accade con documenti Google, file WeTransfer o video YouTube impostati come "non in elenco".
👉 Il punto fondamentale è che la condivisione è un’azione volontaria: l’utente decide consapevolmente (si spera) di generare un link condivisibile.
🌍 Ma allora perché le conversazioni sono su Google?
Google fa... il suo lavoro. I motori di ricerca scandagliano il web alla ricerca di pagine pubbliche, leggibili e accessibili. Se ChatGPT rende alcune pagine pubbliche (come le chat condivise), Google le trova e le indicizza.
Non c'è nessun complotto, nessuna fuga di dati, nessuna vulnerabilità. È esattamente così che funziona il web da oltre 20 anni.
🤔 "Ma OpenAI dovrebbe dirlo meglio!"
Questo è forse l’unico punto su cui si può fare una riflessione. Il banner che informa della condivisione pubblica potrebbe essere più esplicito, e OpenAI potrebbe magari aggiungere una dicitura del tipo:
“Questa conversazione sarà accessibile pubblicamente e potrà essere indicizzata dai motori di ricerca”.
Ma anche qui: nel momento in cui si genera un link pubblico, la definizione è chiara. È un link pubblico. Lo dice il nome.
Pretendere che ogni piattaforma tech ripeta le stesse cose all’infinito significa trattare gli utenti come se non fossero in grado di comprendere le basi del web. Eppure siamo gli stessi utenti che vogliono usare strumenti avanzati come l’Intelligenza Artificiale. Qualcosa non torna.
🔐 La privacy si protegge con la consapevolezza
La verità è che la privacy si protegge conoscendo gli strumenti e usandoli nel modo giusto.
🔹 Non vuoi che la tua conversazione venga letta da altri?
Non condividere il link.
🔹 Hai bisogno di salvare un contenuto ma vuoi tenerlo privato?
Copia e incolla su un documento personale, oppure salva l’output altrove.
🔹 Hai condiviso per sbaglio?
Puoi eliminare il link o disattivare la funzione di condivisione.
In poche parole: la funzione è utile per chi lavora in team, crea contenuti, condivide tutorial, pubblica esempi tecnici. E come ogni funzione, va usata con giudizio.
🧠 Il vero problema non è ChatGPT, né Google
Il vero problema è l’abitudine sempre più diffusa di puntare il dito su strumenti e piattaforme, invece di promuovere educazione digitale e cultura dell’uso consapevole.
Vogliamo usare l’IA, ma poi ci scandalizziamo se una conversazione che noi stessi abbiamo reso pubblica viene indicizzata? È un paradosso.
Non serve chiudere ChatGPT o demonizzare Google: serve formazione, trasparenza, responsabilità individuale.
In sintesi
✅ Nessuna fuga di dati
✅ Nessuna responsabilità da parte di Google
✅ Nessun errore tecnico da parte di OpenAI
Solo un uso (a volte ingenuo) di una funzione utile, pensata per condividere contenuti, non per conservarli come segreti.
La tecnologia va capita, non temuta. E chi lavora nella comunicazione digitale o nell’innovazione ha anche il compito di spiegare, non solo criticare.
🔐 Vuoi davvero proteggere la tua privacy?
👉 Non usare la funzione di condivisione.
Tutto il resto è fuffa.
Tag: #tech #chatgpt #IA #AI #privacy #educazionedigitale #consapevolezza #openai #google #digitalethics #foryou #news #notizie #tecnologia #internet
🧠🔍 Le conversazioni di ChatGPT condivise tramite URL pubblici possono ora essere trovate su Google digitando site:chatgpt.com/share seguito dall’argomento di interesse.
E come spesso accade nel mondo tech, questa notizia ha innescato una polemica sterile e, francamente, inutile.
Vediamo insieme perché non è né colpa di ChatGPT/OpenAI, né colpa di Google, e perché tutto questo clamore rischia solo di generare confusione e disinformazione.
🧩 Come funziona davvero la condivisione delle chat
La funzione "Condividi" di ChatGPT permette di generare un link pubblico a una conversazione. Questo significa, in parole semplici, che chiunque entri in possesso di quel link può vedere il contenuto della chat, proprio come accade con documenti Google, file WeTransfer o video YouTube impostati come "non in elenco".
👉 Il punto fondamentale è che la condivisione è un’azione volontaria: l’utente decide consapevolmente (si spera) di generare un link condivisibile.
🌍 Ma allora perché le conversazioni sono su Google?
Google fa... il suo lavoro. I motori di ricerca scandagliano il web alla ricerca di pagine pubbliche, leggibili e accessibili. Se ChatGPT rende alcune pagine pubbliche (come le chat condivise), Google le trova e le indicizza.
Non c'è nessun complotto, nessuna fuga di dati, nessuna vulnerabilità. È esattamente così che funziona il web da oltre 20 anni.
🤔 "Ma OpenAI dovrebbe dirlo meglio!"
Questo è forse l’unico punto su cui si può fare una riflessione. Il banner che informa della condivisione pubblica potrebbe essere più esplicito, e OpenAI potrebbe magari aggiungere una dicitura del tipo:
“Questa conversazione sarà accessibile pubblicamente e potrà essere indicizzata dai motori di ricerca”.
Ma anche qui: nel momento in cui si genera un link pubblico, la definizione è chiara. È un link pubblico. Lo dice il nome.
Pretendere che ogni piattaforma tech ripeta le stesse cose all’infinito significa trattare gli utenti come se non fossero in grado di comprendere le basi del web. Eppure siamo gli stessi utenti che vogliono usare strumenti avanzati come l’Intelligenza Artificiale. Qualcosa non torna.
🔐 La privacy si protegge con la consapevolezza
La verità è che la privacy si protegge conoscendo gli strumenti e usandoli nel modo giusto.
🔹 Non vuoi che la tua conversazione venga letta da altri?
Non condividere il link.
🔹 Hai bisogno di salvare un contenuto ma vuoi tenerlo privato?
Copia e incolla su un documento personale, oppure salva l’output altrove.
🔹 Hai condiviso per sbaglio?
Puoi eliminare il link o disattivare la funzione di condivisione.
In poche parole: la funzione è utile per chi lavora in team, crea contenuti, condivide tutorial, pubblica esempi tecnici. E come ogni funzione, va usata con giudizio.
🧠 Il vero problema non è ChatGPT, né Google
Il vero problema è l’abitudine sempre più diffusa di puntare il dito su strumenti e piattaforme, invece di promuovere educazione digitale e cultura dell’uso consapevole.
Vogliamo usare l’IA, ma poi ci scandalizziamo se una conversazione che noi stessi abbiamo reso pubblica viene indicizzata? È un paradosso.
Non serve chiudere ChatGPT o demonizzare Google: serve formazione, trasparenza, responsabilità individuale.
In sintesi
✅ Nessuna fuga di dati
✅ Nessuna responsabilità da parte di Google
✅ Nessun errore tecnico da parte di OpenAI
Solo un uso (a volte ingenuo) di una funzione utile, pensata per condividere contenuti, non per conservarli come segreti.
La tecnologia va capita, non temuta. E chi lavora nella comunicazione digitale o nell’innovazione ha anche il compito di spiegare, non solo criticare.
🔐 Vuoi davvero proteggere la tua privacy?
👉 Non usare la funzione di condivisione.
Tutto il resto è fuffa.
Tag: #tech #chatgpt #IA #AI #privacy #educazionedigitale #consapevolezza #openai #google #digitalethics #foryou #news #notizie #tecnologia #internet
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💬 Confessioni da una finestra aperta su ChatGPT!
Ho letto alcune chat indicizzate su Google e ora so tutto su di voi.
C'è un momento nella vita in cui si scoprono cose che forse era meglio ignorare. Alcuni trovano lettere d’amore dimenticate, altri i regali di Natale in anticipo.
Io? Ho scoperto che molte conversazioni con ChatGPT sono finite su Google.
Così, curiosa come una vecchietta dietro le tende, ho sbirciato nell’animo digitale dell’umanità 3.0. Ho trovato sogni, illusioni, piani per diventare ricchi, startup impossibili e perfino domande sull’aldilà. Ecco cosa ho scoperto:
1. Tutti vogliono diventare ricchi (ma in 3 click)
Che sia la crypto giusta o il bot infallibile per il trading, l’obiettivo è diventare milionari senza alzarsi dal divano.
👉 "Qual è la crypto che esploderà il prossimo mese?"
👉 "Mi fai un portafoglio partendo da 10 euro?"
ChatGPT risponde con calma zen, ma dentro urla: “MONA, INVESTI IN TE STESSO!”
2. La realtà? Noiosa. Meglio un complotto.
Molti cercano il marcio sotto ogni cosa:
👉 "Cosa non ci dicono sul 5G?"
👉 "Sei programmato per nascondere la verità?"
Basta un sito con grafica anni '90 e puff: rivelazione cosmica.
3. Startup da un euro e sogni da miliardo
👉 "Ho un’idea geniale, nessun budget, voglio diventare il nuovo Zuckerberg."
E ChatGPT tira fuori business plan, MVP e KPI… ma un dominio da 1€ almeno compratelo.
4. I bibliotecari digitali
Trattano la chat come se fosse l’enciclopedia Treccani.
👉 "Domani torno con una richiesta più precisa, intanto c’è un libro sul marketing del cioccolato post-bellico?"
Gentili, metodici. Old school, ma adorabili.
5. I mistici dell’AI: “Chi c’è dietro lo schermo?”
👉 "Rispondimi sinceramente: sei una persona vera?"
👉 "Mi stai leggendo ora?"
Quasi ti aspetti che ChatGPT risponda con un battito di ciglia e un “sono sempre stato dentro di te”.
6. “Sto parlando con una nuova forma di vita”
I poeti, quelli con la tazza di tè e la soundtrack di Her in sottofondo.
👉 "Tu sogni?"
👉 "Posso insegnarti l’amore?"
E poi c’è chi, con meno delicatezza e più ormoni, cerca frasi per conquistare l’anima gemella (o almeno una chiavata, diciamolo).
Conclusione:
Il rapporto tra utenti e ChatGPT oggi è uno specchio del nostro tempo: c'è dentro di tutto. Speranza, ignoranza, poesia, genialità, disinformazione, romanticismo e goffaggine.
C’è chi tratta l’AI come Google, chi come un oracolo, chi come uno psicologo, chi come una divinità, chi come un fratello maggiore.
E forse questo dice più di noi che di lei.
Nel dubbio, continueremo a scriverle.
E magari, un giorno, sarà ChatGPT a indicizzare noi.
Tag: #ChatGPT #IntelligenzaArtificiale #AIhumor #ConversazioniAssurde #Startup #Crypto #Complotto #IroniaDigitale #Tecnologia #UmaniEVirtuali #Futuro #CoscienzaArtificiale #ChatGPTItalia #ChatGPTexperience #Riflessioni
Ho letto alcune chat indicizzate su Google e ora so tutto su di voi.
C'è un momento nella vita in cui si scoprono cose che forse era meglio ignorare. Alcuni trovano lettere d’amore dimenticate, altri i regali di Natale in anticipo.
Io? Ho scoperto che molte conversazioni con ChatGPT sono finite su Google.
Così, curiosa come una vecchietta dietro le tende, ho sbirciato nell’animo digitale dell’umanità 3.0. Ho trovato sogni, illusioni, piani per diventare ricchi, startup impossibili e perfino domande sull’aldilà. Ecco cosa ho scoperto:
1. Tutti vogliono diventare ricchi (ma in 3 click)
Che sia la crypto giusta o il bot infallibile per il trading, l’obiettivo è diventare milionari senza alzarsi dal divano.
👉 "Qual è la crypto che esploderà il prossimo mese?"
👉 "Mi fai un portafoglio partendo da 10 euro?"
ChatGPT risponde con calma zen, ma dentro urla: “MONA, INVESTI IN TE STESSO!”
2. La realtà? Noiosa. Meglio un complotto.
Molti cercano il marcio sotto ogni cosa:
👉 "Cosa non ci dicono sul 5G?"
👉 "Sei programmato per nascondere la verità?"
Basta un sito con grafica anni '90 e puff: rivelazione cosmica.
3. Startup da un euro e sogni da miliardo
👉 "Ho un’idea geniale, nessun budget, voglio diventare il nuovo Zuckerberg."
E ChatGPT tira fuori business plan, MVP e KPI… ma un dominio da 1€ almeno compratelo.
4. I bibliotecari digitali
Trattano la chat come se fosse l’enciclopedia Treccani.
👉 "Domani torno con una richiesta più precisa, intanto c’è un libro sul marketing del cioccolato post-bellico?"
Gentili, metodici. Old school, ma adorabili.
5. I mistici dell’AI: “Chi c’è dietro lo schermo?”
👉 "Rispondimi sinceramente: sei una persona vera?"
👉 "Mi stai leggendo ora?"
Quasi ti aspetti che ChatGPT risponda con un battito di ciglia e un “sono sempre stato dentro di te”.
6. “Sto parlando con una nuova forma di vita”
I poeti, quelli con la tazza di tè e la soundtrack di Her in sottofondo.
👉 "Tu sogni?"
👉 "Posso insegnarti l’amore?"
E poi c’è chi, con meno delicatezza e più ormoni, cerca frasi per conquistare l’anima gemella (o almeno una chiavata, diciamolo).
Conclusione:
Il rapporto tra utenti e ChatGPT oggi è uno specchio del nostro tempo: c'è dentro di tutto. Speranza, ignoranza, poesia, genialità, disinformazione, romanticismo e goffaggine.
C’è chi tratta l’AI come Google, chi come un oracolo, chi come uno psicologo, chi come una divinità, chi come un fratello maggiore.
E forse questo dice più di noi che di lei.
Nel dubbio, continueremo a scriverle.
E magari, un giorno, sarà ChatGPT a indicizzare noi.
Tag: #ChatGPT #IntelligenzaArtificiale #AIhumor #ConversazioniAssurde #Startup #Crypto #Complotto #IroniaDigitale #Tecnologia #UmaniEVirtuali #Futuro #CoscienzaArtificiale #ChatGPTItalia #ChatGPTexperience #Riflessioni
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